Milano. Provare un Assaggino a 1,50 € e chiedersi perché
L’idea c’è: un locale che serve solo “assaggini”, porzionati uniformemente, componibili a piacere in piattini da 1 a 6 pezzi (con acqua, birra, vino, centrifugati, caffè ecc. a scelta), per una spesa che va da 1,30 a 10 €. Idea che si ritrova nel nome, AssagGino – inutilmente e cripticamente complicato dalla G maiuscola, che riprende il nome di Gino Guarnieri, architetto e imprenditore, ideatore del locale con lo chef Tiziano Medina del Refettorio.
I quali si, e ci, chiedono, e si/ci rispondono: “Chi ha detto che una pausa veloce non possa essere anche buona? E che la ristorazione fast non possa avere la qualità della cucina italiana? Probabilmente qualcuno che non era curioso e incontentabile come noi, che invece di arrenderci alla solita minestra ci siamo inventati Assaggino, il primo quality fast food di grande cucina in mini formato, un Assaggino sempre fresco perché preparato e servito in giornata. Dai un Assaggino, e ci amerai. ”
E quindi.
E quindi gli assaggini sono piccole porzioni da consumare velocemente, create in un laboratorio fuori città con ingredienti selezionati e certificati, porzionate appunto e impolpettate in piccoli parallelepipedi che vengono inviati al negozio per la cottura, al forno, e il servizio. L’aspetto – tanti cubetti parallelepipedi in fila, dai colori abbastanza incerti. Non che uno si aspetti un assortimento dall’aspetto del cake design ideato da un pasticcere daltonico, per carità – e non stonano con l’ambiente, piacevole e senza fronzoli. Ma non hanno una grande attrattiva.
All’assaggio (effettuato sia con le mani, all’inaugurazione, che con la forchettina, in una seconda visita), si riconoscono ingredienti e sapori, alcuni ben congegnati, altri un po’ deboli. Rimane il dubbio sul perché, anziché un bell’ossobuco, dovrei assaggiare un assaggino (lo stesso dubbio che ho provato davanti all’ossburger di Baladin, per dire).
Anche perché la consistenza è probabilmente da rivedere: non dico di impastellare nel calcestruzzo e friggere il tutto, ma così l’insieme risulta poco soddisfacente – se dovessi disegnare un personaggio che mangia uno di questi assaggini, non saprei quale onomatopea usare: CIOMP CIOMP non va bene…
Per dire, l’assaggino Zola e Grana (Gorgonzola, Grana Padano grattugiato, panna, uovo e prezzemolo, in granella croccante di pane e noci) assaggiato la sera dell’apertura, senza posate, era decisamente inafferrabile, da mangiare in un boccone, mentre stava già colando giù lungo le dita.
Interessante, durante la mia seconda visita, il contrasto fra gli assaggini e il letto di riso nero su cui sono stati serviti: morbidoni gli uni, crocchiante l’altro.
Alcuni dei gusti proposti sono discreti, come ho detto; normali i dolcetti; birre del Birrificio Artigianale Ex Fabrica di Grazzano Visconti, due vini bianchi, due rossi, un lambrusco e un prosecco; colazioncine, merendine e aperitivini sui 4 €.
Resta il dubbio: perché? Aiutatemi a risolverlo.
Assaggino. Via Moscova 24, Milano, tel +39 02 8907 0650