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Vino
1 Dicembre 2011 Aggiornato il 6 Aprile 2019 alle ore 20:38

Assaggi di vino. Su, su fino al giardino di Poggio Antico

Poggio Antico: chi non conosce i vini di questa prestigiosa azienda di Montalcino? Sono tra i più premiati in questo territorio competitivo e blasonato.
Assaggi di vino. Su, su fino al giardino di Poggio Antico

Poggio Antico: chi non conosce i vini di questa prestigiosa azienda di Montalcino? Sono tra i più premiati in questo territorio competitivo e blasonato. Io li conoscevo di fama e di bicchiere, avendoli assaggiati ripetutamente in questi anni. Ma non conoscevo fisicamente l’azienda e i titolari.

L’occasione felice è stata una degustazione ad Enologica, che mi hanno invitato a condurre. Quando debbo parlare di un’azienda mi piace visitarla e calarmi nei profumi e suggestioni dei luoghi. Il vino mi ha insegnato molte cose, e la principale è che una bottiglia cambia, nella mia percezione, quando la assaggio nel suo luogo naturale, sul terreno dal quale è nata.

Quindi in un assolato novembre, mi sono ritrovato a Montalcino. Passato il passo del Lume Spento, sono arrivato a Poggio Antico. No, non siamo nel “Signore degli Anelli”, come la toponomastica potrebbe far pensare, ma nella zona più alta di Montalcino. 450 metri sul livello del mare, che è davanti a noi, sembrerebbe quasi di poterlo afferrare. Ettari di bosco, che sono filtro e baluardo prezioso, per i 30 ettari di vigneto curati come un giardino.

Ci aspetta Paola Gloder, titolare dal 1984 di questa cantina. Una donna caparbia, pratica, ma con una passione contagiosa per questa terra. Ci parla di Poggio Antico con trasporto e convinzione, lo senti che è casa sua e che dietro c’è un progetto solido. L’idea di un sangiovese d’altitudine, pulito e elegante senza rinunciare alla sua integrità e riconoscibilità. L’orgoglio di essere un’impresa familiare, ma senza complessi. Di restare piccoli ma non minuscoli con un’idea del vino anni 90, ma in un senso buono e alto: il culto della qualità e del marchio su tutto.

Assaggiamo i vini, sono convincenti, scolpiti dall’altitudine e dai profumi varietali del sangiovese. Moderni nella nitidezza del frutto e precisione, senza rinunciare alla riconoscibilità di un territorio importante. Assaggiamo tutte le novità, ancora non in commercio, la verticale sarà ad Enologica.

Brunello 2007. Il colore è piacevolmente scarico e limpido, naso austero, il frutto è in evidenza, netto e nitido, con una piacevole nota ematica e ferrosa, in bocca ancora scorbutico, con una bella acidità che lo sorreggerà. La trama tannica è fitta e irruente. Un bel sorso di brunello, semplice ed efficace. 3 scatti

Altero 2007. Colore più concentrato e ricco. Il naso è fruttato e potente, il legno è ben integrato. In bocca pieno ed estrattivo, l’amarena è in evidenza e un poco smaccato. La trama tannica è fitta e vellutata e conserva una buona acidità varietale. Chiude su una salivazione importante che spinge al bicchiere. 3 scatti

Brunello Riserva 2006. Colore rosso brillante scarico, naso pieno e elegante, molto profumo. Legno ancora giustamente sopra e una buona sapidità, il corpo non è enorme ma fitto e elegante, con tannini vivi ma domati, il sorso nel complesso ê ricco e potente, ancora giovanissimo per valutarlo, ma molto promettente.

Brunello Riserva 2004. Colore rosso granato più carico, il naso è concentrato, con una nota surmatura in evidenza, nervoso al naso e profumato. In bocca una bella acidità, tagliente. Scabro, curiosa la rispondenza naso-gustativa, che non è netta e chiarissima. Nel complesso un poco scombinato, non so se si legherà mai. 2 scatti

Verticale Altero ad Enologica

Altero 2007 (anteprima). Resta l’impressione della bottiglia assaggiata a Montalcino. Un Brunello potente, con la vigoria del rovere francese, ma che non rinuncia a profumi eleganti e fini di Sangiovese, il nerbo acido lo regge su un corpo importante. Piacevole. 3 scatti

Altero 2006. Che bel vino, ancora giovanissimo ma elegante e profumato. Il frutto è estremamente nitido e vivo, la trama tannica piena e presente, ma mai soverchia. I tannini morbidi e vellutati, senza rinunciare ad una tipica vigoria. Il legno (tonneau) è presente e fine, perfettamente integrato. Molto giovane ma già interessante. 3 scatti

Altero 2004. L’annata importante comincia a sentirsi. Il vino è più risolto, tipico e riconoscibile. Profumi balsamici e corroboranti, frutti rossi e una bocca compatta dalla progressione notevole. Inizia a disegnare note minerali, ci si scolpiranno nel tempo. Un gran bel sorso. 4 scatti

Altero 1999. Un bel salto, quindici anni in un colpo. Il vino ha profumi complessi e nitidi, piccoli frutti rossi ancora vivi e una concentrazione un poco evidente. In bocca è pieno e morbido, con una piacevolezza notevole e un po’ “piaciona”. Si riconosce il sangiovese con la sua freschezza e intensità. 2 scatti

Altero 1990. Un altro salto e che vino! Il 1990 è il millesimo del grande successo di Montalcino, ma anche l’inizio dei problemi dovuti alla sovraesposizione del territorio ilcinese. L’annata calda in questo vino non si legge, grazie all’altitudine delle vigne. Un sorso spaziale! Profumi vivi e integri, ancora nervosi di frutto. Si sente il minerale e sentori di terra e humus, molto complesso. Cambia continuamente nel bicchiere senza segno alcuno di cedimento. In bocca poi è una gioia, succoso e dinamico. Molto tipico nei suoi tannini presenti ma domati. Un gran Brunello, e pensare che era ancora Igt! 4 scatti + secchio

Foto: Gabriele Nastro, iPhone

 

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