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27 Ottobre 2023 Aggiornato il 27 Ottobre 2023 alle ore 19:56

Ma che osterie del cavolo: litigano ancora per il piattino condiviso

L’Osteria del Cavolo di Finale e di Monza litigano ancora per il supplemento del piattino condiviso. “Cambiate nome”. “Non se ne parla”
Ma che osterie del cavolo: litigano ancora per il piattino condiviso

Osteria del Cavolo, Monza vs. Finale: la disfida del piattino condiviso continua a far parlare di sé. 

Chi lo deve cambiare questo benedetto nome? Chi l’ha scelto per primo? O forse l’osteria più nota? Nessuno?, si è chiesto Il Secolo XI.

Che confusione! Il problema è che nessuno si prende la responsabilità. E così siamo qui, a tre mesi di distanza dall’esplosione del caso del “piattino condiviso” dell’Osteria del Cavolo di Finalborgo, a discutere ancora di questa storia. 

Era agosto, il caldo afoso faceva bollire le menti, e dopo una recensione su internet di un cliente infuriato per il sovrapprezzo di 2 euro a causa di un piattino di trofie condiviso, la polemica si è propagata in tutta Italia. 

L’equivoco con l’Osteria del Cavolo di Monza

L’osteria del cavolo di Finale Ligure, che aveva introdotto il sovrapprezzo ha difeso la decisione con veemenza, sostenendo che serviva a contrastare l’abitudine odiosa di sedersi in tanti e mangiare in pochi, spartendosi i piatti.

Ma ora, a causa di quelle polemiche, c’è un’altra Osteria del cavolo che ne ha pagato le conseguenze senza colpa alcuna. 

L’Osteria del Cavolo di Monza, che esiste da 22 anni, è stata sommersa da mesi di critiche e recensioni avvelenate su internet, con persone convinte che il sovrapprezzo fosse opera loro. 

È il classico caso di scambio di persona, o meglio, di osteria. 

Almeno cambiate nome

Il proprietario lombardo, dopo aver pazientemente sopportato l’ingiustizia per un po’, ha deciso di rivolgersi a un avvocato per chiedere agli omonimi di cambiare almeno il nome, adesso che il danno è fatto.

Emiliano Genoncelli, il titolare dell’Osteria del Cavolo di Monza, si lamenta delle recensioni negative su Google: “Non sapete quanti ci hanno criticato per questa storia che non ci riguarda. 

Il punto, secondo il ristoratore monzese, è che le recensioni, oggi, fanno o disfanno un locale. “Non voglio dire che abbiamo perso clienti”, puntualizza Genoncelli, perché chi ci conosce sa la verità, ma il danno d’immagine è evidente. Noi esistiamo da 22 anni, mentre l’osteria finalese è molto più giovane. Ecco perché abbiamo chiesto loro di cambiare nome e marchio, che sono identici ai nostri”. 

E poi la vicenda che ha scatenato tutto questo equivoco, sembra essere completamente estranea al modo di operare dell’Osteria del cavolo monzese. Basta dire che in quel locale mettono gli antipasti al centro per farli assaggiare a tutti, non applicherebbero mai un sovrapprezzo per un piattino.

La replica dell’Osteria del Cavolo di Finale: non se ne parla

La risposta dell’Osteria del Cavolo di Finale? Un secco rifiuto, accompagnato da una buona dose di ironia. 

Ida Germano, del “Cavolo” nella riviera savonese, non ci pensa nemmeno. E ribatte: “Ma figurati se cambiamo nome! Allora tutte le pizzerie Vesuvio dovrebbero farlo perché la prima originale si lamenta? Dai, questa cosa fa ridere. 

Il ristoratore monzese può farsi spiegare meglio la situazione dall’avvocato della donna, ma il punto è che non se ne parla proprio. 

E riguardo al danno subito per le recensioni che erano destinate all’Osteria del Cavolo di Finalborgo, è tutto da dimostrare. 

“Alla fine, è sempre pubblicità, che per un locale non fa mai male”, afferma la titolare del locale ligure, “inoltre, al momento dei fatti incriminati, mi risulta che loro fossero in vacanza. Insomma, sembra tutto molto pretestuoso”.

Il sovrapprezzo del piattino si paga ancora

Ma tornando al piattino controverso, l’Osteria del cavolo ligure continua a farlo pagare? 

Ma certo, e secondo la ristoratrice finalese dopo le prime critiche sul web da parte di clienti che del locale ignorano perfino l’esistenza, hanno ricevuto il sostegno dei veri clienti, coloro che lo conoscono davvero. 

“Chi ci conosce sa che dietro quei 2 euro c’è una filosofia”, precisa Ida Germano: “Li abbiamo indicati nel menù da ben 9 anni per scoraggiare chi occupa un tavolo in 4 e poi magari mangia in 2. È la rovina del nostro settore, questa gente che sfrutta l’ospitalità senza rispetto”. 

Quindi sì, continueranno a far pagare il sovrapprezzo per il piattino condiviso, perché sono convinti che sia giusto e corretto. E anzi, la ristoratrice sarà ospite di una tavola rotonda a Roma, organizzata dalla Confcommercio, per discutere di recensioni online e scontrini bizzarri.

L’Osteria del Cavolo di Monza: ostaggio delle recensioni

La disfida tra l’Osteria del Cavolo di Monza e l’Osteria del Cavolo di Finale è destinata dunque a continuare, con entrambi i proprietari che mantengono le proprie posizioni. 

Nel frattempo, il nome condiviso continua a generare confusione e a danneggiare l’immagine dell’Osteria del Cavolo di Monza, il cui titolare si ritiene comprensibilmente “ostaggio del delirio di chi fa recensioni magari fasulle e tendenziose”.

E insomma, causa potere del web, due osterie del cavolo si sono ritrovate al centro di una vicenda che ha fatto parlare di sé in tutta Italia. 

Una vicenda che, se da un lato ha portato a un danno d’immagine per una delle due osterie, dall’altro ha dimostrato come, anche in un momento di crisi come quello attuale, il cavolo sia sempre un piatto che fa discutere.

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