Chianti classico da doc del vino diventa operazione fallimentare Mps?
Le parole pesano come pietre. E i nomi anche. Prendi, ad esempio, Chianti classico che nell’immaginario collettivo è l’equivalenza del vino di Toscana. Anzi, si potrebbe dire dell’Italia vinicola apprezzata ai quattro angoli del mondo. Dietro al Gallo Nero ci sono un territorio, panorami da cartolina, uva sangiovese, cantine, vignaioli, uomini, donne. Tutti e tutto intenti a mantenere fede a tradizione e a confrontarsi con il mercato battendo nuove strade come testimonia l’ultima Assemblea dei soci del 14 Gennaio che cerca di rendere più dinamica una realtà con alcune iniziative:
- Riassetto della Denominazione che prevede la valorizzazione della Riserva attraverso nuove regole di produzione
- Nascita di una nuova categoria di Chianti Classico che si posizionerà al vertice della piramide qualitativa
- Restyling del famoso logo del Gallo Nero che uscirà dalla fascetta di Stato per accresce la propria visibilità sulla bottiglia (presentazione al Chianti Classico Collection – Firenze, Stazione Leopolda, 18-20 febbraio)
- Alcune importanti novità per la movimentazione del vino sfuso
Nel frattempo esce la notizia che qualcuno al Monte dei Paschi di Siena ha voluto dare il nome Chianti classico ad un’operazione del novembre 2010 che realizzò una cartolarizzazione di una parte del patrimonio immobiliare e lo collocò sul mercato titoli per un valore di 1,5 miliardi di euro aspettandosi di incassare 450 milioni. Secondo il settimanale Panorama, nelle indagini dei magistrati senesi che stanno vagliando ipotesi di reato riconducibili agli ex vertici della banca, sarebbe emerso un conto Chianti classico che rischierebbe di provocare una perdita ulteriore di 500 milioni di euro.
La notizia è stata smentita al termine di una giornata che ha visto il titolo Mps perdere il 9,46%. Ma resta l’improponibile confronto tra la nota di smentita dell’operazione del Monte dei Paschi chiamata Chianti classico e l’articolo 3 del Disciplinare del disciplinare che delimita la zona di produzione del vino “Chianti Classico”.
Chiedere una norma che vieti l’utilizzo dei nomi del vino per definire una qualsiasi operazione che di uva ha ben poco e che potrebbe tradursi in un inaspettato danno di immagine sarebbe a questo punto un eccesso di zelo?