Capricci di Merion, tavola in Umbria per assaggiare pesce di lago e di mare
A Tuoro sul Trasimeno, tra Umbria e Toscana e lago e collina, c’è I Capricci di Merion, il Resort & Spa di Arianna Fiorenzoni e Stefano Santuari. Una dimora storica dell’Ottocento dove viaggi fuori dal tempo sospesi tra Italia e Provenza.
La struttura deve il nome a Merion, affascinante donna vissuta nel tardo ‘800, e ad un suo capriccio. La nobildonna, dubitando del Barone di Rondò suo amante, come prova d’amore si fece erigere una dimora dove suonare in assoluta tranquillità la sua arpa.
Dieci stanze con arredamenti ispirati ai più grandi artisti del passato definiscono la realtà. La suiteoffre anche una sauna all’interno. Negli oltre tre ettari di terreno si scoprono vigne, ulivi, orti, giardini e una piscina in marmo di acqua salata. Ci si immerge in un’acqua blu, color del mare, che ritempra e tonifica.
Il ristorante I Capricci di Merion è guidato dallo chef, poco più che trentenne, Simone Mancini. La sua grinta laziale, approdata da poco nella struttura, caratterizza l’eleganza della residenza con un’anima schietta.
I suoi piatti sono pensati per offrire un’esperienza che gioca fra territorio e vedute internazionali. Tecnica, materie prime locali e rare ricercatezze sono le protagoniste di una carta raffinata e di semplice lettura.
Menu e prezzi de I Capricci di Merion
Tre i menu degustazione del ristorante I Capricci di Merion da quattro (40 €), sei (55 €) e otto portate (67 €, al buio). Costa 30 € il pairing con vini e cocktail.
Accomodato al mio tavolo ho subito avuto il piacere di conoscere Luis Hajrullai, a capo della sala. Perfetto padrone di casa, attento sommelier e appassionato di mixology. Sono le tre caratteristiche che rendono Luis il traghettatore essenziale della cucina di Simone a tavola.
Un cocktail di benvenuto a base di Prosecco e fragole, a ricordare il Rossini, insieme a una sfilza di fresche e giocose entrée, aprono le danze di questa cena sotto le stelle.
In stile piccola pasticceria arrivano finto pomodoro di panzanella; bao al vapore con salmone in tartare e salsa caesar; rivisitazione della caprese con mousse di stracciatella, pomodoro confit e gelatina al basilico; cornetto al pomodoro ripieno di tartare di manzo, funghi chiodini e tartufo nero. Ed infine una spugna al nero di seppia con polpo e gel di mango. Spicca su tutti la panzanella per l’aromaticità ben bilanciata.
Grissini e pane fatto in casa dal ristorante I Capricci di Merion arrivano a tavola assieme all’olio extravergine di oliva di propria produzione Nobilgoccia.
Gli antipasti di pesce
Non vi nascondo che potrei vivere solo di lunghe carrellate di antipasti e dalla carta ho assaggiato tutti quelli a base di pesce.
Il primo ad arrivare è il Sashimi di tonno pinna gialla, gazpacho di anguria con 8 varietà di pomodoro del Gargano, estratto di menta, polvere di limone e nero di seppia (17 €). Un piatto dai colori intensi e dal sapore mite. Un inno all’estate, lontano dal territorio ma centrato nel gusto.
In abbinamento, per celebrare l’Italia ed i suoi colori, Luis mi consiglia il classico aperitivo all’italiana con vermouth, ghiaccio e arancia.
Acidità e freschezza in grande equilibrio sono il binomio che riassume il Carpaccio di ricciola con yogurt greco lavorato, caviale e lamponi (17 €). Il punto vincente è la sapidità del caviale che aggiunge persistenza al gusto morbido della ricciola. Con lui bevo il rosato IGT Solo Syrah dell’azienda toscana Trevisan, fruttato e speziato, ottimo assieme al pesce.
A concludere la prima tranche, arriva l’anguilla laccata con fagiolina del Trasimeno, lenticchie di Castelluccio e passion fruit (16 €). Con questi accostamenti si vede quanto a Simone piaccia giocare fra tradizione e contaminazione. L’Umbria in Sudamerica con elementi che fanno da sfondo al gusto grasso e intenso dell’anguilla.
I primi piatti dei Capricci di Merion
Con i primi è stata un’escalation di sorprese, a partire dal tortello cozze e patate, crema di parmigiano fredda e uova al salmone (17 €). Un morso sapido, denso e ricco di contrasti. Un nuovo piatto del menu che già sa di cavallo di battaglia. Anche qui l’abbinamento è con un drink, un vodka sour con infusione del distillato al basilico per 11 giorni.
La mano dello chef è artefice di un sensazionale fagottello, simil plin, alla carbonara con tinca affumicata, liquirizia e guanciale umbro (17 €). La tradizione romana è qui racchiusa in uno scrigno di pasta che esplode al palato. L’uovo non è invadente grazie all’aroma balsamico della liquirizia che sgrassa mentre la tinca affumicata aggiunge un twist amaro e piacevole sul finale.
Una Torino – Roma, tra plin e carbonara, sintetica e d’impatto alleggerita dallo Champagne Louis Roederer Brut Premier.
Immancabile un classico spaghettone, qui arricchito con maionese di ostriche, polvere di cozze e salsa al prezzemolo (22 €). Uno schiaffo di iodio con una pasta dalla cottura impeccabile che abbraccia il mare. Non si trova un gusto unico e coprente ma una tavolozza di colori che dipingono il piatto. Note rotonde, grasse, marine si consolidano tra loro in un piatto tutto da assaporare.
Fa discutere il vino scelto in abbinamento: il Palazzone Vendemmia Tardiva 2018, Orvieto Classico Superiore DOC. Un vino dolce che assieme all’estrema sapidità della pasta si scontra in un duello che o ami o odi, dove i gusti si annullano per ricrearsi all’assaggio successivo.
La carne ai Capricci di Merion
Sul finale si cambia completamente musica con creazioni carnivore. Fra queste arriva il piccione con fragole, rabarbaro e fiori sambuco (20 €). Grande armonia di abbinamenti e abile cottura della carne fanno di questo un piatto più che riuscito.
Con lui bevo una piacevole scoperta: Suisogni, Rosso Toscano IGT 2019 dell’Azienda Agricola Casa Gori. Un 100% Sangiovese dal giusto tono naturale.
A chiudere Simone mi fa assaggiare il capriolo cotto alla brace, topinambur, jus, asparagi e mousse di patate viola (21 €). Un piatto che da solo vale il viaggio. Una carne morbida e sgrassata da tutte le verdure in accompagnamento in molteplici consistenze e temperature.
Per l’ultimo abbinamento rimaniamo in Toscana con Piano del Sarti 2008 di Tenuta La Novella dall’accento francese con 60% Sangiovese, 25% Cabernet Sauvignon ed una punta di Teroldego e Merlot.
I dolci
Il capitolo dolci non è da meno, con scelte divertenti e anche qui improntate a uno spirito internazionale. Ho provato il semifreddo al basilico, cioccolato bianco e oro per iniziare l’approccio al comparto dessert (8 €). Un piatto ludico che sa d’infanzia e di estati sotto l’ombrellone.
Sempre opera di Simone è la cheesecake scomposta allo yogurt, mango, cioccolato bianco, crumble al gianduia e menta (8 €). Ottimo fine pasto estivo e colorato.
Tantissimi sono i motivi per trascorrere qualche giorno in questo angolino raro e nascosto dell’Italia e uno è il sicuro approdo culinario di Simone Mancini insieme alle comodità offerte dalla struttura.
I Capricci di Merion. Via Pozzo, 21. Tuoro sul Trasimeno (PG). Tel. +39075825002