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28 Luglio 2011 Aggiornato il 2 Luglio 2014 alle ore 21:44

Come calcolare quante risorse consumi facendo la spesa

Inquina più una zucchina o un'albicocca? Si consuma più acqua producendo una confezione di pasta o una di riso? Impiega più carbonio una bistecca o un
Come calcolare quante risorse consumi facendo la spesa

Inquina più una zucchina o un’albicocca? Si consuma più acqua producendo una confezione di pasta o una di riso? Impiega più carbonio una bistecca o un trancio di salmone? E qual è l’impronta ecologica della tua spesa?

Avevamo tutti qualche nozione generica dell’impatto che il nostro carrello ha sull’ambiente e pochi ignoravano che il km 0 e l’ortofrutta di stagione sono più ecologici delle primizie esotiche. Ma ora il nostro “scontrino ambientale” possiamo calcolarcelo da soli. Basta entrare nella piattaforma online del Wwf “carrello della spesa“, percorrere virtualmente i corridoi del supermercato, scegliere i prodotti e passare alla cassa dove lo scontrino ci sarà consegnato. E sarà certo, almeno così è stato per noi, tra conferme e sorprese, un’esperienza istruttiva.

Dal viaggio tra gli scaffali abbiamo appreso, per esempio, che l’impronta idrica di mezzo chilo di carne bovina, cioè il volume totale di acqua dolce utilizzata per produrla, calcolata lungo tutta la catena di produzione, è pari a quasi otto volte quella dell’equivalente in peso del salmone affumicato e che l’impronta di carbonio di mezzo chilo di burro, cioè il CO2 speso per produrlo e trasportarlo, è sei volte quella di 500 g di uova.

Tra gli alimenti più “idrovori” ci sono la carne (1951 litri per 500 gr.), il riso (3440 lt./1kg.), i legumi (2028 lt./500 gr.), latte e latticini (1033/1 lt. per il latte, 316/250 ml. per lo yogurt), il caffè (4738 lt./1kg.), l’olio d’oliva (13.353 lt./1l.), il cibo per animali (3327 lt./400gr.) mentre in fatto di Co2, i cibi con l’impronta più ingombrante sono la carne (1 kg di Co2 è speso per produrre e trasportare 500 gr. di pollo), la pasta (0,96 gr./500 gr), la birra d’importazione (1,7 kg. di acqua per 33 cl.), lo zucchero (1,96/1 kg.), l’olio d’oliva (2,44/1 lt.) e il cibo per animali (1,57/400 gr.). Più parsimoniosi i crostacei (consumi idrici pari a zero), le carote (98 cl. di acqua e 0,07 gr. di Co2 per 500 gr. di prodotto) e gli agrumi (0,22 gr. di Co2 per 500 gr. di clementine).

In testa nella classifica dei grandi inquinatori c’è la carne (ci vogliono 2.400 litri di acqua per produrre un hamburger da 150 gr. mentre ne bastano 200 per produrre un uovo, alimento confrontabile con la carne per valori nutrizionali). Penalizzanti risultano non solo le lunghe distanze coperte dal trasporto  ma anche il lavoro di trasformazione che c’è dietro un prodotto che mettiamo nel carrello.

Come confermano i dati relativi all’impronta idrica del pomodoro, raccolti sul campo e negli stabilimenti di produzione dalla Mutti con il supporto scientifico del Wwf e del Dipartimento di Ecologia Forestale della Facoltà di Agraria dell’Università della Tuscia. Dati che dimostrano che il consumo di acqua connesso alla produzione di un chilo di pomodori freschi (156 litri) è inferiore a quello di una bottiglia di passata di 720 gr. (172 litri) e, ancor di più, di un barattolo di polpa (223 litri per una confezione da 400 gr.).

Fonte: wwf.it, helpconsumatori.it

 

 

 

 

 

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