Negroni sbagliato: il quarto d’ora da cocktail più celebre del mondo
“Un negroni… sbagliato… con dentro il prosecco”.
Se siete su TikTok (e soprattutto sul sottogenere LesbianTok), è possibile che abbiate visto questo video, ormai un meme guardato oltre 10 milioni di volte.
Nel video, Emma D’Arcy e Olivia Cooke, star della popolarissima serie fantasy americana House of the Dragon, tratta da Game of Thrones, parlano del loro cocktail preferito.
Emma D’Arcy non ha dubbi, è, appunto: “Un negroni… sbagliato… con dentro il prosecco”.
I commenti al video sono focalizzati sul modo in cui D’Arcy dice “Un negroni sbagliato con dentro il prosecco”.
Reazione comprensibile, guardate il breve video con l’audio selezionato, ascoltate il tono seducente dell’attrice, e diteci se non siete d’accordo.
La viralità del video ha scatenato tra i tiktoker la caccia agli ingredienti del Negroni Sbagliato, poco noto negli Stati Uniti. Mentre i media americani, anche i più prestigiosi, si sono precipitati a pubblicare tutorial su come si prepara il cocktail.
Il successo all’estero di Negroni e Spritz
La ricetta del Negroni sbagliato, per i fan solamente “Sbagliato”, prevede gli stessi ingredienti del Negroni. Con una differenza, lo spumante –spesso il Prosecco– prende il posto del gin.
Il Negroni è un cocktail molto apprezzato all’estero, non per niente è il primo nella classifica dei 10 cocktail più bevuti al mondo, anche lo Spritz è tra i più affermati.
Un successo dovuto al tasso alcolico contenuto di questi drink e ai richiami alla “Dolce Vita” italiana.
Ma più ancora ai cospicui investimenti fatti da Campari negli Usa, a partire dal 2003, dopo aver comprato Aperol.
La strategia del gruppo per imporsi all’estero prevedeva la promozione massiccia dello Spritz, l’aperitivo che intercettava la tendenza in atto, ovvero consumare bevande leggere, meno alcoliche, da sorseggiare spizzicando cibo.
Strategia perfettamente riuscita visto che nel 2016, l’Aperol Spritz diventa il liquore più venduto del gruppo, affiancando gli Usa a mercati tradizionali quali Italia, Regno Unito, Germania e Francia.
Chissà che ora, sulla spinta del video virale con Emma D’Arcy, Campari non prenda seriamente in considerazione la possibilità di investire anche sul Negroni Sbagliato.
Potrebbe essere un’opportunità da cogliere al volo in tempi di social.
Negroni sbagliato: la ricetta del Bar Basso
Se ascoltare Emma D’Arcy che dice alla sua maniera “Negroni Sbagliato con dentro il prosecco” vi ha messo voglia di provarlo, siete fortunati: il cocktail, meno alcolico del fratello maggiore, è piuttosto semplice da preparare.
Come conferma la ricetta del Bar Basso, il locale milanese dove il Negroni Sbagliato è stato inventato dal barman Mirko Stocchetto nel 1967, 1969 o 1972, a seconda di chi racconta la storia.
- Amaro Campari (3 cl)
- Vermouth Rosso (3 cl)
- Prosecco (3 cl).
Il Prosecco aggiunge un sapore diverso rispetto al Negroni classico, più dolce e ruffiano.
Per completare la ricetta avete due opzioni: se vi piace seguire il percorso tradizionale, preparate il Negroni sbagliato con ghiaccio.
Riempite un bicchiere tumbler basso di ghiaccio, versate sopra il composto e mescolate con un cucchiaio (possibilmente da bar).
Per una presentazione più sfiziosa, servite il cocktail in una flute da champagne.
Fate così: miscelate in un mixing glass Vermouth e Campari con il ghiaccio separatamente. Versate il composto nella flute, quindi riempitela con il prosecco e mescolate ancora.
Guarnite con una fetta o un twist d’arancia per aggiungere fascino alla presentazione.
Ecco qua il vostro Negroni Sbagliato. Un cocktail accattivante, facile da preparare e da condividere con gli amici.
La storia del Negroni
La maggior parte dei resoconti attribuisce la ricetta alla sbarazzina nobiltà fiorentina. Precisamente al conte Camillo Negroni.
Un proto-dandy dai modi spicci che, un giorno qualunque tra il 1917 e il 1919, volendo provare qualcosa di più forte, chiede al barman del Caffè Casoni in via de’ Tornabuoni a Firenze una variazione sul tema del suo drink preferito, l’Americano.
Il barman Fosco Scarselli acconsente aggiungendo un po’ di gin. Poi, dato che c’era il rischio di confondere il bicchiere del conte con quello degli altri avventori, Fosco aggiunge una fetta d’arancia.
La storia è raccontata per filo e per segno nel libro “Sulle tracce del Conte, la vera storia del cocktail Negroni”, del barman Luca Picchi.
E la storia del Negroni sbagliato
Nel 1967, dopo aver perfezionato il mestiere in alcuni prestigiosi locali di Venezia compreso l’Harry’s Bar), il barman veneziano Mirko Stocchetto e il socio in affari Renato Hausamann acquistano il Bar Basso a Milano.
I milanesi di quegli anni sono ancora inclini ai piaceri semplici del vino, della birra e degli amari, anche se i gusti e la clientela del Bar Basso stanno gradualmente cambiando.
Aumenta il consumo dei cocktail e, per sfruttare la tendenza, Stocchetto serve tutti i suoi cocktail in accattivanti bicchieri extra-large realizzati su misura dai vetrai di Murano.
In una sera del 1969 o del 1972 mentre Stocchetto prepara un classico Negroni, fatalmente, e inconsapevolmente, aggiunge del prosecco al posto del gin.
Si rende conto dell’errore solo dopo aver servito il cocktail, ma viene piacevolmente sorpreso dalla reazione del cliente, soddisfattissimo dell’intruglio.
Da quel momento in poi il cocktail entra stabilmente nel menu, battezzato dal barman del Bar Basso come Negroni “sbagliato”.
Delle numerose variazioni sul tema del Negroni lo “Sbagliato” è indubbiamente la preferita. A conquistare il palato di chi lo prova per la prima volta è quel suo porsi in mezzo a due cocktail oggi simbolo del gusto italiano nel mondo.
Il Negroni, ovviamente, e lo Spritz, l’aperitivo leggero preparato con vino bianco frizzante (anche in questo caso spesso Prosecco), seltz, limone e Aperol. Oppure con Campari o ancora Select.
Mirko Stocchetto, scomparso nel 2016, è considerato il barman che ha rivoluzionato la scena milanese dei cocktail, anche grazie all’invenzione di un centinaio di drink.
Eppure il Negroni sbagliato resta la sua vera eredità, una creazione accidentale che ha avvolto nel mito il Bar Basso, bar storico di Milano guidato oggi da Maurizio, figlio di Mirko (occhio ai prezzi).