Botulino nel pesto. A caccia di 15.000 vasetti, ma i primi esami rassicurano
La buona notizia è che le prime analisi dell’Istituto Superiore della Sanità escludono la presenza del botulino nel pesto. E poi c’è da registrare la trasparenza con cui si è mossa l’azienda Bruzzone e Ferrari che ha dato l’allarme quando hanno capito dalle auto analisi che qualcosa non doveva funzionare. È scattata la psicosi da botulino per via della sigla 13G03 che identificava il lotto imperfetto di pesto, ma lo spavento ha permesso di circoscrivere l’infezione e qualche errore nella lavorazione. I Nas che hanno compiuto i controlli in azienda hanno trovato ottime condizioni igienico-sanitarie e “gente seria che lavora con scrupolo”. La contaminazione potrebbe essere stato causata da un incidente nel ciclo di lavorazione.
Le 100 persone che si sono recate negli ospedali di Genova non presentano la tossina nel sangue e nelle feci e anche l’unico bambino dei 19 portati al Gaslini è stato ricoverato per motivi che hanno poco a vedere con il botulino. Resta da comprendere quanti vasetti dei 14.872 (da 90 grammi fino a 4,5 chili) siano ancora in circolazione (erano sugli scaffali di Eataly, Coop, Carrefour, Conad, Ekom con i marchi Primia, Bontà d’Italia, Buongiorno Freschezza, SaporieDintorni) per far rientrare del tutto l’allarme (le sanzioni per i commercianti che non collaborano o che non provvedono a togliere dagli scaffali le confezioni segnalate variano tra i 500 ed i 3mila Euro).
Chi dovesse averne in casa, farebbe bene non solo a evitare di consumarle, ma a consegnarle alle autorità sanitarie o quantomeno a segnalare la corretta eliminazione. Una regola di convivenza civile che va a sommarsi a quelle utili a riconoscere conserve andate a male e a preparare quelle fatte in casa. Pesto compreso.
Per il cessato allarme si dovrà attendere giovedì, a 96 ore dagli esami, mentre le persone che hanno ingerito le spore possono sviluppare l’infezione tra le 18 e le 48 ore.
[Repubblica, skytg]