Bolletta della luce da 1.800 a 10.240 €: chiude storica pasticceria a Firenze
Che il capitolo rincari dell’energia e aumento della bolletta della luce e del gas sarebbe stato tragico lo supponevamo. Ma non serve arrivare all’autunno per vedere le conseguenze. Basta guardare a Firenze dove una storica pasticceria, l’Antica Pasticceria Sieni, chiude.
La decisione l’ha presa Andreina Mancini, 69 anni. Di cui 27 trascorsi a destreggiarsi tra la Fedora degli anni ’30, le meringhe, lo zuccotto creato per il Ristorante Zocchi di Pratolino, la Torta della Nonna, l’Amor di Polenta e la Torta dello Zar.
Nel 1995 arriva nella pasticceria fondata agli inizi del ‘900 da Vittorio Sieni e riporta le antiche ricette. Grazie ad uno dei pasticcieri che ha lavorato con Giorgio Sieni. Una pasticceria centenaria di Firenze che ha resistito a due guerre e tanti cambiamenti ma che chiude. Per caro bollette.
Se ne discute da un po’, ma il polverone lo hanno alzato i pomodori pelati. O meglio Francesco Franzese con la sua azienda La Fiammante che ha dovuto pagare quasi 1 milione di euro in questa campagna di trasformazione. A fronte dei 120 mila dell’anno scorso, a consumi leggermente aumentati. L’8% in più – con il 10% in più di pomodori pelati – che non reggono il confronto con il 730% di aumento della bolletta del gas.
Quanto è aumentata la bolletta della luce per la pasticceria di Firenze che chiude
Stessa storia, o almeno proporzionale per la pasticceria di Firenze che chiude.
A giugno 2021 la bolletta dell’elettricità era di circa 1.800 €.
Nel 2022 la bolletta è salita a 10.240 €.
E poiché vi state chiedendo quanto abbia consumato di energia in più l’Antica Pasticceria Sieni a Firenze che chiude, eccovi accontentati. Nel 2021, 7.529 kWh. Quest’anno, 11.721 kWh. Quei 4.200 kWh in più – che dovrebbero essere segno di maggiore produzione e vendita – sono costati circa 8.500 €.
Senza voler fare gli esperti delle bollette, non c’è proporzione. Lei, Andreina Mancini, si limita a dire che i costi sono sproporzionati. Ci sarebbe da sperare che la signora sia più abile con le torte che con i conti.
Invece chiude la sua pasticceria perché a Firenze ha tanti clienti fissi. “Preferisco fermarmi e riprendere l’attività quando la situazione sarà migliorata. Non voglio far ricascare il tutto sui dipendenti né sui miei clienti. Almeno così mi rimarrà da pagare solo l’affitto”, spiega al Corriere.
E pensare che un paio di anni fa il problema per le attività di ristorazione erano proprio gli affitti. Tempi diversi. C’era il lockdown e l’orizzonte sembrava nero. Ora è proprio catrame.