I tortellini di Franceschetta 58 in delivery mi fanno sentire Massimo Bottura
Vi abbiamo parlato di Franceschetta 58, sorella minore del ristorante tre stelle Michelin La Francescana di Massimo Bottura, in occasione del temporary delivery di MyMenu a Milano.
Abbiamo provato la consegna a domicilio qui in Abruzzo.
Diverse le proposte fresche presenti nello shop del ristorante, guidato dallo chef Francesco Vincenzi, con alcuni prodotti realizzati in sinergia con altre realtà del territorio.
I piatti del delivery della Franceschetta 58
Complice il periodo pasquale, non tutte le opzioni erano disponibili. A testimonianza della freschezza e genuinità.
Abbiamo pertanto ordinato due primi. Un condimento fresco di cetarese (due porzioni a 26 €) e poi i mitici tortellini in crema di parmigiano reggiano (una porzione a 15 €). Da non confondere con i tortellini alla panna di affioramento dell’Osteria del Mirasole.
Pur parlando di un piatto istituzionalmente e teoricamente simile, in comune non hanno nemmeno la “diocesi” di appartenenza.
Insomma, Modena e Bologna non possono e non debbono essere paragonate.
Per addolcire il palato, come se la quantità simile ad un container delle colombe pasquali degustate non fosse bastata, abbiamo anche aggiunto la torta di pane al cioccolato. Altro classico modenese (12 €).
Complici i frenetici ritmi festivi e la crescita esponenziale degli ordini più generalmente “online”, la consegna si è allungata un po’. Ma non è stato un problema attendere una settimana, almeno per noi.
La box arriva accuratamente refrigerata.
Franceschetta 58 at home: i fusilli alla Cetarese
La cetarese è una ricetta adorabile. Assieme al condimento sono comprese anche due comodissime confezioni mono porzione (100 grammi) di fusilli del pastificio Mancini di Monte San Pietrangeli (FM). Un piatto che ricalca il “cetara style”, come le linguine o i fusilli “alla moda di Cetara”, curiose ed interessanti proposte già presenti nel menù del ristorante.
La preparazione è semplicissima, solo da riportare a temperatura per qualche istante e poi riscaldare. Una volta cotta la pasta che si è mantenuta perfettamente al dente, l’abbiamo mescolata assieme alla cetarese, lasciata volutamente molto lenta, grazie all’aggiunta di un po’ d’acqua di cottura. E, dove, attenzione, non abbiamo messo sale.
Rotolando verso sud. Vuoi che parliamo di colatura di alici, vuoi che parliamo di cetarese, sempre con una forte spinta sapida abbiamo a che fare. Zero conservanti. Solo acciughe, capperi, pinoli, olio extra vergine di oliva, finocchietto selvatico ed acqua, come ricalca l’etichetta. Elencati così perché si sentono tutti. Distintamente ed in rigorosa progressione.
Perfettamente amalgamati, nella languida cremosità, assieme alla pasta. Una preparazione succulenta che attirerebbe altro carboidrato. Il pane? Oppure una focaccia bianca. Mmmhh…Dobbiamo (ahimè) fermarci. Un piatto che immagino sino ad estate inoltrata. In riva al mare.
I tortellini in crema di parmigiano reggiano
Subito una precisazione. Li abbiamo preparati il giorno dopo. Proprio per goderne distintamente dei tratti peculiari ed unici nel suo genere. Le alici, diciamolo, sono una storia di mare.
I tortellini sono storia di terra. Di emilianità.
Quelli in crema di parmigiano reggiano sono la storia. Di Massimo Bottura e della sua Osteria Francescana. Uno dei piatti più richiesti ed onnipresenti nei menù. Tra i più succulenti che io abbia mai assaggiato, sia in via Stella che a la Franceschetta 58.
I tortellini li abbiamo cotti nel brodo, come farebbero Bottura o Vincenzi.
La crema è già pronta ed è solo da portare ad una giusta temperatura.
Piatto riuscito. In linea alle aspettative. Goloso. Proprio come volevamo. La sfoglia dei tortellini tirata perfettamente, il ripieno bilanciato. Prosciutto crudo, mortadella, carne di maiale e parmigiano e noce moscata. Ingredienti fedelmente racchiusi e poi, a cottura ultimata, magicamente uniti, amalgamati, alla mitica crema. Tanto basta per mandarci in visibilio. Da leccare il piatto sino all’ultima traccia di crema, o micro-rimanenza di tortellino. Sfido chiunque a non chiedere il bis (magari si potesse).
Vino e dessert
Mare e sapidità. Nella cetarese risiede freschezza. La risposta l’abbiamo data con una bollicina francese. Uno champagne morbido e con eleganti rintocchi agrumati. Direi perfetti visto che idealmente siamo con la mente un po’ a Modena ed un po’ in Campania, in costiera amalfitana per la precisione. Abbiamo scelto un Blanc de Blancs della maison Thienot.
E con i tortellini? Avendoli preparati il giorno dopo, abbiamo preferito non abbinarli. Volutamente.
In entrambe le giornate però il dolce si è difeso bene.
La torta di pane al cioccolato di Franceschetta 58 è un dolce degli zero sprechi. Una ricetta senza tempo, rievocativa dell’infanzia e della tradizione. Ma con un obiettivo, quello sì, ben preciso: utilizzare gli avanzi della dispensa. Pane in primis. La crosticina superiore e le gocce di cioccolato fondente sono il tocco di squisitezza del morbido morso.
Qualità ma soprattutto freschezza. Non avremmo potuto aspettare ancora molto ancora perché le scadenze (dolce compreso) erano piuttosto ravvicinate.
Ma non l’avremmo di certo fatto.
Lo shop online è consultabile direttamente dal sito www.franceschetta.it
Franceschetta 58 at home, inoltre, da la possibilità di effettuare un contributo per il progetto Food for Soul, l’associazione non-profit fondata da Massimo Bottura e Lara Gilmore. Food for Soul è impegnata nello sviluppo di progetti culturali di comunità che incoraggiano l’inclusione sociale e la costruzione di un sistema alimentare più equo e sostenibile.