Liguria arancione: il corteo di protesta per i ristoranti chiusi blocca Genova
Con la Liguria arancione arriva un nuovo corteo di ristoratori, baristi e gestori di locali che stanno manifestando proprio in queste ore.
Il corteo formato da un migliaio di persone segue una giornata molto particolare come quella di ieri, San Valentino. Sono stati molti i ristoranti, come vi abbiamo raccontato, a restare aperti in palese violazione delle restrizioni imposte dal governo.
Partita dalla Prefettura, la manifestazione convocata dal gruppo dei “Ristoratori uniti Liguria” sta facendo sentire alta la propria voce. Una protesta polemica contro l’ordinanza del ministero della Salute, che a poco più di 24 ore da un pranzo significativo per gli incassi dei ristoranti, ha imposto la chiusura.
Con il repentino passaggio della Liguria in arancione sono state cancellate le prenotazioni da tutto esaurito. Buttati i prodotti freschi che avevano riempito i frigoriferi. Rese vane le spese per la preparazione dei locali.
Una situazione paradossale che, secondo “Ristoratori uniti Liguria”, porta al colmo la pazienza di una categoria penalizzata oltremodo.
Liguria arancione: le ragioni della protesta
Dai ristori inadeguati per tributi, tasse, affitti, utenze, costi del personale, dei consulenti del lavoro e dei commercialisti.
Come anche dai ritardi nel pagamento della cassa integrazione.
E dalle misure di contenimento del virus spesso incomprensibili e sempre comunicate all’ultimo minuto, senza la minima programmazione.
Infine dall’”assurda chiusura a cena”.
Questa volta il corteo, che oltre ai Ristoratori uniti, è sostenuto anche da Federazione cuochi Genova, Fipe Confcommercio, Fiepet Confesercenti assicura che la protesta “sarà a oltranza”. Il tempo a disposizione delle attività che non vogliono chiudere per sempre è finito.
Tra i ristoratori liguri ribelli che hanno fermato il traffico di Genova c’è anche lo chef Ivano Ricchebono, del ristorante The Cook, una stella Michelin.
Ricchebono è uno dei ristoratori che ieri ha tenuto aperto il suo locale nonostante le misure anti-Covid della zona arancione. Registrando peraltro il tutto esaurito.
Il corteo si è anche rivolto ai clienti dei ristoranti con una richiesta particolare: appendere una tovaglia alle finestre e ai balconi in segno di solidarietà.
Il sindaco della città, Marco Bucci, si è detto preoccupato per la situazione. In una lettera inviata al presidente nazionale dell’Anci, Antonio Decaro, ha parlato apertamente di coesione sociale messa a rischio dalla protesta dei ristoratori.