Guida ai 15 migliori ristoranti di Parigi: dal bistrot di mare al prossimo tre stelle Michelin
Parigi tra Natale e Capodanno è quanto di più romantico ci sia nell’immaginario collettivo italico. E gastronomicamente parlando offre molti spunti per assaggi e percorsi. Tra le destinazioni europee che vedono aumentare la richiesta, anche in un momento storico come questo caratterizzato da low budget, c’è proprio la Francia con Parigi che gioca la parte del leone. Le Figaro ha stilato la classifica dei migliori ristoranti in ogni categoria. E per fortuna molte segnalazioni sono a prezzo contenuto. Vediamole per chi ha deciso di trascorrere una vacanza con un occhio alla buona tavola (ricordando anche le indicazioni di un’altra guida molto “branché”).
1. Migliore neo-brasserie: Lazare
Dopo anni di cibo plastificato, non c’era speranza di mangiare qualcosa di buono in una stazione. Il momento della riscossa è arrivato con Lazare, una brasserie a fianco della stazione di Saint-Lazare che il talentuoso Éric Frechon ha caratterizzato con i suoi piatti del giorno a 18 € come la quenelle del lunedì che sembra essere imbattibile. Oppure i piatti della nostalgia come i filetti di sogliola alla Dieppe e le invenzioni contemporanee (frittura di gamberi con ketchup della casa). A Capodanno, menu da 150 €.
Lazare. Parvis de la gare Saint-Lazare, VIIIo . Tel. +33 (0)1 44 90 80 80. Menu tra 35 e 45 €
2. Miglior bistrot: Caillebotte
Guidato dal duo Franck Baranger (chef) et Edouard Bobin (sala), che hanno siglato il successo del Pantruche, il Caillebotte è la testa di ponte della nouvelle vague della bistronomia. Che si sta evolvendo con uno sguardo nordico sugli interni e una cucina di facile lettura (zuppa di barbabietole, formaggio di capra fresco con uova di pesce, pavè di merluzzo e passatina di ceci, ganache di cioccolato). È il talento quando si veste di modestia, esclamano al Figaro, e che permette di evitare i superlativi ai critici e le lamentele ai clienti.
Caillebotte. 8, rue Hippolyte-Lebas, IXo. Tel. +33 (0)1 53 20 88 70. Menu: 14 e 18 € (pranzo), 34 e 38 € la sera.
3. Migliore tavola della porta accanto: Buvette
Ancora dalle parti del IX, il gastro-arrondissement dell’anno, un sano indirizzo messo su da un newyorkese lontano dall’universo burger ma che tracima energia. Come nelle commedie romantiche in cui l’eroina, la ragazza della porta accatta, svela inatteso il suo fascino, qui si prova il piacere dell’inatteso. Ambiente ribelle, atmosfera naturale ma studiata e, dalla colazione alla cena, tutti i classici della “francesità” rudemente ben bilanciati (rillettes d’anatra alla frutta confit, coq au vin in piccola cocotte…). Ti sembra di vedere all’improvviso seduti Meg Ryan e Jennifer Aniston dei tempi d’oro.
Buvette. 28, rue Henry Monnier, IXo. Tel. +33 (0)1 44 63 41 71. Carta: circa 20-35€.
4. Miglior ristorante chic: Bistrot Belhara
Talmente preoccupati di far parlare di loro, la maggior parte dei ristoranti dimenticano oggi di essere semplicemente disponibili. Qui scordatevi interni leccati o cameriere ancheggianti. Non troverete niente di tutto questo in questo indirizzo fresco dove vi sentirete in santa pace. Sala confortevole, servizio alla giusta distanza, il conto umano e cucina pulita, leggibile, chiara, borghese.
Bistrot Belhara. 23, rue Duvivier, VIIo . Tel. +33 (0)1 45 51 41 77. Formula: 22 € (pranzo). Menu-carta à 35 €.
5. Miglior riapertura. Les Enfants Rouges
Ormai non passa un mese senza che una giovane toque nipponica non provi a cimentarsi nella cucina francese coté bistrot. Eccone un altro, Daï Shinozuka, che riapre uno dei più scoppiettanti bars à vins della capitale, Les Enfants Rouges. Una cucina eccellente che si cimenta nella tradizione. E se vi aspettate cotture samurai vi stupiranno piatti golosi, da leccarsi i baffi (mousse di lenticchie, crema di lardo, salmone marinato agli agrumi, palomba arrostita ai funghi).
Les Enfants Rouges. 9, rue de Beauce, IIIo. Tel. +33 (0)1 48 87 80 61. Carta: tra 40 e 60 €.
6. Miglior street food: Frenchie to Go
Creatura di Greg Marchand, nato sulla scia del suo bistrot e bar à vins (aspettando il prossimo), da quest’estate è lì a stupire i passanti e a dimostrare loro che Parigi fa rima con “take away”. Cucina che gronda sandwich virtuosi (hot dog, pulled pok, Pastrami, lobster roll) e succulenti fatti con prodotti della casa e materie prime di provenienza certa.
Frenchie to Go. 9, rue du Nil, IIo. Tel. +33 (0)1 40 39 96 19. Carta: circa 15-25 €.
7. Miglior tavola di pesce: Fish Club
Una stagione dopo l’apertura della steakhouse, i giovani patron del Beef Club fanno il bis con questa cambusa stile “yachting club” firmata Dorothée Meilichzon. Sono di scena le porzioni tapas (al bando i piatti extra-large del Beef), con incursioni di ceviche, tiradito e altre miniature peruviane in cucina. E poi un mix di crudo e grigliato, spezie e agrumi, naturale ed energico, come chiede a gran voce la platea gastronomica internazionale. E, come da copione, cocktail, conti “piccanti” e pubblico impaziente di entrare.
Fish club. 58, rue Jean-Jacques Rousseau, IIo . Tel. +33 (0)1 40 26 68 75. Carta: circa 50 €.
8. Migliore da tutti i punti di vista: Roca
Nato senza far rumore in autunno, questo bistrot giovane è stato messo su da Julien Ross, cugino di Charles Compagnon (che vuol dire Richer e L’Office) e Alexandre Giesbert, il figlio di Franz Olivier Giesbert (FOG, il celebre giornalista). Al Roca si servono ricette golose (uova cotte a bassa temperatura su crema di mais e manzo, pollo ruspante allo spiedo e puré di fagioli). Per i critici di Le Fooding, la decorazione degli interni (pietra e mattoni, bancone in legno chiaro, facciata in acciaio e vetro) è migliore del servizio e della selezione dei vini.
Roca. 31, rue Guillaume-Tell, XVIImo. Tel. +33 (0)1 47 64 86 04. Menu: a 19 € (a pranzo). Carta: circa 30 – 35 €.
9. Miglior giapponese: Okuda
Ringrazierete pagando centinaia di euro perché per un’ora non siete stati nel ristorante giapponese di una star dei fornelli ma proprio in Giappone. Nella migliore delle tradizioni kaiseki, genere culinario in cui la creatività si coniuga con la disciplina. Servizio in kimono, gli uomini serviti prima delle donne, una decina di composizioni (tonno rosso, rombo e seppia, branzino alla griglia al sale e sesamo con avocado fritto).
Okuda. 7, rue de la Trémoille, VIIIo. Tel. +33 (0)1 40 70 19 19. Menu: tra 200 e 250 €.
10. Miglior “déjà vu” ma sempre ben visto: Encore
Il quartiere è tra Pigalle e i Grands Boulevards e attira i moderni gastrofanatici. Gli interni sono simpatici e senza fronzoli, la cucina è un misto di impressionismo e di cultura popolare, ovunque vini bio, un menu unico con piatti in mezza porzione curati dal giovane chef nipponico Yoshi Morie. Inadatto per coloro che corrono dietro alle mode, perfetto per chi se ne infischia e vuole assaggiare la palamita affumicata al fieno con lardo, per dire.
Encore. 43, rue Richer, IX0. Tel. +33 (0)1 72 60 97 72. Menu: a 25 et 30 € (a pranzo), 48 e 75 € (a cena).
11. Miglior locale esotico: Le Richer
In questo locale del IX secolo che continua a prendere punti nella Monopoli gastronomica, la banda “bistrottiana” dell’Office (neo-bistrot a due passi) ha messo a punto questo caffè aperto dal mattino alla sera, mura in pietra a vista, un’atmosfera rilassata e cucina deliziosamente pretenziosa: testa di maiale, radicchio e salsa gribiche, crema Dubarry e cozze di allevamento. Esotico anche nell’assenza di prenotazione. Non c’è telefono. Insomma, dovete andarci.
Le Richer. 2, rue Richer, IXo. Senza telefono e senza prenotazione. Carta: tra 25 e 35 €.
12. Miglior Nouvelle vague (di mare): Clamato
Se Parigi avesse lu mere, sarebbe una piccola Beri. E qui ci sono riusciti. Il gioco di parole adottato per estendere Parigi fino al mare è dovuto a questo “bistrot balneare” che è simile a una navicella corsara pronta a riempire di iodio le portate. Nato su iniziativa del celeberrimo Septime, (a due passi da qui) che è il creatore di prime file gastronomiche di successo della nouvelle vague in patria come all’estero (Marzapane a Roma, per capire). I piatti già a leggerli ispirano: dragoncello su tartare di vitello e ostrica, cereali e cocco su anguilla affumicata, ostriche Maldon con tabasco della casa.
Clamato. 80, rue de Charonne, XI . Tel. +33 (0)1 43 72 74 53. Carta: circa 35 – 45 €.
13. Miglior piccolo giapponese: Ito
Nel circo delle nuove tavole c’è sempre quella che non ti aspetti. Dal 2013, nella parte bassa di Pigalle, vi apre le porte questo banco da sakè con pochi tavoli e una cucina che sprizza spontaneità da tutti i pori.
Ito. 2, rue Pierre-Fontaine, IXo . Tel. +39 (0)9 52 91 23 00. Carta: da 19 € (3 piatti) a 65 € (10 piatti).
14. Miglior “prossimo 3 stelle Michelin”: Le Meurice
Dopo le stagioni Alléno, la sala Grand Siècle del celebre palazzo di Rue de Rivoli accoglie Alain Ducasse, chef ormai più che rotto a questo genere di situazioni. Inutile negarlo: si temeva un po’ la noia della cucina gommata ma poi Ducasse ha piazzato da queste parti uno dei suoi giovani solisti (Christophe Saintagne). Da qualche settimana questa cucina è lì a testimoniare l’eleganza e un certo genio francese a tavola (paté di faraona e cavolo, branzino con finocchio e limone, riso con vitello e pomodoro). Il posto ideale per rovinarsi ed essere felici.
Le Meurice. Hôtel Meurice. 228, rue de Rivoli. I. Tél. +39 (0)1 44 58 10 10. Menu: 130 € (a pranzo). Carta: circa 300 €.
15. Miglior banco(ne): Le BAT
In una sala di sicuro effetto scenografico con la sua cucina centrale questo bar à tapas (BAT in sigla, ma anche bar à tartares) è il trionfo della gastronomia spontanea, creatura del KGB di William Ledeuil che mette all’opera una brigata sicura di sé, disposta persino a cedere alla richiesta di un quarto di porzione per un pubblico ormai avvezzo alle degustazioni. Tapas quindi, popolari, essenziali e con l’Asia in corpo. Attenzione, questo lo tenete da parte se non arrivate fino alla befana: riapre il 2 gennaio.
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Le BAT. 16 bis, boulevard Montmartre, IX. Tel. +33 (0)1 42 46 14 25. Degustazione: da 15,50 a 24 €. Carta: circa 25-30 €. Tapas da 6 a 9 €.
Ovviamente siamo pronti ad accogliere suggerimenti, modifiche e integrazioni per un capodanno perfetto oltralpe.
[Link: Le Figaro. Immagini: thepariskitchen, celinem, tendaysinparis, hipparis, Kristen Pelou, afoodtale, Fulgurances, Paris Bouge/Fanny B]