Eataly Bari. Apre il 31 luglio e non è fiera temporanea come scrive la burocrazia
Martedì 31 luglio 2013 apre Eataly Bari, dedicato al Levante, alla mezzaluna fertile, nella regione dove è nata l’agricoltura. Sono 8 mila metri quadri ricavati su due piani nella parte monumentale della Fiera del Levante che dal martedì alla domenica metterà a disposizione dei baresi e non solo, 15 punti di ristorazione, un grande mercato con le eccellenze regionali italiane, due aule didattiche, un centro congressi e una lounge dedicata alla Banca Popolare di Bari.
L’investimento di 15 milioni di Euro è a carico di Eataly Puglia, società partecipata da Eataly Distribuzione e da tre importanti soci pugliesi: Fabrizio Lombardo Pijola, i fratelli Pasquale, Francesco e Mimmo Casillo del Molino Casillo e Michele Annoscia.
Eataly Bari è modellato sull’esempio degli altri Eataly, Roma in pèarticolare da cui prende a prestito soluzioni di architettura degli interni.
Nei 15 punti di ristoro sono compresi i ristorantini tematici e informali con terrazze affacciate sul mare dedicati a pasta e pizza, carne, pesce, verdure, fritto e salumi & formaggi.
Ci saranno anche la rosticceria e la piadineria firmata dai fratelli Maioli che a Roma è diventata campione di incasso a Ostiense. Altri punti vendita “in comune” sono il birrificio artigianale, che affianca lo spaccio con il meglio delle produzioni artigianali italiane e non solo, la caffetteria Illy, la gelateria alpina Lait e la pasticceria firmata da Luca Montersino. La produzione di pasta artigianale è sempre a cura del pastificio Michelis che ai aggiunge al “tradizionale” panificio.
Il Mozzarella show, con la produzione live di latticini – altro punto forte di Eataly Roma con Roberto Battaglia – è affidato in questo caso al caseificio Montrone di Andria. Il reparto ortofrutta è gestito dalla famiglia pugliese Rendine, titolari dell’azienda Natura e Qualità. L’enoteca propone le etichette italiane con particolare attenzione ai vini pugliesi.
Due le terrazze del “tavolo dei fortunati” disponibili per prenotazioni di eventi privati.
Il versante educational è affidato a Slow Food e agli chef Pietro Zito e Peppe Zullo. C’è anche la parte “supermercato” con scaffali e bancarelle che ospitano oltre 1000 produttori. Di questi prodotti il 40% circa è della Regione Puglia e una buona rappresentanza fa parte dei Presìdi Slow Food. Stessa filosofia per l’enoteca che proporrà anche un altro cavallo di battaglia di Oscar Farinetti, Vino Libero. Egualmente le cucine proporranno piatti locali e regionali basati su ingredienti artigianali e semplici.
Ovviamente c’è un po’ di giallo come in ogni apertura di Eataly che si rispetti. Repubblica Bari riporta proprio oggi che l’iter burocratico sarà pure “tutto regolare”, come giura l’avvocato Fabrizio Lombardo Pijola, presidente di Eataly Puglia, ma il Comune vuole vederci chiaro.
A inaugurazione fissata (per Repubblica Bari, il 30, ma si tratta di una delle giornate di preview dedicate a operatori e stampa) il Comune non saprebbe cosa si vuole realizzare alla Fiera del Levante. Ed è partito il balletto della burocrazia a limite (innescata probabilmente dalle recenti dichiarazioni di Oscar Farinetti che aveva detto “prendiamoci un avviso di garanzia ma iniziamo la rivoluzione” riferendosi agli imprenditori vittima delle lungaggini burocratiche) prontamente confutato dall’Ufficio Stampa: “Oscar Farinetti non ha mai aperto senza autorizzazioni, è sempre tutto a posto, al limite un minuto prima di aprire”.
Quali autorizzazioni abbia Eataly Bari sembra non essere chiaro nemmeno all’assessore alle Attività Economiche del Comune Rocco De Franchi, che si lascia andare a una battuta: “L’amministrazione pubblica si esprime sempre per atti – dice – Su Eataly i nostri uffici si esprimeranno dopo aver preso in esame precise istanze, che però ad oggi non sono pervenute”.
La linea di Eataly è che non occorrono autorizzazioni particolari poichè sono sufficienti quelle della Fiera del Levante. In pratica Eataly Bari sarebbe una mostra mercato, tesi che non convince gli uffici comunali per via dell’assenza di uno dei requisiti dell’attività fieristica: la temporaneità (e Eataly sarà alla Fiera per 30 anni come da contratto di affitto sottoscritto).
Oscar Farinetti è abituato agli intoppi burocratici. Anche a Roma l’inaugurazione sembrava a rischio, ma poi si tenne regolarmente e Eataly Roma è riuscita a cambiare il volto di una parte della città abbandonata al degrado. A Bari c’è l’occasione per rilanciare la Fiera che è stata ristrutturata nella parte monumentale e tentare di risolvere il problema maggiore che accomuna gli enti fieristici: la temporaneità delle manifestazioni. Proprio il capo di accusa che si contesta a Eataly Bari. Quasi un controsenso.
[Link: Repubblica Bari]