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23 Ottobre 2020

Evasione fiscale: se Bersani aiuta i ristoratori in base al reddito li rovina

Evasione fiscale: per Bersani resta l'immagine dei ristoratori che non pagano le tasse, se li aiuta in base al reddito dichiarato li rovina
Evasione fiscale: se Bersani aiuta i ristoratori in base al reddito li rovina

Sul tema dell’evasione fiscale resiste lo stereotipo dei ristoratori che non pagano le tasse. Nell’immaginario di Pierluigi Bersani.

Si è accesa la discussione social sulle parole che l’ex segretario PD ha detto a “DiMartedì”, il programma di Giovanni Floris su LA7, in risposta al giornalista Pietro Senaldi.

Parlando di fedeltà fiscale, Bersani ha anticipato quale potrebbe essere la forma d’aiuto pensata dal Governo.

Come forma di ristoro per il settore della ristorazione messo in ginocchio dalla pandemia di coronavirus, l’esecutivo del premier Conte starebbe pensando a un assegno mensile. I ristoratori ne beneficerebbero sulla base della dichiarazione dei redditi dell’anno precedente.

Questo è il ragionamento fatto da Bersani a DiMartedì.

“Diciamo che io, inteso come Governo, decido di aiutare il ristoratore in difficoltà o costretto a chiudere il bar o il ristorante. Non potendo dare tutto a tutti perché le risorse sono limitate, guardo la dichiarazione dei redditi dell’anno precedente. Divido l’importo per 12 che i sono i mesi dell’anno, e aiuto il ristoratore con un assegno mensile pari al 50 o 60 o 70% della somma dichiarata. A seconda dei soldi che ho”.

Una forma d’aiuto che molti ristoratori hanno dimostrato di gradire. Ma è a questo punto che il ragionamento di Bersani si scontra con l’idea che l’ex Dem ha dei ristoratori: sono tutti evasori fiscali.

“Io non oso proporlo l’assegno mensile ai ristoratori sulla base del reddito, perché una cosa del genere metterebbe nei guai milioni di loro”.

La chiosa è del padrone di casa, Giovanni Floris, che riassume brutalmente ma con efficacia le parole di Bersani:

“Se tu, ristoratore, dichiari 1 rispetto ai 100 che avresti dovuto, evadendo così le tasse, adesso devi pagare“.

Ora, se riuscissimo a mettere da parte per un momento il cliché dei ristoratori evasori fiscali, potremmo ragionare sull’efficacia dell’aiuto prospettato da Bersani a “DiMartedì”. Ovvero, un ristoro sulla base del reddito 2019, che peraltro metterebbe chi ha evaso nelle condizioni di ricevere meno.

Ma anche su questo punto la discussione è aperta. Non sono pochi i ristoratori convinti che, il contributo alle imprese, andrebbe assegnato in base al fatturato perso, e non al profitto dichiarato.

Resta il fatto che, mentre oggi Repubblica calcola in 40 milioni di euro al mese il costo del coprifuoco notturno per ristoranti e bar di Milano (se la misura fosse estesa a tutta Italia si aprirebbe una voragine da 1,3 miliardi di euro), l’associazione automatica di un settore in ginocchio come quello della ristorazione è con l’evasione fiscale. Non se ne esce.

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