Massimo Bottura ha avuto 865 euro di ristori dal governo. Che rimborso è?
Da uno come lui, da Massimo Bottura, non te l’aspetti che attacchi il governo. E che ci vada giù duro.
Solo poche settimane fa, lo chef italiano dalla popolarità planetaria aveva indirizzato al presidente del Consiglio una lettera aperta dai toni concilianti. E aveva chiesto sostegno per il mondo della ristorazione.
Ieri, invece, collegato in video-conferenza con la tavola rotonda voluta dalla Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) per discutere la crisi dei ristoranti italiani causata dalla pandemia, Bottura non ha usato giri di parole.
“Per sostenere le spese relative alla messa a norma dei locali tra macchine destinate alla purificazione dell’aria, mascherine, gel, scanner mi sono visto riconoscere una quota di 865 euro”.
Il linguaggio visionario proprio di Bottura, che nella lettera indirizzata al premier Conte aveva paragonato ristoranti e chef rispettivamente a “botteghe rinascimentali” e “ambasciatori dell’agricoltura nel mondo”, ha lasciato il posto a toni molto critici:
“Ma che rimborsi sono? Non ci pago neanche gli stipendi”.
Nell’affrontare il tema dei rimborsi riconosciuti finora dal governo, il titolare dell’Osteria Francescana è sembrato sul punto di perdere le staffe:
“Ci sentiamo soli, abbandonati a noi stessi”.
Una preoccupazione condivisa dallo chef modenese con la sua brigata. “Nel mio futuro c’è sempre futuro, altrimenti entri in un clima di depressione: lo faccio per tenere sotto controllo i ragazzi che lavorano per me, soprattutto quando ascolti parole piene di burocrazia, di chiacchiere e di cose che non sono state attuate”.
Ancora sul tema dei rimborsi, vero punto debole nell’azione di governo, lo chef del ristorante premiato per due volte come il migliore del mondo, ha chiesto con energia una divisione dei pubblici esercizi in categorie. Da una parte i bar, dall’altra i ristoranti.
“Diversamente tutto è confuso, generalizzato, siamo qua a far chiacchiere e rimarremo sempre in balia della situazione”. Bottura ha anche sottolineato le difficoltà dei colleghi che non hanno la sua stessa notorietà.
“Io vivo nella poesia e ho una struttura fortissima, perchè lavoro nel mondo, a Dubai, a Las Vegas, ma agli altri – meno strutturati – chi ci pensa?”.
In chiusura del suo movimentato intervento, Massimo Bottura ha indirizzato verso l’operato del governo un affondo sul tema delle tasse.
“Abbiamo ottenuto la sospensione della seconda rata di tasse, ma la prima l’abbiamo già pagata”.
Sarcastico il finale dello chef che, insieme alla moglie Lara Gilmore, ha dato vita al progetto dei refettori, destinato a offrire pasti gratis a bisognosi e senzatetto.
“L’unica misura positiva – prosegue – è la cassa integrazione, che però ha ritardi mostruosi. E quindi ai miei ragazzi l’ho anticipata io”.
Questa volta i toni pacati e concilianti sono stati quelli del presidente del Consiglio, presente anche lui alla tavola rotonda della Fipe.
“So che dopo l’adozione dei protocolli per il distanziamento che avete rispettato in modo rigoroso siete rimasti delusi dalle misure restrittive ma, se non l’avessimo fatto, saremmo rimasti tutti travolti dalla pandemia”.
La sua risposta all’intemerata di Bottura si è conclusa con una promessa.
“Ci rendiamo conto che quanto fatto fin qui non è sufficiente, di conseguenza stiamo ragionando su nuovi incentivi”.