Selvaggia Lucarelli vs l’osteria di Finale Ligure: 2 € per un piatto vuoto
Selvaggia Lucarelli piomba sull’estate degli scontrini impazziti con il caso dell’Osteria del Cavolo di Finale Ligure.
Il secondo, dopo quello capitato al Bar Pace di Gera Lario, sul lago di Como, dove la titolare ha fatto pagare 2 euro di supplemento per tagliare un toast a metà.
Finale Ligure: lo scontrino condiviso da Selvaggia Lucarelli
La ex giudice di Ballando con le stelle ha condiviso sui social uno scontrino battuto il 23 luglio scorso in un ristorante di Finale Ligure, amena località turistica del Savonese.
Non esattamente nota per i prezzi abbordabili (un chilo di focaccia ligure se acquistata in panetteria a Varigotti, frazione di Finale Ligure, costa anche 25 €).
La mamma di una bambina di tre anni ha ordinato un piatto di trofie al pesto e, per farne assaggiare un po’ alla figlia, che aveva già mangiato, ha chiesto un piattino in aggiunta.
Al momento del conto, impressa sullo scontrino, è arrivata la sorpresa. Nella lista delle voci consumate da tre persone, tra le acciughe fritte e l’acqua potabile (grazie al cielo, almeno quella era potabile), c’è un “piattino condivisione” da due euro.
In altre parole: 53,50 euro per trofie, acciughe fritte, acqua, una birra piccola più il coperto. Più due euro per il famigerato “piattino condivisione”, cioè per aver chiesto di condividere insieme alla bambina parte del suo pranzo.
Commento di Selvaggia Lucarelli: “Finale Ligure. Un piatto di trofie al pesto 18 euro, la mamma chiede un piattino per farne assaggiare un po’ anche alla bambina di tre anni che ha già mangiato. Sul conto le mettono due euro per il piattino. Tra l’altro avendole già messo sul conto il coperto”.
La replica del ristorante: i costi del servizio
Il commento non è passato inosservato ai titolari dell’“Osteria del cavolo” di Finale Ligure che si sono difesi dal commento di Selvaggia Lucarelli spiegando come il “piattino condivisione” non sia una truffa, ma una normale pratica commerciale che tiene conto dei costi del servizio e delle risorse impiegate.
“Non si tratta di un piattino ma di una porzione aggiuntiva per una persona in più”, ha precisato il proprietario del ristorante.
“Se una persona chiede un piatto da dividere in due o tre persone, noi dobbiamo usare più stoviglie, più posate, più tovaglioli, più tempo e più personale, questo comporta un costo aggiuntivo che viene segnalato nel menù e nello scontrino”.
Il titolare ha aggiunto anche che il (ragguardevole) prezzo delle trofie al pesto (18 €) è giustificato dalla qualità degli ingredienti e dalla preparazione artigianale della pasta.
I prezzi da capogiro in Liguria
Ma il caso del piattino da 2 euro nel ristorante di Finale Ligure portato alla ribalta da Selvaggia Lucarelli non è un’eccezione.
La Liguria, come ha appena raccontato il Corriere della Sera, è una delle regioni più care d’Italia per quanto riguarda i servizi turistici, soprattutto nelle località più rinomate.
Da La Spezia ad Alassio, passando per Noli e Sanremo, senza tralasciare ovviamente Portofino, le Cinque Terre, Lerici e Paraggi, i prezzi crescono di anno in anno.
In media, nella bollente estate 2023, un turista spende il 40% in più per mangiare, bere o anche solo per trascorrere qualche ora in spiaggia sotto l’ombrellone, sdraiato sul lettino.
Ecco alcuni esempi di quanto costa vivere da turisti in Liguria:
Per un chilo di focaccia quella di Recco servono 30 euro al chilo.
Un piatto di trofie al pesto, piatto tipico ligure diffuso in ogni locale, costa almeno 15 euro, nel caso di Finale Ligure segnalato da Selvaggia Lucarelli 18 euro.
Quasi impossibile trovare un fritto misto di pesce a meno di 30 euro.
Il pescato del giorno può costare anche fino a 80 euro al chilo.
Anche comprare un barattolo di pesto da portare a casa diventa quasi un investimento: 32 euro al chilo, per quello artigianale.
Nel golfo del Tigullio infine, sempre più meta di stranieri e personaggi famosi, un caffè espresso, seduti al tavolino della piazza centrale, arriva a costare 15 euro.
Per una bottiglia d’acqua ne servono cinque.
Otto per una spremuta d’arancia.
Dieci per una pallina di gelato.
E se si vuole mangiare una pizza in piazza Martiri dell’Olivetta, a Portofino, godendo della bellezza del tramonto sul mare? Una semplice margherita costa 45 euro. Coperto escluso, ovviamente.
Finale Ligure: la replica di Giovanni Toti a Selvaggia Lucarelli
Sul caso spinoso del ristorante di Finale Ligure sollevato da Selvaggia Lucarelli, e sulla nomea della Liguria inospitale e contro i turisti, è intervenuto con un commento su Facebook il governatore ligure Giovanni Toti:
“Non voglio difendere il ristoratore perché ritengo quell’extra sbagliato”, ha scritto il governatore ligure, “voglio difendere però i tanti ristoratori che ogni giorno lavorano seriamente in Liguria”.
“Non facciamo quindi di tutta l’erba un fascio”, ha aggiunto Toti, “per qualche situazione spiacevole che succede qui come altrove”.
Ma la domanda rimane: vale davvero la pena pagare due euro per un piattino? Forse la risposta sta nel fatto che la Liguria è la meta più ambita dell’estate 2023 in Italia