Pandoro Balocco Ferragni: Selvaggia Lucarelli aveva capito tutto
Siamo a fine 2022, sul caso Pandoro Balocco Ferragni, Domani pubblica un’inchiesta di Selvaggia Lucarelli.
Titolo: “Il pandoro benefico di Chiara Ferragni è soltanto marketing e non beneficenza”.
Il lungo articolo svela i dubbi di Lucarelli sull’operazione benefica voluta da Balocco e da Chiara Ferragni, regina delle influencer.
L’inchiesta mette in luce incongruenze e opacità di una campagna che –scopriremo poi– ha ingannato molti consumatori. Facendo credere che comprando il pandoro si facesse del bene a bambini malati di tumore.
In realtà, si tratta di una mossa commerciale e reputazionale per Chiara Ferragni, fa capire Lucarelli, che ha chiuso un remunerativo contratto con Balocco.
E anche di una comunicazione ambigua e confusa da parte dell’azienda e dell’ospedale Regina Margherita di Torino, destinatario della donazione di Balocco.
Come è nata l’inchiesta di Selvaggia Lucarelli sul pandoro Balocco Ferragni
Tutto inizia a novembre 2022. Quando Balocco, azienda dolciaria con ricavi superiori a 150 milioni di euro nel 2020, e Chiara Ferragni, imprenditrice digitale con oltre 25 milioni di follower su Instagram, lanciano un pandoro limited edition.
Si chiama pandoro Chiara Ferragni.
Il dolce natalizio ha un aspetto particolare, con un fiocco, una bustina di zucchero a velo e uno stencil che riproduce l’occhio stilizzato, simbolo del brand Ferragni. Tutte queste cose sono rosa: hashtag Pink Christmas.
L’operazione è presentata come una collaborazione benefica a favore dell’ospedale Regina Margherita di Torino, che si occupa di ricerca contro i tumori infantili.
Lucarelli fa notare che sul sito di Balocco e sul profilo Instagram di Chiara Ferragni si legge che l’azienda piemontese e l’influencer sostengono un progetto di ricerca promosso dall’ospedale.
Mirato, si legge, a trovare nuove cure terapeutiche per i bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing.
In ragione della grande potenza mediatica di Ferragni, la notizia viene ripresa da un’infinità di media e da molti utenti sui social. Si sprecano gli elogi per l’iniziativa e le dichiarazioni dei follower che vogliono comprare il pandoro per contribuire alla causa.
I dubbi di Selvaggia Lucarelli sul Pandoro Balocco Ferragni
Selvaggia Lucarelli, tra le altre cose influencer con poca simpatia per la collega milanese (eufemismo), ha molti dubbi sul Pandoro Balocco Ferragni. E decide di indagare per conto del quotidiano Domani, con cui in quel periodo sta collaborando.
Ma incontra molte difficoltà nel reperire le informazioni necessarie per capire in cosa consiste la donazione di Balocco all’ospedale. E in che modo sia legata al progetto di ricerca.
Lucarelli contatta prima l’ufficio stampa di Balocco, dal quale apprende che la donazione è già stata fatta, ma non a quanto ammonta, né in che modo è legata al progetto di ricerca.
L’ufficio stampa di Balocco le dice anche che il team di Chiara Ferragni ha posto molti veti alla comunicazione dell’iniziativa.
Selvaggia Lucarelli contatta poi l’ufficio stampa dell’ospedale, che le dice di non aver seguito direttamente l’iniziativa, partita da Balocco, non da Ferragni, e che non conosce l’entità della donazione.
Donazione di 50.000 euro decisa prima
Oggi l’Antitrust ha chiarito che solo la Balocco aveva donato in beneficenza all’Ospedale Regina Margherita di Torino, e che la donazione era stata già stabilita e versata a prescindere dalla partecipazione dei clienti del pandoro. Importo complessivo della donazione: 50 mila euro.
Dunque gli acquirenti del pandoro non partecipavano direttamente alla donazione. Ma rendevano più ricca Chiara Ferragni, unica beneficiaria della loro generosità.
L’ufficio stampa dell’ospedale torinese suggerisce a Lucarelli di contattare la dottoressa Franca Fagioli, che ha seguito il progetto di ricerca legato a Balocco per l’ospedale e ne ha già parlato al Corriere della Sera.
Pandoro Balocco Ferragni: Selvaggia Lucarelli giornalista d’assalto
Lucarelli cerca di contattare la dottoressa Franca Fagioli per sapere a quanto ammonta la donazione di Balocco, non di Ferragni.
Tuttavia, la dottoressa si mostra irritata dalle domande della giornalista. Perché crede, sbagliando, che la donazione sia legata alla vendita dei pandori, così si rifiuta di rivelarne l’entità. Attacca il telefono in faccia a Lucarelli, che rimane senza risposte.
La giudice di Ballando con le stelle, stavolta nei panni della giornalista d’assalto, pubblica la sua inchiesta sul quotidiano Domani. Rivelando la Lucarelli-verità sull’operazione benefica legata al pandoro Balocco Ferragni.
Non solo la verità di Lucarelli coincide con la ricostruzione dell’Antitrust, che ha comminato una multa da oltre un milione di euro alle due società di Ferragni coinvolte nell’iniziativa, e di 420 mila euro a Balocco.
Ma l’inchiesta mostra anche le difficoltà di reperire informazioni trasparenti e veritiere da parte del sistema influencer.
Nonché, dobbiamo riconoscerlo perfino noi che non l’amiamo troppo, il ruolo di Selvaggia Lucarelli nel portare alla luce la verità. Il suo lavoro giornalistico ha saputo andare oltre le apparenze e svelare la verità, nonostante le resistenze incontrate.
Le implicazioni etiche del caso
Il caso del pandoro Balocco Ferragni, rivelato da Lucarelli, è quindi l’esempio di come una comunicazione ambigua e confusa possa generare false aspettative e delusioni nei consumatori.
E di come una collaborazione benefica possa nascondere in realtà un’operazione commerciale. Con implicazioni etiche tutt’altro che secondarie.
Perdonate il tono moraleggiante, ma sfruttare il sentimento di solidarietà verso dei bambini malati di tumore per vendere un prodotto e aumentare la popolarità di un’influencer non è il massimo.
Il caso solleva anche diverse domande: è giusto usare la beneficenza come strumento di marketing? Qual è il ruolo degli influencer come Chiara Ferragni nel promuovere le cause sociali? Come si può garantire la trasparenza e la veridicità delle informazioni in tempi dominati dai social media?
Le conseguenze per Chiara Ferragni
Un anno dopo la pubblicazione dell’inchiesta di Selvaggia Lucarelli, il caso del pandoro Balocco Ferragni riesplode. Con la multa comminata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato a Chiara Ferragni e a Balocco.
Secondo l’Antitrust tutta l’operazione del pandoro griffato per beneficenza è una pratica commerciale scorretta. In quanto ha indotto i consumatori a credere che la donazione fosse legata alla vendita dei pandori.
Il caso del pandoro Balocco Ferragni, che sarebbe stato un flop anche dal punto di vista commerciale, è quindi emblematico di come il marketing possa sfruttare la beneficenza per fini commerciali e reputazionali. E di come la comunicazione possa essere manipolata e distorta per ingannare il pubblico.
La reazione di Chiara Ferragni e Balocco
Balocco ha reagito alla notizia della multa dichiarando di non condividere la decisione dell’Antitrust e di voler agire nelle sedi opportune per tutelare i propri diritti.
Chiara Ferragni ha rotto il silenzio sui social, dove ha espresso disappunto per la multa. L’influencer sostiene di aver agito in buona fede e, per questo, di aver impugnato la decisione dell’Antitrust nelle sedi competenti.
Il caso Pandoro Balocco Ferragni, fatto emergere da Selvaggia Lucarelli lascia comunque una domanda aperta.
Non è il caso di essere più consapevoli e critici di fronte alle informazioni che riceviamo da Chiara Ferragni e ai prodotti che acquistiamo?