Coronavirus. Tutto sul bonus ristoranti: cosa prevede e chi ne ha diritto
Il decreto “Agosto” del governo Conte non c’è ancora, dovrebbe arrivare oggi. Ma i contenuti ormai si conoscono, comprese alcune novità sul bonus ristoranti.
Bonus ristoranti: anche per i pagamenti in contanti
Per esempio, il bonus ristoranti potrebbe non limitarsi a Bancomat e carte di credito, cioè ai pagamenti tracciabili, ma dovrebbe essere esteso ai contanti.
Come dicevamo ieri, l’incentivo al consumo previsto dal governo si basa sul rimborso ai clienti del 20% del conto, con una spesa massima ancora da decidere, per tutti i pasti consumati nei bar, caffè e ristoranti tra settembre e novembre 2020.
Finirà nelle tasche dei ristoratori, invece, un contributo a fondo perduto da impiegare nell’acquisto di prodotti italiani.
Bonus ristoranti: contributo alle attività nei centri storici delle città capoluogo
Un‘altra novità del bonus ristoranti è un secondo contributo a fondo perduto. Questo dovrebbe andare ai ristoratori le cui attività si trovano nei centri storici delle città capoluogo, in crisi per l’assenza di turisti stranieri. Per intendersi, le città interessate dal provvedimento sono quelle che fino al 2019 hanno avuto arrivi dall’estero cinque volte superiori al numero dei residenti.
Le novità sulla cassa integrazione
Dovrebbe diventare “selettiva” la cassa integrazione. E riguardare le attività ristorative che hanno subito un calo del fatturato a causa della pandemia.
In pratica, saranno concesse altre nove settimane di cassa integrazione soltanto alle attività che hanno già esaurito la prima parte, sempre di nove settimane. Tuttavia, alle aziende viene richiesto un contributo collegato all’andamento del fatturato nei primi sei mesi del 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019.
Se non risultano cali di fatturato, il contributo dovuto sarà pari al 18% del compenso del lavoratore in cassa integrazione. Se invece risulta un calo del fatturato fino al 20%, il contributo scende al 9%. Contributo azzerato in caso di calo superiore al 20%. Stessa cosa per le imprese nate da gennaio 2019 in poi.
Contratti di lavoro e assunzioni
I contratti a termine, formula molto utilizzata nelle attività legate a ristorazione e accoglienza, potrebbero essere rinnovati con maggiore facilità. Per rinnovare un contratto a termine dopo i dodici mesi non è più obbligatorio indicare la causale, in genere un ostacolo al prolungamento.
Alle attività ristorative che assumono personale a tempo indeterminato, anche modificando contratti a termine già in essere, verrà risparmiato l’obbligo di pagare i contributi previdenziali per i primi sei mesi, entro un limite di 8 mila euro. Ai lavoratori stagionali del turismo viene prolungata di due mesi l’indennità da 600 euro.
Bonus ristoranti: prolungamento delle scadenza fiscali
Nel decreto, l’esonero dal pagamento sia della Tosap che della Cosap, vale a dire le imposte comunali a carico di ristoranti, bar e ambulanti che occupano il suolo pubblico, viene prorogato fino al termine del 2020.