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4 Giugno 2023 Aggiornato il 4 Giugno 2023 alle ore 10:33

Chi è il fornaio che evade le tasse per 350.000 €

Il fornaio di Rovigo che evade le tasse per 350.000 € si chiama Emanuele Lavezzo. Per 3 anni ha fatto solo scontrini di pochi centesimi
Chi è il fornaio che evade le tasse per 350.000 €

Il fornaio che evade le tasse per 350.000 € senza batter ciglio e soprattutto senza fare uno scontrino per 3 anni, è questo omone in lacrime e con le mani infarinate? 

Non lo diresti mai.

Sorpresa! Nel panificio Lavezzo di Badia Polesine, provincia profonda di Rovigo, cerchi il cinico re del pane (in) nero, un furbetto del forno che ha creato un buco da capogiro nei conti dello stato. 

E invece trovi Emanuele Lavezzo, 51 anni, che ti racconta una storia di sacrificio e dedizione. Sveglia all’una di notte e duro lavoro nel forno fino alle 15. Un paio d’ore di riposo poi di nuovo in negozio.  

Altroché fornaio furbetto che evade le tasse, beccato con le mani nel sacco (della farina) dalle Fiamme Gialle in servizio nell’Alto Polesine.

Un cinico fornaio che evade le tasse? 

Eppure i finanzieri, incrociando i dati, hanno fatto emergere un buon giro di clienti e 350.000 € di evasione fiscale nel periodo d’imposta che va dal 2019 al 2021.

Oggi il panettiere racconta ai giornali che da quando nel 2019 ha rilevato la bottega di famiglia, si è dedicato anima e corpo a sfornare il pane più buono della provincia. Per lui contava saziare l’affezionata clientela e onorare l’eredità del padre.   

Così, mentre impastava e infornava, gli scontrini e le dichiarazioni dei redditi sono passati in secondo piano. Per anni il principe dell’evasione, il fornaio che evade le tasse, ha vissuto in un mondo fatto di farine e lieviti, dimenticando le scadenze e le cartelle esattoriali.  

Covid, morti e lutti

Anche perché, afferma Lavezzo, la compagna che gestiva la contabilità del panificio è morta a marzo 2020. Da lì in poi è iniziata la storia che i giornali raccontano da qualche giorno, quella di un nemico giurato del registratore di cassa.

Ora però il fisco presenta il conto, e la cifra è decisamente salata: il fornaio ha evaso 350.000 € di tasse. E pare che questa volta il Fisco non abbia sbagliato i conti. Davanti ai giornalisti Emanuele si guarda intorno smarrito, si scusa con i clienti, promette di rimediare. Ma dentro di sé sa che sarà dura: il negozio rischia la chiusura.

Secondo Emanuele Lavezzo “il panificio è finito all’asta, ho avuto dei problemi con le banche. Ci mancava solo il controllo della guardia di finanza… Ma chi li ha mai visti 350mila euro? Spero almeno di scendere a patti con l’Agenzia delle entrate, perché mi faccia uno sconticino”. 

Resta da capire come sia riuscito il fornaio che evade le tasse a non pagare mai un euro di Iva in tre anni, sottraendosi al controllo dell’erario.

Una sfilza di scontrini da pochi centesimi

Come c’è riuscito? Per non destare sospetti ha emesso una sfilza di scontrini da pochi centesimi, insomma prossimi allo zero. I clienti compravano. Emanuele incassava. Lo Stato restava a secco. 

Il fornaio che evade le tasse si discolpa accusando una commessa che lo ha aiutato nel forno per un breve periodo di tempo. Sarebbe lei la responsabile degli scontrini da zero-virgola.

“Quando mi sono accorto di quello che combinava col registratore di cassa, mi sono arrabbiato, le ho chiesto se era matta”, ha detto Lavezzo. Che avrebbe scelto di ignorare le sue responsabilità fiscali per pagare i fornitori.  

Sarà vero? O è solo l’ennesima recita per intenerire i clienti, visto che ora rischia di chiudere bottega? 

Fatto sta che Emanuele si ritrova ad affrontare la tempesta. Sa di aver sbagliato, ma spera in una proroga o in uno sconto sulle 350.000 € di tasse non pagate. Una cifra che rischia di spezzare le reni a un’attività già provata da lutti e difficoltà.  

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