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17 Marzo 2011 Aggiornato il 18 Marzo 2011 alle ore 13:03

Notte del Tricolore in cucina. Reggio Emilia premia Massimo Bottura

Una parata gastronomica 'patriottica' con prodotti e produttori provenienti da tutte le Regioni e il Premio 'Ascoltare' a Massimo Bottura, migliore chef
Notte del Tricolore in cucina. Reggio Emilia premia Massimo Bottura

Una parata gastronomica ‘patriottica’ con prodotti e produttori provenienti da tutte le Regioni e il Premio ‘Ascoltare’ a Massimo Bottura, migliore chef del mondo secondo l’Accademia Mondiale di Cucina di Parigi, premiato da Coldiretti Emilia Romagna per essersi distinto nella valorizzazione del suo territorio. Così Reggio Emilia ha festeggiato la ‘Notte del Tricolore’ in cucina insieme ad uno dei Cavalieri della Cucina Italia il cui motto è essere uniti pur nelle differenze di linguaggio.

“Ricevere il premio nella mia Regione”, ha commentato Bottura, “è più importante di premi ricevuti in giro per il mondo. Sono felice inoltre di ottenere questo premio nell’ambito di una manifestazione per la filiera corta che è è fondamentale per la qualità del cibo”. L’evento in questione è la convention di Coldiretti sul progetto ‘Filiera Agricola tutta Italiana’, e insieme allo chef modenese è stato premiato anche Luca Cammarata, il produttore siciliano di formaggi caprini impegnato all’interno del movimento ‘Addiopizzo’.

La cucina come collante e come veicolo identitario, anche nella lotta alle mafie, in un Paese con una storia unitaria ancora giovane. Ne sono convinti gli Italiani che, in un sondaggio realizzato da Coldiretti e Swg e divulgato in occasione dei festeggiamenti, ritengono che i piatti della tradizione italiana siano l’aspetto più rappresentativo dell’identità nazionale (il 46%), persino più della cultura (il 37%) della moda (9%) e del calcio (5%).

Era il 17 marzo del 1861 quando il Senato e la Camera dei Deputati del Regno di Sardegna approvavano la legge istitutiva dello Stato unitario. Da allora sono passati 150 anni e altrettanti ce ne sono voluti, come ricorda Coldiretti, per passare dall’arretratezza e dalla fame “ad uno stile di vita fondato su qualità e benessere”. Una storia di successo dove sono le cifre a parlare: 2010, innanzitutto, anno di grazia della dieta mediterranea che diventa Patrimonio dell’Umanità. E poi 15%, tanto è il peso dell’agroalimentare sul Pil nazionale, per un valore complessivo di 250 miliardi di euro. E ancora: un milione di verifiche e ispezioni effettuate sul Made in Italy alimentare nel 2010 tra Agenzia delle Dogane, Nas, Capitanerie di Porto, Corpo Forestale, Asl e il 99% di campioni regolari di frutta, verdura, vino e olio con residui chimici al di sotto dei limiti di legge. Senza dimenticare il biologico, conclude Coldiretti: un terzo delle aziende europee bio è italiano.

Fonte: agi.it, coldiretti.it, cronachedigusto.it

Foto: parmigiano-reggiano.it, cronachedigusto.it

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