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25 Settembre 2018

Amazon aprirà 3000 supermercati AmazonGo senza casse e cassieri

"Come sarebbe lo shopping se si potesse entrare in un negozio, prendere quello che si vuole, e semplicemente andarsene?" Con questa domanda si apre il
Amazon aprirà 3000 supermercati AmazonGo senza casse e cassieri

“Come sarebbe lo shopping se si potesse entrare in un negozio, prendere quello che si vuole, e semplicemente andarsene?”

Con questa domanda si apre il video di Amazon che introduce AmazonGo, i negozi senza casse e cassieri che potrebbero essere il futuro della ristorazione veloce globale. Amazon ha appena annunciato l’intenzione di aprirne 3000 entro il 2021 (10 entro quest’anno, 50 nel 2019, e gli altri appunto entro il 2021).

I primi Amazon Go sono stati aperti un paio d’anni anni fa negli Stati Uniti, tre a Seattle e uno a Chicago. Il funzionamento è molto semplice, basta scaricare la app, gratuita, registrarsi (vale ad esempio la registrazione su AppleStore), usarla per entrare nel negozio.

• Si entra passando il cellulare sui tornelli d’ingresso, tipo metropolitana
• Si può anche entrare in più di una persona (figli, familiari, amici), basta che passino prima di te al tornello
• Qualsiasi cosa tu prenda dagli scaffali, viene automaticamente aggiunta al tuo carrello virtuale

• Qualsiasi cosa tu rimetta sugli scaffali, viene tolta dal tuo carrello virtuale
• Funziona allo stesso modo per gli articoli presi o rimessi a posto dai tuoi accompagnatori
• Attenzione: i prodotti vengono automaticamente aggiunti al tuo carrello, quindi non prendere articoli per altre persone

• Quando hai finito, puoi uscire, senza code, senza casse
• Poco dopo, ti verrà notificata la tua ricevuta, e l’importo sarà addebitato sulla tua carta di credito (non accettano le prepagate).

Tutto qui? Sì, ma anche no. Gli AmazonGo utilizzano un misto di tecnologie, dall’apprendimento automatico all’intelligenza artificiale, dalla visione del computer a sensori sofisticati.

Cosa si trova negli AmazonGo? Colazioni, pranzi, spuntini e cene pronte (da asporto ovviamente), preparati dagli chef di Amazon o da cucine e panetterie locali. Ci sono anche articoli come pane, latte, formaggi artigianali, cioccolati prodotti localmente.

Ci sono anche degli Amazon Meal Kits, con tutti gli ingredienti per preparare un pasto per due in 30 minuti. Gli orari di apertura vanno dalle 7 del mattino alle 18-19-20-21 di sera; solo uno rimane aperto il sabato e la domenica. A ribadire la destinazione colazione-pausa pranzo-spesa per cena dei locali.

Quindi, una pausa-pranzo diversa, più veloce, che potrebbe impensierire la concorrenza, da 7-Eleven, forte di 32.000 negozi (convenience store, quelli che noi chiameremmo negozi di vicinato) in tutto il mondo, alle paninerie come Subway e Panera Bread, alle piccole pizzerie a conduzione familiare, ai furgoncini di tacos (chissà se sono Ape-car anche negli USA). In realtà, Jeff Bezos sta ancora elaborando il modello preciso a cui fare ricorso, se appunto quello di 7-Eleven, piatti freschi cucinati in loco e una selezione di altri alimentari, o quello dei locali dove prendere qualcosa da mangiare di corsa, come la catena inglese Pret a Manger. Dei quattro AmazonGo già aperti, due offrono solo una scelta di panini, insalate e snack.

Gli elementi che Amazon deve tenere in conto sono diversi. Il primo AmazonGo secondo gli esperti è costato un milione di dollari solo in hardware. Così, aprire locali con un numero ridotto di prodotti può significare un notevole risparmio, riducendo il numero di sensori e telecamere. Anche offrire prodotti freschi, cucinati direttamente, puà essere un vantaggio, specie se si creano laboratori che servono più locali nelle vicinanze.

La politica di Bezos resta comunque quella di investire nelle imprese in cui crede, anche in perdita – lo ha fatto per Amazon Web Services, l’azienda di cloud computing. E ultimamente si è lanciato nei negozi “reali”, fisici: ha aperto 20 librerie negli Stati Uniti, e ha acquistato la catena di alimenti naturali Whole Foods Markets.

Ok, e qui in Italia, o meglio, a Milano? Dico Milano perché ricordo ancora il successo del Future Food District a Expo2015, con il suo supermercato futuribile. Niente, per ora, ma non è detto, E io, ovviamente, aspetto.

[Link: Bloomberg]

 

 

 

 

Emanuele Bonati
"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.
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