Starbucks apre a Bologna: polemiche per il negozio di via D’Azeglio
Starbucks apre a Bologna, parte il cantiere, trema qualche barista sotto le Due Torri e in via D’azeglio. (Anche se il punto vendita non avrà dehors sull’affaccio della strada).
Si sapeva da tempo che la multinazionale del caffè avrebbe preso il posto della libreria Mondadori al numero 34 di una delle vie più eleganti e storiche della città.
La più grande catena di caffè al mondo, con oltre 32 mila punti vendita in 80 paesi, apre per la prima volta a Bologna in un punto vendita che avrà una superficie di circa 400 metri quadrati.
Starbucks apre a Bologna prima di Natale
E che riproporrà anche nel capoluogo emiliano, probabilmente addobbato a festa dato che il taglio del nastro è previsto per le feste di Natale, il concetto di “terzo luogo” tra casa e lavoro.
Dove le persone possono socializzare, studiare o lavorare, sorseggiando una tazza di caffè.
Ma non tutti sono contenti.
Nemmeno sapendo che Starbucks apre a Bologna un grande spazio, ancora invisibile causa vetrine coperte, arredato in legno e metallo, con divani e poltrone, wifi gratuito e prese per ricaricare i dispositivi elettronici.
Non sono contenti neanche dopo aver saputo che il gigante del caffè proporrà eventi musicali, mostre d’arte e laboratori didattici in collaborazione con il Comune felsineo.
Ambiente e riciclo
E non è bastato sapere che oltre alle iniziative di stampo sociale e culturale, il primo negozio che Starbucks apre a Bologna si impegnerà a ridurre l’impatto ambientale. Utilizzando materiali riciclati e riciclabili, promuovendo il consumo sostenibile e il riciclo dei rifiuti.
In città, l’arrivo di Starbucks, nota anche in Italia dopo cinque anni di attività per muffin, biscotti, sandwich ma soprattutto per la varietà di bevande a base di caffè e cioccolato, tra cui i famosi frappuccini, ha scatenato reazioni contrastanti.
Sia tra i bolognesi che tra i baristi del centro storico.
Starbucks apre a Bologna: le polemiche dei bolognesi
Da una parte, c’è chi vede nella catena americana fondata nel 1971 a Seattle, negli Stati Uniti, un valore aggiunto per la città.
Come la multinazionale americana è percepita oggi a Milano, soprattutto per la Roastery di Piazza Cordusio, un successo nonostante i 23,5 milioni di euro persi da Starbucks.
Per la capacità di attrarre turisti e giovani, di offrire nuove opportunità di lavoro e di arricchire l’offerta commerciale sotto le Due Torri.
Dall’altra parte, c’è chi teme che Starbucks, che ha iniziato come un semplice negozio di caffè in grani per poi essere rilevata, nel 1987, da Howard Schultz, l’attuale presidente, possa minacciare la tradizione del caffè italiano.
Quello classico fatto al banco con la moka o la macchinetta espresso, servito in tazzine piccole e accompagnato da un cornetto o da una pasta.
Ma la maggior parte delle polemiche che circolano nelle ultime ore per il punto vendita che Starbucks apre a Bologna, si concentrano sulla scelta dell’amministrazione comunale.
Il Comune infatti, pur di avere il colosso del caffè in città, ha concesso una deroga al Regolamento Unesco che limita la presenza di attività all’interno dei centri storici.