La miglior pastiera 2022? Ecco chi ha vinto Regina Pastiera
Curiosi di sapere qual è la miglior pastiera da portare sulla tavola di Pasqua?
Si è appena conclusa Regina Pastiera, seconda edizione del concorso organizzato dal giornalista Stanislao Porzio, ideatore anche di Re Panettone.
In gara 32 pasticcieri provenienti da ogni parte d’Italia, valutati da una giuria di giornalisti esperti del settore.
I giurati, per individuare la miglior pastiera, hanno assaggiato “alla cieca” tutte le interpretazioni del tipico dolce napoletano, anzi campano, di Pasqua (anche se ormai diffuso ovunque in Italia).
Ecco la classifica con il miglior dolce e il podio di Regina Pastiera 2022, presentata in diretta sulla pagina Facebook di Re Panettone.
I vincitori, come largamente prevedibile, parlano campano e in particolare napoletano grazie alla vittoria di una pasticceria di Nola.
Miglior pastiera di Regina Pastiera 2022
1. Pasticceria Santaniello di Nola (Napoli)
Capo pasticcere: Salvatore Vitale
2. Pasticceria Sparaco di Castel Morrone (Caserta)
Capo pasticcere: Guido Sparaco
3. Pasticceria Vignola di Solofra (Avellino).
Capo pasticcere: Raffaele Vignola
7 ingredienti per la pastiera
In tanti pensano di conoscere bene il dolce napoletano, anzi campano, per antonomasia, il più ricco di sapori e di profumi.
Forse pochi, invece, sanno nel dettaglio e con precisione la ricetta della pastiera, gli ingredienti e gli utensili necessari per la preparazione.
Stanislao Porzio, organizzatore dei concorsi Re Panettone, Regina Colomba e Regina Pastiera, ci guida alla scoperta della miglior pastiera napoletana nel suo ultimo libro.
Uscirà il 7 aprile per Guido Tommasi Editore e si chiamerà, appunto “Pastiera”.
1. GRANO
Il grano è un alimento sacro, e nella pastiera lo troviamo in due forme: integra nel ripieno e macinata nel guscio di frolla.
2. GRASSO
Il grasso, simbolo di ricchezza e abbondanza, unisce gli altri ingredienti della pastiera.
La diatriba sul grasso della miglior pastiera è sempre la stessa, anche nel 2022: burro o strutto? A voi l’ardua sentenza.
3. UOVO
Da una funzione puramente pratica nel dolce, assume anche una simbologia di nascita, di vita in potenza.
4. RICOTTA
Che sia vaccina oppure ovina, grazie alla sua modellabilità si presta molto bene a dare soffice compattezza al ripieno.
5. ZUCCHERO
La nota dolce irrinunciabile, in realtà, non è esistita da sempre. Alcune fonti narrano di una pastiera originariamente salata…
6. FRUTTA CANDITA
Nella miglior pastiera, la frutta candita introduce consistenze e sapori diversi. Cedro, zucca e arancia sono i più utilizzati.
7. AROMI
Acqua rosa muschiata, vaniglia, fiori d’arancio.
Usi e tradizioni sono differenti e discordanti tra loro: variano perlopiù in base ai gusti personali, anche se ormai si sono abbastanza focalizzati sui fiori d’arancio e sui millefiori.
Il “Cascio Parmiggiano” ingrediente della miglior pastiera
La prima ricetta della pastiera compare nel primo volume de “Lo scalco alla moderna” di Antonio Latini, uscito nel 1692.
Latini non era solo un cuoco.
La sua funzione di scalco di corte consisteva nella gestione di tutti gli approvvigionamenti alimentari e di tutti i pranzi, le cene, i banchetti e i conviti di un principesco palazzo.
Quello di don Esteban Carrillo y Salcedo, magistrato reggente del Consiglio Collaterale del Viceregno di Napoli.
La sua ricetta, lontana da quelle usate per la miglior pastiera di oggi, risente ancora del gusto medievale e rinascimentale di mescolare il dolce al salato.
Oltre al “Cascio Parmiggiano” sono presenti nella ricetta anche la ricotta e, come aromi, l’acqua rosa muschiata e l’ambra.
Pastiera e fake-news
Da qualche tempo si è diffusa sul web una voce, molto insistente, secondo la quale dovrebbero essere sette le strisce di pasta che coprono il ripieno della miglior pastiera.
Sono stati anche addotti motivi che avvalorerebbero questo numero.
Le strisce sarebbero sette come gli ingredienti della pastiera.
Oppure sette come la somma delle quattro virtù cardinali e delle tre virtù teologali – vero, ma indimostrabile che sia questo il motivo.
In realtà nessuna delle ricette più antiche della miglior pastiera, quelle che ci sono pervenute dalla fine del Seicento a tutto l’Ottocento, fa la minima menzione di un numero obbligato di strisce di pasta.
L’origine di questa leggenda metropolitana è tutt’altra. Ed è molto recente.
Nel 2016 una pasticceria del centro di Napoli ha diffuso uno scritto secondo il quale sarebbe stato opportuno ricoprire la miglior pastiera con sette strisce.
Perché il loro disegno avrebbe riprodotto la pianta della Neapolis greca, ipotizzando che avesse tre decumani, cioè strade che vanno da Est a Ovest, e quattro cardi, strade che vanno da Nord a Sud.
La cosa, fra l’altro, è falsa, perché i decumani della Napoli greca sono tre, ma i cardi sono molti di più.
Di questo “auspicio” si sono rapidamente impadroniti molti social cittadini, trasformandolo in un obbligo: “le strisce devono essere sette”.
La potenza del web ha fatto il resto.
Così, a causa della superficialità e della credulità con le quali si sfogliano le pagine web, mezza città si è convinta in un paio di mesi che questa delle sette strisce nella miglior pastiera fosse una tradizione secolare!
Alla fine, però, chi di web ferisce, di web perisce.
La bufala è stata svelata nell’aprile 2020 da blogger e giornalisti che amano andare a fondo.