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Vino
25 Marzo 2012 Aggiornato il 6 Aprile 2019 alle ore 21:03

Cerea. I punteggi dei vini veri, o naturali, a due passi dal Vinitaly

Vini veri, naturali, artigianali. Sono tre le manifestazioni in contemporanea al Vinitaly (che ne ospita una, Vivit). Ecco quella di Cerea
Cerea. I punteggi dei vini veri, o naturali, a due passi dal Vinitaly

Ancora Vini Naturali , anzi no “Viniveri”, anzi no “vini secondo natura” come recita la seconda parte del nome dell’evento che è in corso di svolgimento presso L’Areaexp “La Fabbrica” nel cuore della cittadina di Cerea, vicino Verona in quasi contemporanea (chiuderà i battenti domani) con Vinitaly.

Vini con solfiti, anzi no senza solfiti, anzi no biodinamici, anzi no biologici, anzi no col fischio, col raschio, col caschio (come dice Gigi Proietti in “Febbre da Cavallo”).

La mancanza di una chiara identificazione della tipologia viene confermata dalla presenza in contemporanea di 3 iniziative sullo stesso tema, che vedono presenti i produttori, accomunati da questa stessa filosofia, in tre diversi luoghi: Viniveri a Cerea, Vinnatur a Villa Favorita (vicino Vicenza) e addirittura uno spazio all’interno di Vinitaly denominato Vivit. E tutte, guarda caso,  più o meno negli stessi giorni di fiera veronese.

Ma veniamo a Viniveri e alla qualità delle bottiglie assaggiate in questa giornata inaugurale.

Buona la rappresentanza delle regioni italiane, accompagnate da una selezione estera composta da aziende francesi, slovene, croate, spagnole e austriache e, per la prima volta, georgiane.

Eviteremo di parlarvi dei vini già recensiti durante l’evento “Vini Naturali a Roma” cui rimandiamo.

Peccato non aver potuto provare  nulla dei due sardi Columbu e Panevino; le loro postazioni erano infatti vuote. Complessivamente la qualità dei prodotti degustati è media. Ciò nonostante l’esperienza d’assaggio è  stata interessante e vi segnaliamo le cose che ci hanno colpito .

Cappellano dr. Giuseppe (Piemonte, Langhe) – Tra i 2 Baroli 2007 presentati abbiamo apprezzato lo stato di grazia del Piè Rupestris  particolarmente espressivo al naso, con note di viola, rosa ed erbe aromatiche, con una bocca setosa nonostante un tannino di carattere e ancora vivo.

Pedrotti Gino (Trentino). Buona la Nosiola 2010 (+secchio), molto buono il Vino Santo 1999 (½ ) a base di uve Nosiola appassite, con sentori di albicocca, datteri e fichi secchi, miele di zagara che si ritrova in una bocca dolce ma non stucchevole con una acidità integra e una buona lunghezza.

Casa Coste Piana (Veneto – Valdobbiadene) – I prosecchi di questa azienda non rincorrono le mode e la selezione Brichet è li a testimoniarlo: naso minerale e gessoso, fiori bianchi, in bocca si trovano agrumi verdi, ancora la mineralità che ritorna regalando un sorso netto e verticale.

 e secchio

Vodopivec (Friuli Venezia Giulia – Carso). Presentate tre annate della Vitovska che presentano profili gustativi coerenti con l’andamento  climatico delle vendemmie 2005, 2006, 2007; abbiamo preferito la versione severa e originale della 2006, con note di erbe officinali e zafferano, con una beva severa, elegante ma di grande appagamento.

Oasi degli Angeli (Marche – Piceno). Oltre ad un promettente Kurni 2010 (½) abbiamo potuto assaggiare una  sfavillante versione del    Kupra 2009 (), vino virtuale prodotto in 400 bottiglie a base di Bordò (nome locale di un biotipo di Grenache): al naso radice e china, in bocca elegante, con note speziate, complesso e bevibile, quasi la quadratura di un cerchio.

Zampaglione (Campania – Alta Irpinia). 2 le annate  del Don Chisciotte, un Fiano proveniente da zona e altezza insolita (Calitri); il 2008 (½) ha profumi di genziana e erbe officinali, in bocca mineralità, sapido al limite del sassoso, equilibrato e lungo.

 

Marabino (Sicilia – Piana di Noto). Interessante tutta la selezione presentata, in evidenza i 2 Nero d’avola, tipico, più fresco e di facile beva il 2010 (e secchio), più complesso ugualmente tipico, meno agile in bocca la Riserva 2009 ().

 

Ferrandes (Sicilia – Pantelleria). Il Passito di Pantelleria di Salvatore Ferrandes emoziona ad ogni assaggio: la versione 2006 ha ridestato la nostalgia dell’isola di origine: profumi di zibibbo passito, di fiore di cappero e di fico secco, in bocca è un’esplosione di frutto e di erbe spontanee con il residuo zuccherino bilanciato da un’acidità viva.

 

Riecine (Toscana – Chianti Classico). I Vigneti dell’azienda sono situati  in una delle zone più classiche:  Gaiole. I vini Chianti classico e Chianti classico riserva sono entrambi 2009 e entrambi interessanti: il primo è elegante con sentori  di viola e spezie e con una bevibilità superiore (e secchio),  la Riserva esibisce materia e frutto integro con una ampiezza che ora si intuisce appena ().

Domaine de Marnes Blanches (Francia – Jura). Il Vin de paille 2008 (½) è una versione composta da chardonnay, savagnin e poulsard in parti uguali appassite per 6 mesi sulla paglia (da cui il nome): al naso frutta secca, mandorla e noce, poi radice e sottobosco, in bocca beva fresca ed equilibrata nonostante il residuo zuccherino importante.

Clai Bijele Zemlje (Croazia – Istria). Malvazija Sveti Jakov 2010 () è una Malvasia Istriana davvero ben riuscita, l’estrazione assicurata dalla macerazione sulle bucce è ben gestita, l’olfatto è ricco di profumi di frutta secca, note balsamiche e speziato, in bocca è ricca, minerale ma già abbastanza equilibrata.

(Stefano Ronconi e Maurizio Valeriani)

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