Compra Canadese: perché il voto in Canada è contro i dazi di Trump

Il risultato delle elezioni federali in Canada del 28 aprile 2025 saranno segnate dalle crescenti tensioni commerciali con gli Stati Uniti. Un elemento distintivo di questa tornata elettorale è il movimento Buy Canadian, “Compra Canadese”, che si fa strada nei supermercati. Questa tendenza è una risposta diretta ai dazi commerciali di Donald Trump.
«Ho cambiato marca di dentifricio e biscotti, yogurt e shampoo e pure il tipo di mele. Non compro più nulla “Made in Usa”», spiega Claire Tremblay, 62 anni, a Anna Lombardi che ha scritto un articolo per Repubblica. Compra Canadese è il riassunto di quanto accade tra gli scaffali di Farm Boy. Un supermercato su Metcalfe Street, nel cuore di Ottawa, nelle vicinanze del Parlamento che gli elettori canadesi sono chiamati a rinnovare.
I dazi di Trump hanno dato una spinta formidabile ai Liberali di Mark Carney. Il successore alla guida del partito Liberal e del Paese dopo le dimissioni di Trudeau potrebbe beneficiarne. Tanto che gli ultimi sondaggi lo danno in minimo vantaggio dopo aver recuperato ben 24 punti.
Come si è arrivati alle elezioni in Canada del 2025

Diversi eventi hanno caratterizzato Il percorso verso le elezioni federali canadesi del 2025. A gennaio, il precedente Primo Ministro Justin Trudeau ha annunciato le sue dimissioni, aprendo la strada a una nuova leadership all’interno del Partito Liberale. La successiva corsa alla leadership ha visto l’affermazione di Mark Carney, figura di spicco con una notevole esperienza internazionale come ex governatore della Banca del Canada e della Banca d’Inghilterra. Carney ha assunto la guida del partito il 9 marzo e ha indetto le elezioni federali per il 28 aprile.
La scena politica canadese vede schierati principalmente il Partito Liberale, ora sotto la guida di Mark Carney, e il Partito Conservatore, guidato da Pierre Poilievre. Altri partiti con una presenza parlamentare significativa includono il Nuovo Partito Democratico (NDP) con Jagmeet Singh come leader. E il Bloc Québécois, guidato da Yves-François Blanchet.
La politica commerciale aggressiva del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è un elemento che ha dominato la campagna elettorale. La decisione di imporre pesanti dazi sulle importazioni canadesi, che includevano settori chiave come l’acciaio, l’alluminio e, in particolare, l’industria automobilistica, unitamente alle sue ripetute minacce alla sovranità del Canada, ha profondamente scosso l’opinione pubblica canadese. Inizialmente, il Partito Conservatore di Poilievre sembrava godere di un vantaggio nei sondaggi. Ma l’escalation delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti ha finito per ridefinire l’agenda politica e le priorità degli elettori.
Cosa dicono i sondaggi
I sondaggi condotti nelle settimane precedenti il voto indicano una probabile vittoria per il Partito Liberale di Mark Carney. Con la possibilità di ottenere una maggioranza, seppur modesta, dei seggi alla Camera dei Comuni. Questa rimonta dei Liberali è attribuita a un’ondata di forte nazionalismo che ha attraversato il Canada in risposta alle azioni e alla retorica di Trump. Alcune stime dicono che ai Liberali potrebbero andare fino a 185 seggi contro i 135 dei Conservatori.
L’imposizione dei dazi americani e le dichiarazioni del Presidente Trump hanno innescato una notevole trasformazione nel panorama politico canadese. Un’elezione che inizialmente sembrava destinata a un successo conservatore si è evoluta in una probabile vittoria per i Liberali. La percezione di una minaccia esterna ha agito da potente catalizzatore. Rafforzando il sentimento di unità nazionale e spostando il sostegno elettorale verso il partito visto come più attrezzato per affrontare le sfide poste da Trump. La retorica aggressiva e le azioni concrete degli Stati Uniti hanno avuto l’effetto di galvanizzare l’identità canadese e di focalizzare il dibattito politico sulla necessità di difendere gli interessi nazionali.
Come nasce il movimento Compra Canadese

La genesi del movimento “Compra Canadese” è legata alla cronologia dell’imposizione dei dazi americani sui prodotti canadesi. A partire da marzo 2025, l’amministrazione Trump ha implementato una serie di tariffe su diverse categorie di importazioni dal Canada. Questi dazi includono un’aliquota del 25% su beni non conformi alle regole di origine dell’accordo USMCA (United States-Mexico-Canada Agreement). Un’aliquota inferiore del 10% su alcuni prodotti energetici e sul potassio. Ma in particolare, tariffe del 25% sull’acciaio e sull’alluminio. Seguite da analoghe tariffe sull’industria automobilistica canadese. Queste misure hanno inevitabilmente portato a un aumento dei costi sia per le imprese canadesi che per i consumatori.
La reazione popolare in Canada non si è fatta attendere. Molti cittadini hanno pensato di sostenere l’economia nazionale acquistando prodotti di provenienza canadese. Le ripetute affermazioni di Trump di rendere il Canada il 51° stato degli USA, hanno ulteriormente alimentato questo sentimento nazionalista. E la conseguente determinazione a difendere l’identità e l’indipendenza canadese.
Cosa succede nei supermercati e nei negozi del Canada

A livello pratico, questo si è tradotto in un crescente boicottaggio dei prodotti americani. E una contestuale ricerca attiva di alternative canadesi nei supermercati. In risposta a questa evoluzione della domanda, i rivenditori hanno iniziato a rendere più visibile l’origine canadese dei prodotti. Promuovendo etichette chiare e campagne promozionali mirate.
Alcuni rivenditori hanno deciso di ridurre l’offerta di determinati prodotti americani, sostituendoli con equivalenti canadesi per soddisfare le preferenze dei consumatori e sostenere l’economia nazionale. Insomma, le etichette dei prodotti alimentari sono entrate in campagna elettorale anche se indirettamente.
È il riflesso delle dichiarazioni programmatiche dei leader che si sfidano in queste elezioni. Su cui aleggia l’incognita di Trump, dei dazi e delle mire espansionistiche su Canada, Groenlandia, i canali di Panama e di Suez, sulle terre rare dell’Ucraina.
I protagonisti politici e il Compra Canadese

Il movimento Compra Canadese ha trovato un ampio sostegno tra le figure politiche canadesi, sebbene con diverse sfumature e approcci strategici. Il Primo Ministro Mark Carney e il suo governo liberale si sono apertamente schierati a favore di questa tendenza come una risposta diretta e necessaria ai dazi commerciali imposti da Donald Trump. Carney ha promesso di utilizzare in modo strategico il significativo potere d’acquisto del governo federale per favorire l’acquisizione di beni e servizi di provenienza canadese.
Il governo liberale ha anche intrapreso iniziative volte a ridurre le barriere commerciali interne tra le diverse province canadesi. Un modo per rafforzare il mercato interno, facilitare la circolazione di beni e servizi prodotti in Canada. E, di conseguenza, sostenere l’economia nazionale nel suo complesso. Il governo Carney ha anche introdotto una serie di contromisure tariffarie nei confronti degli Stati Uniti. Queste misure sono concepite per proteggere i lavoratori e le imprese canadesi dalle ripercussioni negative dei dazi americani e per esercitare pressione sugli Stati Uniti affinché ritornino su tali decisioni.
Il partito conservatore

Anche il Partito Conservatore, con il suo leader Pierre Poilievre, ha adottato una posizione che pone l’accento sul “Canada First”. Tuttavia, i Conservatori hanno spesso criticato la gestione della crisi commerciale da parte del governo liberale, proponendo una strategia diversa. La loro piattaforma include la promessa di una rinegoziazione anticipata dell’accordo commerciale USMCA con gli Stati Uniti. L’obiettivo è ottenere condizioni più favorevoli per il Canada, e, in alcuni casi, la sospensione temporanea dei dazi reciproci durante i negoziati.
Il Nuovo Partito Democratico (NDP) ha espresso un sostegno generale alla necessità di proteggere l’economia canadese, ma ha spesso criticato sia i Liberali che i Conservatori.4 Il Bloc Québécois sostiene implicitamente l’importanza di un’economia canadese forte, che include anche i prodotti e le imprese del Quebec.
A livello di iniziative e politiche specifiche, il governo liberale ha proposto la creazione di un fondo per i corridoi di diversificazione commerciale. Questo fondo mira a ridurre la dipendenza del Canada dal commercio con gli Stati Uniti, investendo in infrastrutture e relazioni commerciali con altri paesi. I Conservatori, dal canto loro, hanno promesso un “Taxpayer Protection Act” e tagli alle tasse. Misure che, secondo loro, avrebbero l’effetto di stimolare l’economia e, indirettamente, favorire il consumo di prodotti canadesi.
Il sostegno al movimento Compra Canadese sembra quindi andare oltre le tradizionali divisioni politiche in Canada. Sia il governo liberale in carica che l’opposizione conservatrice hanno adottato una retorica che enfatizza l’importanza di favorire i prodotti nazionali.
E c’è chi, a livello provinciale, ha risposto in maniera ironica a Trump. Il premier dell’Ontario, Doug Ford, ha proposto di “comprare il Minnesota” come reazione alle affermazioni di Trump.
L’impatto del Compra Canadese sul panorama politico

L’ondata di nazionalismo che ha accompagnato questo movimento ha contribuito in modo significativo a plasmare l’opinione pubblica e, con ogni probabilità, l’esito del voto. Mark Carney ha a suo vantaggio l’esperienza in economia internazionale. Ha ricoperto la carica di governatore della banca del Canada e ha traghettato pure quella d’Inghilterra in piena Brexit.
Il movimento Compra Canadese ha avuto impatto anche sull’immagine del leader conservatore, Pierre Poilievre. La percezione di una sua eccessiva vicinanza a Trump ha danneggiato la sua credibilità agli occhi di molti canadesi che cercano un leader capace di opporsi alle pressioni americane.
L’esito delle elezioni e la forza del movimento Compra Canadese avranno un impatto sulle future relazioni tra Canada e Stati Uniti. Una vittoria liberale potrebbe inizialmente portare a un periodo di maggiore tensione nelle relazioni bilaterali. Tuttavia, data la profonda interdipendenza economica, è probabile che entrambi i governi cercheranno di trovare un terreno comune per la cooperazione economica.

Questo movimento ha anche portato a una notevole crescita della consapevolezza tra i consumatori canadesi riguardo all’origine dei prodotti che acquistano quotidianamente. Ma gli effetti si sono registrati anche in altri settori dell’economia. Il boicottaggio del Compra Canadese non si limita ai supermercati che indicano alternative locali applicando ai prodotti adesivi con la foglia d’acero. I Canadesi non espongono alcolici statunitensi, cancellano gli abbonamenti a Netflix e Amazon Prime e le vacanze negli Stati Uniti. E comprano cibo per cani e gatti solo Made in Canada.