Chef’s Table pizza: occasione per Franco Pepe e Gabriele Bonci
Nella settima stagione di Chef’s Table, incentrata sulla pizza, ci saranno Franco Pepe e Gabriele Bonci.
La notizia arriva da Netflix: dal 7 settembre la popolare docu-serie culinaria creata dal regista David Gelb torna con una stagione dedicata all’arte della pizza nel mondo.
Chef’s Table 7: chi c’è oltre Pepe e Bonci
Se Franco Pepe e Gabriele Bonci rappresenteranno l’Italia, gli altri protagonisti della nuova stagione di Chef’s Table, che scava nella vita degli chef più visionari, sono quattro.
Chris Bianco, il primo pizzaiolo americano a ricevere il James Beard Award (sorta di Oscar del cibo) nel 2003.
Ann Kim, giovane immigrata coreana negli Stati Uniti, proprietaria di tre pizzerie molto amate dai giornalisti americani.
Yoshihiro Imai, giovane, giapponese, proprietario di The Monk, locale di culto da 14 coperti nei pressi di Kyoto.
Ma Chef’s Table presenterà anche Sarah Minnick, amica di Franco Pepe e allieva di Alice Waters da Chez Panisse, uno dei ristoranti più influenti del mondo. Innamorata dell’Italia, Minnick ha portato nella sua pizzeria di Portland, in Oregon, tecniche e prodotti campani.
Netflix ha 221 milioni di abbonati
I professionisti del cibo, che siano chef o pizzaioli, pasticcieri o produttori, sono soliti dire che Chef’s Table faccia più curriculum di tre stagioni da giudice di MasterChef.
Bastano i 221 milioni di abbonati che Netflix ha nel mondo, di cui 4 milioni in Italia, per capire il tipo di visibilità che può offrire Chef’s Table a Franco Pepe e Gabriele Bonci.
Per i lettori di Scatti di Gusto si tratta di nomi molto noti. Ma la partecipazione alla celebre serie culinaria è un’occasione per approfondire la conoscenza dei due protagonisti italiani. Preceduti nelle stagioni già trasmesse di Chef’s Table da Massimo Bottura (Osteria Francescana a Modena), Corrado Assenza (Caffè Sicilia a Noto), Dario Cecchini (Solociccia a Panzano).
Chi è Franco Pepe
Oggi iniziamo da Franco Pepe, 59 anni, proprietario della pizzeria “Pepe in grani” a Caiazzo, in provincia di Caserta.
Pepe in grani si trova nello stretto vicolo di un paese casertano di 5mila anime. Dove Pepe, come ha raccontato nel “suo” episodio di Chef’s Table, è stato capace di portare fino a 14mila persone al mese in epoca pre-Covid.
Forte la presenza straniera, specie dopo che Jonathan Gold, il giornalista gastronomico americano vincitore del premio Pulitzer scomparso nel 2018, ha definito quella di Pepe “la pizza più buona del mondo”.
Un risultato impronosticabile quando il giovane pizzaiolo casertano, per quanto nato in una famiglia di panificatori, faceva mestieri diversi come il postino o il professore di educazione fisica.
Franco Pepe ha raccontato a Chef’s Table che il cambiamento è arrivato nel 2012, anno in cui ha aperto il suo locale.
Ma neanche nelle più ottimistiche previsioni immaginava che, con le sue pizze, avrebbe sfamato fino a 400 persone al giorno e dato lavoro a una cinquantina di persone.
Con ruoli inediti per una pizzeria, tra addetti agli impasti, alla cottura della pizza, al controllo qualità finale, e ancora cuochi, “narratori della pizza”, un sommelier e un nutrizionista.
Chef’s Table: che caratterino Franco Pepe
Come capita spesso a chi è capace di innovare nel suo campo, il 59enne di Caiazzo ha un bel caratterino. Vulcanico, esigente fino alla maniacalità, a volte ossessivo, con una grande considerazione di sé stesso.
Durante la costruzione di una carriera che lo ha reso pizzaiolo superstar e brand di culto pressoché globale, non sono mancate le polemiche.
Com’è comprensibile non ne troverete traccia nell’episodio di Chef’s Table riservato a Franco Pepe.
Ma l’augurio è che le manie di protagonismo e le polemiche vengano messe da parte per sfruttare la visibilità garantita da Chef’s Table a Franco Pepe.
Alla sua pizzeria Pepe in Grani, a Caiazzo, il piccolo borgo che la ospita e a tutta la provincia di Caserta, ricca di pizzerie eccezionali.