Il gelato self service di Titto chiude la querelle artigianale vs industriale?
Sono stato nel negozio milanese di Titto, una catena di gelaterie self service nata a Bologna un anno e mezzo fa e che conta già dieci sedi (tre a Bologna, una a Ibiza): alcune pile di scodellini, nove gusti fra cui scegliere, distributori automatici, abbassando la leva ci si compone il proprio gelato, si scorre davanti a un bancone con una serie di pozzetti con venti? trenta? diversi topping, piccole meringhe biscottini cereali pezzi di biscotto m&ms caramelline gommose ecc ecc (d’estate, anche pezzi di frutta fresca, sostituiti in questa stagione da una postazione per crêpes – che però non devi farti da solo…), si deposita la coppetta sulla bilancia alla cassa e si paga – 1,80 € all’etto. Totale per noi, 5,50 €.
E’ buono: ci sono pochi gusti essenziali, panna chantilly cioccolato yogurt e simili: estremamente cremosi, dolci. Diciamo che è un’ulteriore tipologia: non è il gelato artigianale ‘alto’, non è il gelato artigianal-industriale delle catene famose, non è il gelato standard di livello medio-basso – è buono, ma soprattutto è divertente l’idea del fai-da-te. Difetti? Il distributore di gelato all’inizio ha sputacchiato un poco di liquido (era fermo da un po’?) sulla mia mano e giacca; il locale sta in una vietta poco frequentata, via Gian Giacomo Mora, che va dalle Colonne di San Lorenzo a Cesare Correnti: non so di giorno, ma di sera, a parte la clientela dei tre quattro locali che ci sono, semideserta.
Dato di fatto: le serate sono ancora semi-estive, per cui la voglia di uscire, di sostare sui marciapiedi di fronte ai locali, è ancora tanta. E un gelato ci sta sicuramente (siamo dei fan del gelato d’inverno, e forse anche del panettone d’estate…).
Se possa essere self service, ci possiamo pensare. Non vi pare?
Titto. Via Gian Giacomo Mora 5. 20123 Milano