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7 Febbraio 2023 Aggiornato il 7 Febbraio 2023 alle ore 15:50

“Da consumarsi entro” e “preferibilmente entro”. Sai la differenza?

“Da consumarsi preferibilmente entro” riguarda la qualità del cibo. “Da consumarsi entro” la sicurezza. Le altre differenze
“Da consumarsi entro” e “preferibilmente entro”. Sai la differenza?

A fine 2022, indipendentemente dalle diciture “Da consumare preferibilmente entro” o “Da consumare entro”, circa un adulto su cinque ha mangiato cibo scaduto.

L’allarme arriva dall’Inghilterra, la causa va cercata nel più rapido aumento dei prezzi mai registrato nel Regno Unito riguardo ai generi alimentari. 

Anche in Italia i prezzi della spesa alimentare prezzo sono in forte crescita. Va perciò ricordato che mangiare cibo scaduto è nocivo per la salute umana.

Dunque, in tema di sicurezza alimentare e anche di misure anti sprechi, è utile ricordare le differenze tra le scadenze “Da consumarsi preferibilmente entro” e “Da consumare entro”.  

La dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro” riguarda la qualità, non la sicurezza. Gli alimenti sono sicuri da mangiare dopo la data di scadenza indicata, ma potrebbero non essere al massimo.

In altre parole “Da consumarsi preferibilmente entro” indica la data fino alla quale gli alimenti conservano le loro qualità specifiche.

Da consumarsi preferibilmente entro

Per decidere quando un prodotto etichettato come “Da consumarsi preferibilmente entro” non è più adatto al consumo possiamo usare il buon senso. 

Potrebbe essere un alimento congelato, refrigerato, essiccato (come la pasta), in scatola. Oppure potrebbe essere una confettura, una conserva, e ancora farina, caffè, tè. Anche un prodotto alimentare fresco, per esempio patate o cipolle.

Più che una raccomandazione rigida, dobbiamo intendere la dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro” come una linea guida. Alcuni nutrizionisti ritengono che sia arbitraria e possa persino incoraggiare un inutile spreco di cibo.

Finché un dato alimento non ci fa ritrarre involontariamente a causa dell’aspetto insolito, di un odore strano o di un sapore sconcertante, potrebbe non presentare problemi. 

Non dobbiamo usare segnali sensoriali quali odori o muffe visibili per determinare se gli alimenti il cui termine minimo di conservazione “Da consumarsi preferibilmente entro” è superato sono commestibili o da gettare. 

Altra cosa da tenere presente: la data di scadenza “Da consumarsi preferibilmente entro” sarà precisa solo se gli alimenti vengono conservati secondo le istruzioni presenti nella confezione.

Se abbiamo aperto la confezione di un alimento il cui termine minimo di conservazione è superato, seguiamo le istruzioni, per esempio “a confezione aperta consumare entro … giorni”.

Il semplice consiglio dei nutrizionisti a chi si preoccupa di consumare il cibo molto tempo dopo il proprio “Da consumarsi preferibilmente entro”, è di organizzare il ciclo di consumo degli alimenti, sia in dispensa che in frigorifero. Basta mettere i cibi più vecchi davanti e quelli acquistati più di recente dietro.

Da consumarsi entro

La dicitura “Da consumarsi entro” indica la data fino alla quale possiamo consumare un alimento in modo sicuro, vale a dire la sua data di scadenza.

Gli alimenti che hanno superato la data di scadenza indicata sotto la dicitura “Da consumarsi entro” non andrebbero consumati in ogni caso. Perché a differenza delle raccomandazioni “Da consumarsi preferibilmente entro”, le date “Da consumarsi entro” riguardano la sicurezza e l’igiene degli alimenti.

Mentre le date “Da consumarsi preferibilmente entro” sono aperte all’interpretazione, alcuni alimenti possono essere contaminati da batteri nocivi. Se conservati per troppo tempo o a una temperatura sbagliata, possono causare un’intossicazione alimentare.

Non serve a nulla, con gli alimenti etichettati come “Da consumarsi entro” il “test dell’odore”.

Il cibo che ha superato la data di scadenza può sembrare a posto e non presentare odori strani anche oltre la data segnalata dalla dicitura “Da consumarsi entro”, ma questo non significa che sia sicuro da mangiare. Non possiamo vedere, odorare o gustare i batteri che causano le intossicazioni alimentari.

Gli alimenti facilmente deperibili come il pesce fresco, le carni fresche tritate, formaggi freschi, pasta fresca a volte anche i salumi (il salame), e le insalate pronte di solito hanno una data di scadenza “Da consumarsi entro”.

Il cibo che ha superato la data di scadenza non va mangiare, cotto e neanche congelato. Questi alimenti potrebbero non essere sicuri da mangiare o da bere, anche se sono stati conservati correttamente, hanno un bell’aspetto e odorano normalmente. 

Congelare prima della scadenza

Al contrario, alcuni alimenti, per esempio carne e latte, possono essere congelati prima della data di scadenza. 

Dobbiamo tuttavia seguire le istruzioni presenti nella confezione, come, per esempio “congelare entro la data di scadenza” oppure “scongelare completamente il prodotto prima di utilizzarlo e consumarlo entro 24 ore”.

Un avvertimento: anche se il cibo si trova all’interno della sua “data di scadenza”, è necessario stare comunque attenti. Se vogliamo considerarla un’indicazione attendibile, dobbiamo aver seguito le istruzioni di conservazione. 

Ad esempio, se la confezione indica di “refrigerare dopo l’apertura”, dovremmo mantenere l’alimento in un frigorifero a 5°C o meno.

Una volta che un prodotto alimentare con data di scadenza “Da consumarsi entro” è stato aperto, è necessario seguire anche eventuali altre istruzioni presenti nella confezione, per esempio “mangiare entro 3 giorni dall’apertura”.

Quando è sicuro ignorare l’etichetta e quando è necessario essere particolarmente attenti?

Insalate pronte in busta 

Il reparto ortofrutta di Esselunga
Verdure e ortaggi in un supermercato

Le insalate miste e quelle in sacchetti sembrerebbero insospettabili, ma tendono a contenere batteri potenzialmente dannosi e, di norma, hanno date di scadenza che vale la pena rispettare.

È provato da uno studio che le foglie rotte nelle buste delle insalate pronte possono aumentare drasticamente il rischio di salmonella. Gli scienziati hanno scoperto che il succo delle foglie danneggiate può aumentare di 2.400 volte la fioritura del batterio che causa la contaminazione alimentare. 

Gli esperti raccomandano di non mangiare le insalate pronte appena estratte dalle buste. Anche in presenza della dicitura “prodotto confezionato e già lavato” nella confezione, l’insalata pronta in busta va risciacquata accuratamente e consumata poco dopo per evitare che si riscaldi.  

Uova: da consumarsi entro 28 giorni

Le uova sono un alimento controverso. A sorpresa, le uova presentano la dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro” invece che una rigida data di scadenza del tipo “Da consumarsi entro”. 

Secondo alcuni consumatori conservare le uova in frigorifero a una temperatura inferiore a 5°C previene la crescita di salmonella anche per alcune settimane dopo la data presente nella confezione.

In realtà le uova si conservano per 28 giorni (dalla data di deposizione alla data di “Da consumarsi preferibilmente entro”). Per legge, le uova hanno una data di scadenza di 28 giorni, devono raggiungere il consumatore finale (cioè devono essere commercializzate) entro 21 giorni dalla data di deposizione.

Dopo questa data, la qualità dell’uovo peggiorerà. Se sono presenti batteri di salmonella potrebbero moltiplicarsi a livelli elevati nocivi per la salute umana. Attenzione sempre agli odori sgradevoli, potrebbero segnalare uova marce.

Per determinare se le uova sono sicure da mangiare, alcune persone fanno affidamento su questo semplice trucco: metterle in un bicchiere d’acqua fredda. Se affondano sono fresche e adatte al consumo. Se si posizionano sul fondo ma puntano verso l’alto sono in procinto di scadere e se galleggiano, evitate di consumarle.

Whisky e bevande alcoliche

I superalcolici come vodka e whisky non fanno male anche se bevuti anni dopo la scadenza della dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro”. Dunque, sentitevi liberi di finire quella bottiglia che avete abbandonato in dispensa. 

Formaggi

Camembert da consumarsi entro
Forme di Camemebert

Formaggi a pasta dura, come il Parmigiano, sono sicuri da mangiare dopo la data di scadenza (possono essere anche grattugiati e congelati). Persino se questi formaggi presentano segni di muffa in superficie, l’interno è ancora sicuro da mangiare e spesso può durare da tre a sei settimane (basta grattare via la muffa). 

In effetti, non tutti i prodotti lattiero-caseari hanno una data di scadenza così rigorosa come si potrebbe pensare. Il latte acido è sicuro da bere e può essere utile per fare il kefir, se vi piace. Potete anche congelare latte e burro fino a tre mesi.

Tuttavia, non dovreste mai mangiare formaggi morbidi, per esempio brie o camembert oltre la “data di scadenza”. Andrebbero invece consumati entro una settimana dall’apertura (come se avessimo bisogno di una scusa per finire il camembert). 

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