È morto Diego Planeta, padre fondatore del vino siciliano
La scena del vino italiano, in particolare siciliano, piange la scomparsa di Diego Planeta a 80 anni.
Anche e soprattutto a questo palermitano, nato nel 1940, si deve la fioritura del vino isolano. La Sicilia in anni recenti è riuscita a ritagliarsi uno spazio importante tra gli appassionati di tutto il mondo.
Duplice il suo ruolo. Il primo quello di imprenditore. Si deve all’attività di Diego Planeta una fortunata azienda che oggigiorno conta 120 dipendenti, distribuisce l’ampia gamma dei suoi prodotti in una trentina di mercati internazionali e fattura 12 milioni di euro.
Ma il suo lavoro è stato importante anche come presidente della principale cantina sociale siciliana, la Settesoli di Menfi. Nonché, per alcuni anni, dell’Istituto regionale della vite e del vino.
Il cavaliere del lavoro Diego Planeta è stato l’imprenditore visionario che ha avuto per primo tra i suoi colleghi, all’epoca piuttosto chiusi, l’intuizione di rivolgersi a un maestro assoluto dell’enologia italiana come Giacomo Tachis.
I due sono considerati i pionieri del movimento che ha rivoluzionato il modo di fare vino in Sicilia. La collaborazione, fin dai primi anni, è stata all’insegna dell’innovazione. Il loro obiettivo comune era contrassegnare il vino siciliano con un respiro internazionale.
Se in passato la quasi totalità della produzione locale veniva destinata al taglio dei vini d’Oltralpe o, peggio ancora, alla distillazione (sembra incredibile pensarlo oggi), Diego Planeta ha lavorato a lungo per trasformare l’enologia siciliana in una realtà oggi ammirata, addirittura copiata nel mondo.
La sua attitudine da uomo cosmopolita e di cultura, ha messo le basi perché un’intera nuova generazione si innamorasse di nuovo della viticultura isolana, e tornasse a produrre vini con stimoli e metodi nuovi.
Diego Planeta riceverà l’ultimo saluto lunedì alle 11 nella chiesa madre di Menfi, quando si svolgerà il suo funerale.