Sempre aperti: a Milano la formula non stop di Ca’puccino
A Milano (e Roma, Torino, centri minori e isole) è tutto un fiorire di nuove aperture dedicate al cibo. Spuntano come funghi. Sembra che il food sia l’unico genere commerciabile, o che per lo meno offra qualche garanzia di ritorno economico. Si diffonde il tipo di locale che apre al mattino presto (alle sette, o giù di lì) e chiude verso le venti. Come Ca’puccino caffè e cucina, aperto a Porta Venezia, che fa parte della catena di dieci locali in Italia e quattro a Londra di Giacomo Moncalvo. In origine i Ca’puccino sono stati aperti all’interno dei primi outlet importanti (il primo a Barberino del Mugello); a Londra il primo è sorto all’interno di Harrods a Knightsbridge; poi (a Genova) si è entrati nelle aree urbane.
Gli ingredienti di Ca’puccino Milano? Ovviamente cappuccino e caffè ( miscela esclusiva, avvertono, al 100% Arabica), ingredienti di qualità, l’executive chef Roberto Quaglia, fornitori di rango (per i dolci, consulenza di Sal De Riso e di Luca Montersino; la focaccia di Recco è quella del Panificio Tossini; la cioccolata è Venchi, la mozzarella del caseificio Mandara). Il tutto racchiuso in uno spazio di 200 mq per 70 posti progettato da Monica Lupi e dall’architetto Nicolò Mori. Anche l’ambiente richiama i colori del cappuccino: marrone, bianco, ecrú; comode poltrone bianche, sedie nere abbastanza comode, luci calde da grandi lampade di pergamena a sospensione, librerie con pile di libri appese ai muri. Il servizio è discreto ed efficiente.
Ampia la scelta di brioche cornetti e dolcezze varie da colazione. Oltre alla serie di caffè “normali”, ci sono quelli preparati con la moka o con la napoletana, e le varianti “dolci” (Bicerin, cioccolato fondente crema di latte; del Professore, crema nocciola crema caffè; al cioccolato, al tiramisù, alla panna cotta, alla crema pasticcera…); tè in foglia, infusi, tè in fiore (bello l’effetto dello “sbocciare” del viluppo di foglie e germogli).
Cosa si mangia? In carta c’è una selezione di zuppe della tradizione italiana (6,50/6,90€), flan serviti con focaccia ai cereali (7,20/7,50€), pasta (dagli gnocchetti pomodoro e basilico ai ravioli del plin; 6,90/8,50€), insalate (9,50/11,50€), “piatti ispirati ai diversi modi di lavorare la farina” (ovvero, bruschetta, piadina, tigella, pizzata 6,50/8,90€) e piatti unici (roast beef con rosti, focaccia di Recco, 9,50/14,90€). Dolce del giorno, oppure tortino cioccolato e pere, ricotta e pere, torta giffonese (cioccolato nocciola con crema gianduja), babà al limoncello, crostatina alle mele con gelato, (5,50/5,90 €).
Dopo aver assaggiato un po’ di tutto all’inaugurazione, eccomi a pranzo. La mousse di zucca e carota con salsa al tartufo e Grana Padano DOP, carote fresche e tartufo, servita in un barattolo di vetro, calda, era buona. Ottima la focaccia ai cereali. Il problema del barattolo è sempre riuscire a prelevare tutto il contenuto senza ricorrere alle dita. Gli strozzapreti con radicchio di Treviso, salsa ai formaggi e scamorza affumicata sono non male, un po’ liquido il sugo.
Buono buono il dolce: due muffin, uno tiepido al cioccolato, uno freddo al mascarpone. Con un bicchiere di Lambrusco amabile delle Cantine Ceci, ho speso 23 €.
Accettabile per una formula che copre 12 ore di cibo, secondo voi?
Ca’puccino caffè e cucina. Via Malpighi 1, Milano. Tel. +39 02 29533923.