La Guerra della Pizza in Cielo. Eye in the Sky tra Caserta e Napoli
La Guerra della Pizza in Cielo e dei Pizzaioli nella Terra di Mezzo non era mai salita così in alto. Fino a lambire la volta celeste e a scatenare fulmini e saette. Era dai tempi delle nozze di Cadmo e Armonia che gli umani non erano più ammessi al tavolo degli dei per godere dei frutti di Margherito, il dio della Pizza. E non potevano più centellinare il succo d’uva versato da Ganimede.
“Finiranno con lo sfracellarsi ai piedi dello sterminator Vesevo come tanti novelli Icaro. Questa mania di voler volare nemmeno fossero i corvi degli aruspici non la capisco”, soggiunse Magnataro alla notizia letta dal cavalier servente che srotolava il messaggero blu.
“E poi tutto per una cena agganciati alla macchina per scalare le mura? L’ebrezza del volo? E le pizze si raffredderanno lassù sempre sperando che Giove Pluvio non voglia dire la sua. Tutti a lamentarsi del papiro che impone le cene all’aperto e di stare a casa allo scoccare della prima vigilia noctis. E poi fanno a gara per stare al vento. Sono matti con questa Guerra della Pizza”, replicò Iulia Pugna seccata al solo pensiero dei capelli in disordine.
“Smettetela di pensare alle pizze che qui abbiamo da vedercela con Bufalus e tutte le mozzarelle della Terra di Mezzo, per tutte le cagliate. C’è un gran casino negli elenches della divina Consortia e il carro con gli orci e gli scontrines si è pure ribaltato alla rotonda di Melitum. Lo Scriba vuole presto i nomi impressi a fuoco nelle tavolette per il Sortilegium”. A Papilionem al solito era stata demandata la conta e la riconta.
“Che poi l’unica tavolata della pizza è quella nostra”, battè fiero il pugno sul petto Magnataro. “E manco si capisce bene cosa sia mai successo. Ma avete mandato un messo a Masuccio Casertano per sapere di questa nuova Guerra della Pizza in Cielo?”.
La canzone della Guerra della Pizza in Cielo
“La sa lunga la canzone l’uomo delle montagne”, pensò Masuccio mentre sussurrava parole dolci come il miele all’orecchio di Urus per farlo correre veloce. Il purosangue nero come la pece mise la quinta e Masuccio dovette avvinghiarsi alla sella di un bel colore mulignana appena passata al forno per non decollare.
Iniziò a canticchiare il motivo dell’Occhio in Cielo.
I am the eye in the sky, looking at you
I can read your mind
I am the maker of rules, dealing with fools
I can cheat you blind
“Devo dare una risposta a questa voglia di protagonismo tra noi liberi ed eguali nel segno del trancio”, disse alla bella pasticciera mentre scendeva lesto da cavallo. “Raduna i nostri migliori 80 combattenti che da troppo tempo languono in attesa di queste benedette riaperture al chiuso. È tempo di chiedere l’ordalia per giudicare dei peccati di onnipotenza cui si è macchiato Salis. Vedremo se l’acqua fredda riuscirà a sciogliere il lievito o se sarà necessaria la prova dell’acqua calda”.
“Ma spiegami bene cosa è successo e perché si parla di una nuova guerra, di una Guerra della Pizza in Cielo”, sgranò gli occhi Coratina.
“Le solite cose. Ci si mette d’accordo per la festa della pizza in cielo e nottetempo Salis si crede Prometeo. Vuole essere il primo in anteprima a portare la pizza in cielo invece del fuoco sulla terra. Dovevamo tenere alti i colori Non mi piacciono questi sotterfugi e se ha voglia di scatenare una Guerra della Pizza in Cielo lo accontento subito”, spiegò.
“Ma cosa vuoi sia un’anteprima? L’importante è fare bene 1.000 – 2.000 – 3.000 pizze ogni giorno”, ribattè Coratina. “E poi pensa a Florentia e alla nostra nuova farm della regione degli Apuli. È sceso pure Efesto che ti ha collegato il soffione boracifero al banco. C’è anche il pentolone immenso di olio delle olive apuliane. E il forno a legna dei boschi della Daunia. Sarà il vero futuro della pizza! Perché mai scatenare una Guerra della Pizza in Cielo?”, era quasi implorante Coratina.
“Non possiamo passare per quello che non siamo. Qui tutti giocano a fare il primus inter pares senza averne i titoli”, rispose seccato Masuccio.
Che sciolse la pergamena per leggere la dichiarazione della Guerra della Pizza in Cielo che da lì a poco avrebbe affidato al corriere blu.
Rifiuto:
Ho rifiutato la cena a 50 metri di altezza a Caserta perché ho chiesto che tutti i protagonisti pizzaioli vengano trattati nello stesso modo
Ma purtroppo questo non è possibile perché un pizzaiolo che si crede il Papa ha voluto che l’esclusiva mondiale sia data solo a lui e non tutti insieme in egual modo
La politica gastronomica al territorio non interessa
Interessa che TUTTI insieme vadano in una sola direzione per valorizzare lo stesso
Siamo tutti uguali nessuno è meglio di nessuno
Il Papa sta in Vaticano (almeno credevo)
Caserta merita altro
Adesso Basta
“Vai, lancia l’aquila con il nostro messaggio”, fece Masuccio. “Che la Guerra della Pizza in Cielo abbia inizio”.
E le stelle non c’entrano.
[Immagine: mali maeder