Le migliori birre da comprare al supermercato anche se non te ne intendi
Le migliori birre da supermercato. Già, ma come fai a scegliere la birra più adatta ai tuoi gusti, se prima di comprarla non ti è concesso di provarla? Come fai a sapere se ti piacerà o no?
La prima cosa che ti consigliamo è controllare l’etichetta. Okay, te lo dicono tutti. E non ti insegnerà a capire le sfumature di sapore di una birra (missione impossibile, sono infinite). Ma scorrendo le informazioni che per i produttori sono obbligatorie, riuscirai a inquadrare meglio che tipo di birra stai maneggiando tra gli scaffali del supermercato. Anche se non te ne intendi.
Etichetta
Tra le informazioni troverai molto utili:
Grado alcolico: (es. 7% vol.).
Esprime la quantità in ml di alcol etilico presente in 100 ml di birra.
Termine minimo di conservazione
Approfondiamo più avanti. Ma sappi che in generale vale questa regola: una birra più è fresca migliore sarà il suo sapore.
Nome e sede di chi produce e di chi imbottiglia
Ingredienti e informazioni nutrizionali
Curiosamente, non sono obbligatorie, ma a volte le trovi anche nelle birre da supermercato. Come anche consigli che ti saranno utili su temperatura ottimale, abbinamenti con il cibo e metodi di conservazione.
Birra Cruda
Se in etichetta trovi indicata la dicitura birra cruda significa che stai maneggiando una birra non pastorizzata. Cioè, una birra non sottoposta al trattamento termico che consente una conservazione più lunga.
Non è per forza così, ma considera che le birre crude sono più gradite perché mantengono le caratteristiche naturali della bevanda.
La fermentazione
Fai attenzione perché le categorie principali per classificare la birra riguardano la fermentazione, e sono: bassa fermentazione (quando i lieviti agiscono sul fondo), alta fermentazione (quando agiscono vicino alla superficie) e fermentazione spontanea. Avrai già capito a questo punto che “Alta” e “Bassa” si riferiscono in modo particolare alla posizione assunta dai lieviti durante la fermentazione.
Il tipo di fermentazione incide negli aromi e nei sapori. I lieviti a bassa fermentazione favoriscono sapori distinti e netti. Se le birre ti piacciono i così sai cosa scegliere. I lieviti ad alta fermentazione agevolano sapori più speziati o fruttati.
Birre a bassa fermentazione
Tipica delle birre più diffuse, come ad esempio le lager o le Pilsner –le birre bionde tedesche– la bassa fermentazione si ottiene con lieviti che fanno il loro lavoro a una temperatura compresa tra i 5 e i 10 gradi centigradi per un massimo di 15 giorni, depositandosi in fondo al recipiente di fermentazione dove iniziano a fermentare.
Birre ad alta fermentazione
In questo caso i mastri birrai usano lieviti cosiddetti “alti”, che lavorano cioè a temperature comprese tra i 18 e i 20 gradi centigradi per un massimo 5 giorni. Le Ale, più aromatiche e strutturate delle lager, sono l’esempio più noto di birre ad alta fermentazione. Rientrano nella categoria anche le birre trappiste e d’Abbazia, delle quali avrai sicuramente sentito parlare.
Birre a fermentazione spontanea
Spontanea nel senso che l’esposizione all’aria del mosto induce i lieviti e gli altri microorganismi presenti nell’ambiente ad agire, iniziando la fermentazione. Non si trovano molte birre al supermercato di questa categoria fanno parte alcune delle birre preferite dagli intenditori come Lambic, birre belghe dal gusto penetrante, e Geuze, birre che vengono rifermentate in bottiglia.
Cosa significa doppio malto?
Ne avrai sicuramente sentito parlare o ti sarai imbattuto in una birra doppio malto. Che significa? La legge italiana impone per le birre una classificazione ulteriore in base al grado Plato (riconoscibile dal simbolo °P). Non ti spaventare. Questa classificazione che stiamo per spiegarti, riguarda anche il contenuto di zuccheri presenti nel mosto prima che una birra fermenti.
Il grado Plato corrisponde ai grammi di “estratto originale” presenti in 100 grammi di mosto. Per estratto originale s’intende la quantità di malto presente nelle birre in cui l’orzo è l’unico cereale utilizzato.
Se invece nelle birre sono presenti altri cereali oltre all’orzo, per esempio i meno costosi riso o mais (la cui presenza segnala in genere birre più scadenti) estratto originale si riferisce alla quantità di tutti i cereali utilizzati in partenza.
Quindi, se credevi che una doppio malto fosse una birra che contiene più malto di un’altra, hai sempre sbagliato. È soltanto una birra che ha un grado Plato più alto.
Quali sono gli ingredienti di base della birra?
Acqua, malto d’orzo, luppolo lieviti. A questi ne vengono aggiunti altri, tipo erbe, frutta, miele, alloro…
Ma non fare il detective che guarda con sospetto altri ingredienti presenti nelle etichette delle birre da supermercato. Per esempio, cereali come frumento, segale, avena, oppure lo zucchero o lo zucchero candito, rientrano nelle tradizioni birrarie di alcuni Paesi. La loro presenza non segnala birre scadenti o peggio pericolose per la la salute di chi le beve.
Che diavolo sono le birre crafty
Riusciti e per questo subdoli tentativi di imitazione delle birre artigianali. Si trovano diverse birre crafty al supermercato, peccato che di artigianale, se ci riferiamo ai metodi e ai volumi di produzione, non abbiano nulla. Crafty dunque puoi tradurlo con simil-artigianale. Perché simil-artigianali sono bottiglie, etichette, grafiche e linguaggio.
Come si conserva la birra
Dichiarando guerra ai 3 principali nemici della birra: tempo, luce e ossigeno.
Tempo
Cerca di consumare la birra prima possibile dopo l’uscita dallo stabilimento (trovi la data sull’etichetta). Comunque sia non superare i diciotto mesi dalla data di produzione.
Luce
La birra non va mai esposta direttamente al sole o alla luce artificiale. Se nel tuo supermercato ignorano la regola, beh, cambia supermercato. Visto che parliamo di questo, sono scelte valide le confezioni multiple protette dal cartone o le bottiglie colorate che filtrano meglio la luce.
Ossigeno
Ciò che devi sapere è tutto qui: quando apri una bottiglia di birra cerca di berla rapidamente. Altrimenti il sapore ne risente.
Quali birre scegliere
Ti diranno che fanno tutte schifo per il solo fatto che sono birre da supermercato. Sì, lo so che a loro –a quelli che te lo diranno– piace solo il pane artigianale, la pasta artigianale, il gelato artigianale e, va da sé, la birra artigianale.
Ma la Chimay Blu, presenza rassicurante nei supermercati italiani, è un’onesta, scura e parecchio alcolica (9%) belga prodotta dai monaci trappisti chissà da quando.
Non di rado troverai nei supermercati italiani l’emblema di tutte le lager, cioè la Pilsner Urquell.
La Orval è un’altra rinfrescante belga trappista da cercare tra gli scaffali che mettere in frigo è tutt’altro che disdicevole.
Ma di belghe che vantano (okay, alcune millantano) tradizioni monastiche ne trovi anche altre. Cerca nei supermercati Leffe, Grimbergen e Benediktiner.
Ma l’acquisto più consigliato riguarda lo stile Blanche. Scoprirai se rientra tra i tuoi preferiti comprando, a patto di trovarle nelle corsie, Hoegaarden e Blanche de Namur.