Coronavirus. Pechino in parziale lockdown per contagi da salmone
In Italia e in Europa ci si avvicina alla soglia zero contagi da Covid-19 con la Francia che riapre bar, bistrot e ristoranti a Parigi e con gli annunci delle riaperture delle frontiere tra Stati.
Ma il coronavirus non sembra arrendersi da dove è partito, cioè la Cina. A Pechino è stato chiuso il mercato di Xinfadi che con i suoi 112 ettari di estensione e i 10 mila addetti è il più grande della Cina e dell’Asia.
79 nuovi contagi su una popolazione di 22 milioni di persone non autorizzano certo a parlare di una nuova ondata, ma i segnali che arrivano dal Paese asiatico non sono incoraggianti.
Cosa sta succedendo a Pechino
Dopo aver scoperto un focolaio giovedì scorso, il mercato è stato sigillato e una vasta zona della capitale ha conosciuto il lockdown in modalità bellica. È stata schierata la polizia militare che controlla l’osservanza dei perimetri e delle rigide regole di isolamento di decine di comprensori residenziali. E sono stati avviati massicci test sulla popolazione che può aver avuto contatti con il mercato per isolare i contagiati. Sono cadute anche le teste del vicecapo del distretto Fengtai di Pechino, dove è collocato il mercato, il segretario di partito del circondario e il general manager di Xinfadi. Il potere centrale vuole dimostrare che nemmeno il coronavirus può batterlo.
Sulle altre sponde occidentali, le Borse hanno aperto la settimana con indici al ribasso, segno che c’è preoccupazione per una nuova ondata di lockdown che metterebbe a dura prova le economie dei Paesi industrializzati.
La colpa dei contagi sarebbe del salmone
La colpa, a quanto fa sapere la Cina, sarebbe del salmone trattato nel mercato di Xinfadi che avrebbe portato in Cina il ceppo europeo del coronavirus e acceso i nuovi focolai.
Difficile comprendere se si tratta del temuto avvio di una ripresa dei contagi o soltanto una situazione normale cui bisognerà adattarsi e che si traduce nel continuare a mantenere i comportamenti che abbiamo appreso in questi mesi: lavaggio frequente delle mani, utilizzo delle mascherine e distanziamento sociale.
Con buona pace del salmone (che ha ben altri problemi) e del ceppo europeo del coronavirus che farebbe ritorno alla madrepatria scombussolando la voglia di normalità che tutti abbiamo.