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16 Giugno 2015 Aggiornato il 7 Aprile 2019 alle ore 14:01

Expo 2015. Bahrain vs Qatar, cioè pollo, agnello, pesce spada e riso basmati

Dall'America del Sud e dai padiglioni di Argentina e Colombia, ad Expo mi sposto per un giro - mangereccio - nei Paesi del mondo arabo ad Expo. Il
Expo 2015. Bahrain vs Qatar, cioè pollo, agnello, pesce spada e riso basmati

expo Milano mappa Bahrein Qatar

Dall’America del Sud e dai padiglioni di Argentina e Colombia, ad Expo mi sposto per un giro – mangereccio – nei Paesi del mondo arabo ad Expo.

Il confronto che vi proponiamo è fra due Paesi geograficamente vicini (siamo nel Golfo Persico): il Regno del Bahrain e l’Emirato del Qatar.

All’Expo, invece, si trovano agli antipodi del Decumano.

Vi ricordo che le valutazioni riguardano l’architettura (fino a 10 punti), gli interni (20), i contenuti (30) e ovviamente cosa si mangia (40).

Bahrain 

Architettura. “Il padiglione, progettato dall’architetto Anne Holtrop e dal paesaggista Anouk Vogel, è concepito come un paesaggio continuo di frutteti che si intersecano in una serie di spazi espositivi chiusi. Costruito in pannelli prefabbricati in calcestruzzo bianco, il Padiglione verrà trasferito in Bahrain alla fine di Expo Milano 2015 e sarà ricostruito trasformandosi in un giardino botanico.” L’effetto è suggestivo: la bellezza delle piante, i primi fiori (i giardini sono programmati per fiorire lungo tutto l’arco dell’Expo), il biancore delle pareti, la linearità della struttura rendono la visita rilassante e gradevole. Voto: 9/10 

Bahrein Expo Milano 4

Interni. Il percorso obbligato costeggia i vari giardini (dieci per la precisione); un piccolo bar-ristorante con piacevoli sedie colorate, un’esposizione di reperti archeologici che testimoniano la storia agricola del Bahrain; una saletta video. Voto: 16/20

Bahrein Expo Milano 5

Contenuti. I giardini – o meglio gli orti botanici – sono il centro dell’esposizione; interessanti i reperti archeologici; ma la sala video è priva di cartelli o di spiegazioni visibili (o udibili) di cosa si sta vedendo. E le didascalie ai vari ambienti, scritte in bianco su cartelli bianchi attaccati alle pareti bianche – beh, non sono molto funzionali. Voto: 16/30

Madrooba

Cosa si mangia. Il menù (ispirato ai frutti presenti nei dieci giardini) prevede insalate stagionali (5/6 €), come datteri pollo alla griglia feta aceto balsamico, fichi formaggio blu mandorle, pompelmo arance ceci tostati, sandwich (5/7 €), anch’essi con ingredienti locali, e due piatti principali: Madrooba di pollo e Harees di carne (8 €). Scelgo il Madrooba – una specie di comfort food locale: pollo bollito, sfilacciato e mescolato con verdure e spezie. L’aspetto francamente non è un gran che – un anti-foodporn, diciamolo: ma è piacevole al gusto, magari per un vago ricordo di “pappa-per-neonati”. L’Harees (o Harissa) è un piatto simile, anch’esso tipico della cucina del Medio Oriente. Voto: 26/40 

Punteggio finale: 67/100

Qatar

Qatar Expo Milano

 Architettura. Il padiglione si presenta imponente, con scalinate archi finestre e una grande cesta che sovrasta la struttura, il “tradizionale Jefeer, simbolo qatarino, un cesto di foglie di palma utilizzato da sempre dagli abitanti del Paese per la conservazione degli alimenti, per portare doni e scambiare merci.” Bella idea, il richiamo alla tradizione materiale. Gli ospiti sino ad ottobre verranno coinvolti su questi argomenti grazie allo sport, il patrimonio culturale del Paese, l’educazione e, naturalmente, l’innovazione e la tecnologia. Voto: 6/10

Qatar souk

Interni. Il padiglione ricostruisce in piccolo gli ambienti tipici del Qatar, a partire dal souk con le sue botteghe aperte sulla strada, per arrivare agli aspetti dell’innovazione, della tecnologia, della ricerca sull’alimentazione, la sostenibilità. la sicurezza alimentare. La ricostruzione del souk è chiaramente una ricostruzione, ma l’effetto è sufficientemente realistico. Voto: 12/20

Qatar Expo ph Fotogramma

Contenuti. “Il padiglione del Qatar mette in mostra le tecnologie più moderne in un’esperienza olistica, interattiva e informativa: si crea così un’oasi di innovazione, invenzione, energia, industria e tecnologie verdi.” Il percorso parte dal souk tradizionale, uno dei simboli del mondo arabo, per arrivare appunto allo Jefeer, che simboleggia la diffusione di doni e delle merci all’interno della comunità, attraverso contenuti altamente tecnologici legati al tema “Seeding Sustainability. Soluzioni alternative per la Food Security”. Voto: 17/30

qatar piatto

Cosa si mangia. Il padiglione ha un ristorante vero e proprio, e sul retro un bar-ristorante che propone alcuni piatti caldi e freddi. Tra i piatti freddi, insalata con frittelle di ceci, tabbouleh con burghul e limone, involtini di foglie di vite e riso e spezie. frittelle con gamberi (5/8 €). I piatti caldi possono essere gustati assieme, in un piatto unico (15 €): Al Mathroba (pollo e purea di grano), Mashkhool (spezzatino di agnello e riso basmati), Al Kushait (pesce spada con spezie e riso basmati) – singolarmente costano 8/10 €. Molto buoni, saporiti – e consiglio appunto l’assaggio triplo. Voto: 31/40

Punteggio finale: 66/100

[Immagini: Iwan Baan, Manuela Vanni, Fotogramma/Corriere, elaborazione da mappa, iPhone Emanuele Bonati, bandiere pixolo]

Argomenti:
expo
expo 2105
Emanuele Bonati
"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.
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