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22 Settembre 2021 Aggiornato il 22 Settembre 2021 alle ore 19:04

Selvaggia Lucarelli contro NaturaSì per i tamponi ai lavoratori no vax

Recensione negativa e niente più spesa per Selvaggia Lucarelli da NaturaSì che paga i tamponi ai lavoratori no vax per ottenere il green pass
Selvaggia Lucarelli contro NaturaSì per i tamponi ai lavoratori no vax

Il green pass obbligatorio dal 15 ottobre genera una nuova recensione negativa: a farla è Selvaggia Lucarelli e il destinatario è NaturaSì.

La giornalista si dice d’accordo con Burioni. Entrambi incavolati per la decisione del presidente di NaturaSì, Fabio Brescianin. Che in una lettera ai 1650 dipendenti, ha detto che l’azienda darà un contributo sul costo del tampone per ottenere il green pass.

“Per garantire il rispetto delle nuove norme sul green pass, a permettere a tutti i lavoratori di svolgere la propria attività in azienda liberamente, siamo intenzionati a contribuire come gruppo al costo dei test previsti dalla legge. Non vogliamo entrare nella polemica: la nostra azienda vuole garantire un aiuto ai nostri collaboratori. Per noi, come azienda del biologico italiano, in armonia con la nostra missione, sono validi tre principi fondamentali: il rispetto della salute delle persone e della Terra, il rispetto della libertà individuale, i diritti e la dignità dei lavoratori.

Il Corriere ha fatto un calcolo sul 10% dei dipendenti non intenzionati a vaccinarsi. Dal 15 ottobre al 31 dicembre, il contributo per i tamponi costerà 115.500 € a NaturaSì. Che non aumenterà i prezzi per i clienti.

La giornalista in un lungo post su Instagram stigmatizza la decisione del presidente di NaturaSì e la definisce paracula. Perché è uno spot a favore di quella clientela contro la vaccinazione.

Il ragionamento è che una simile decisione incentiva i dipendenti a non vaccinarsi. E a rendere molto più pericoloso un cassiere non vaccinato rispetto a uno vaccinato.

La recensione negativa di Selvaggia Lucarelli per NaturaSì

E così scatta la recensione negativa di Selvaggia Lucarelli per NaturaSì.

“Come Burioni, non andrò più da NaturaSì. Non voglio boicottare nessuno, tra l’altro è un’azienda che gode di buona salute e le auguro lunga vita, ma non ho più voglia di spendere lì”.

E conclude.

“Mi dispiace non entrare mai più da Naturasì, ma questo è un momento della storia in cui ognuno deve fare la sua parte. La parte di un imprenditore con migliaia di dipendenti e milioni di clienti l’anno è una parte ampia, importante, decisiva. Troppo importante perchè si possa far finta di niente”.

Anche perché pensare al cibo biologico fa pensare al buono e giusto, ma Selvaggia Lucarelli puntualizza sul ruolo di NaturaSì.

“Il cibo biologico suggerisce il dovere di chiederci da dove arriva quello che mettiamo nel piatto. Ecco, io non metterò nel piatto quello che arriva da un’azienda che vende salute sugli scaffali e poi non difende quella dei lavoratori e dei clienti”.

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