5 ottimi motivi per adottare una mucca e ricevere burro e formaggi
E’ proprio il caso di dire che Adottaunamucca, l’idea di un gruppo di allevatori del bellunese, ha spaccato.
Dopo sole due settimane dalla pubblicazione dell’iniziativa sulla pagina Facebook hanno dovuto chiudere le adesioni, perché è finito il latte di mucca.
“Non ci aspettavamo assolutamente tanto entusiasmo ” ci ha raccontato Elvio Casanova Borca, il presidente della cooperativa Peralba, cui fanno capo gli allevatori coinvolti nel progetto. “E’ nato come un gioco, un modo per provare a rientrare un po’ dalle perdite che abbiamo subito con la pandemia“.
“Noi lavoriamo tanto con la stagione turistica e con i ristoranti – mi spiega Elvio – ma anche con chi ha una seconda casa nei paesi di queste montagne, e per le restrizioni non c’è potuto venire. Per noi è un fatturato importante che è venuto a mancare“.
La cooperativa Peralba riunisce cinque soci, tra i 20 e i 50 anni, ognuno con una piccola stalla e mucche che vengono allevate secondo la tradizione dei malgari e passano più della metà dell’anno brucando serenamente l’erba dei pascoli di montagna.
“Abbiamo avuto centinaia di richieste in pochissimo tempo“, mi spiega Elvio “e oltre a pensare al formaggio da spedire ora dobbiamo fare un po’ di scorta per chi ha sottoscritto pacchetti semestrali e annuali, in modo da garantire la fornitura di formaggio di mucca per tutto l’anno“.
Bisognerà aspettare il 1 luglio perché si riaprano le adozioni, alla scadenza delle iscrizioni mensili.
E se non l’avete ancora fatto, ecco cinque buoni motivi per scegliere subito la vostra mucca e non farvi scappare questa opportunità.
1. Aiutare chi ha voglia di lavorare
Fare l’allevatore tradizionale comporta sacrifici e rinunce, esborsi economici che non cambiano nemmeno in epoche di pandemia. Una mucca mangia tutto l’anno, e chi sceglie questa vita si prende anche la responsabilità del loro benessere. Non ci sono weekend fuori città o aperitivi, né viaggi e vacanze estive. Si vive del frutto del proprio lavoro quotidiano, e della soddisfazione di mantenere vivo un mestiere che collabora attivamente al mantenimento di un ecosistema sano. “Il sistema delle quote è una forma di preordine, ci protegge un po’ meglio dalle fluttuazioni del mercato e ci mette in condizioni di gestire meglio proprio i nostri animali e le nostre aziende, per non dover rinunciare a nessuno dei vantaggi che la piccola produzione offre, all’ambiente e ai consumatori“.
2. Preservare la cultura della terra
Quando le grandi fattorie industriali non esistevano, era uso tra gli allevatori riunirsi in associazioni e costituire delle latterie turnarie cui conferire il proprio latte, ciascuno secondo la propria capacità produttiva, da cui uscivano ricotte, formaggi, caciotte. Le spese di produzione venivano divise tra i soci conferitori e tutti riuscivano a chiudere la filiera, dalla mungitura al prodotto finito, pronto per essere commercializzato. La cooperativa Peralba di Costalta funziona ancora come una volta, ed è un lavoro prezioso perché le aziende più piccole e rispettose dei cicli naturali e della terra non debbano chiudere i battenti oppresse dalle spese e dalla concorrenza delle grandi stalle.
3. Riscoprire la stagionalità dei formaggi
Si parla di verdure di stagione, frutta di stagione, ma mai di formaggio di stagione. Eppure anche i prodotti caseari hanno una loro stagionalità (da non confondere con la stagionatura). A patto che il latte con cui è prodotto venga una mucca che si nutra in modo naturale: “Da maggio le nostre mucche brucano erba, che cambia a seconda dei mesi” mi spiega Elvio “quindi anche il formaggio avrà sapore diverso. Chi ha sottoscritto abbonamenti di sei mesi o un anno si accorgerà della differenza tra un formaggio prodotto a giugno e uno, per esempio ad ottobre“.
4. Risparmiare denaro, non qualità
Il progetto Adottaunamuccacostalta.it prevede tre possibili pacchetti, mensile a 39 euro, semestrale a 219 e annuale a 409, e ciascuno dà diritto a mezzo kg di burro, 1 kg di formaggio Latteria e a una caciotta, che arrivano a casa ogni mese (costi di spedizione già compresi nelle quote). Considerando che nella grande distribuzione un formaggio di malga (perché di questo parliamo), ammesso che si trovi, non costa meno di 30 euro al kg, che il burro di malga bene che vada ne costa 16, e che una caciotta di mucca di buona qualità costa dagli 8 euro al kg in su, i conti sono presto fatti: per 39 euro si portano a casa formaggi e burro del valore di 45 euro circa. E con i pacchetti semestrali e annuali, il risparmio è maggiore (e anche la stagionatura delle forme Latteria che arriveranno tra qualche mese).
5. Sai quello che mangi
“Le nostre mucche mangiano solo erba per sei mesi all’anno” mi spiega Elvio “e anche d’inverno, quando rientrano nelle stalle, mangiano solo fieno o mangimi prodotti in zona, da agricolori locali“. Durante i mesi estivi trascorrono la vita all’aperto nei pascoli della Val Visdende, sulle Dolomiti, in un ambiente incontaminato. Lì ci sono le malghe di tre dei soci della cooperativa, che ospitano tutte le vacche durante l’estate, le mungono e trasformano il loro latte. “Il formaggio che si produce d’estate è fresco e sa di fiori di campo, quello che si fa d’inverno, quando le mucche scendono a Costalta invece è morbido e saporito“.