Pranzo di Natale con la birra, dice la chef stellata Cristina Bowerman
Lo ammetto: la questione non mi convinceva molto. La birra con i tortellini in brodo, con il pesce e in abbinamento ad altre ricette pensate per il Natale proprio non ce la vedevo.
Poi, da Romeo Chef & Baker, ho fatto una chiacchierata con Cristina Bowerman e con AssoBirra, l’associazione dei produttori di birra e malto che riunisce grandi aziende, marchi storici, microbirrifici e malterie e che ha creato la campagna di comunicazione “Birra, io t’adoro” dedicata ai più giovani.
Siamo a Natale e di questo parleremo: secondo le stime di AssoBirra (in merito ai dati raccolti con Doxa) durante queste festività berremo circa 2,4 ettolitri di birra, +20% in in 10 anni.
A guidare il fenomeno sono le “Millennials“, donne dai 18 ai 34 anni che vivono con passione le peculiarità e le innovazioni dei tempi che corrono: oltre a condivisioni social, sostenibilità, gadget tech, bricolage e solidale come regali, le Millennials adorano la birra.
Ben 6 italiane su 10 ne sono consumatrici (moderate) e regolari, tanto che per 3 su 10 la birra è l’alcolico preferito. Si tratta del numero più alto in Europa, ma chiariamo: come consumatrici su scala, non come litri bevuti.
Per questo motivo non è raro vederle bere birra con pandori o panettoni: si tratta di birre dal gusto intenso, con una gradazione alcolica tra i 7 e i 10 gradi e un aroma con spiccate note dolci arricchite da miele, frutta secca o candita, castagne, arance amare e spezie come coriandolo, ginepro, cannella, cardamomo o zenzero.
Filippo Terzaghi, presidente di AssoBirra, giustifica malto-mania e luppolo-mania confidando che “si tratti del segno di un cambiamento culturale“.
A questo punto, a dirla tutta, il discorso poteva pure filare, d’altronde quella della birra è diventata un po’ una moda alla stregua dello street food gourmet. Ma per convincere fino in fondo la community “Birra, io t’adoro” ha scelto di interpellare due donne che amano la suddetta bevanda. Una è Elena Di Martino, esperta di birra, l’altra è Cristina Bowerman che, contenta che la sua stella Michelin sia stata confermata, così spiega perché ha accettato senza pensarci due volte di abbinare piatti natalizi alle birre.
“È importante che si protegga un prodotto italiano e che questo venga rappresentato a livello internazionale. Adoro la birra, feci la prima degustazione nel ’94, quando ancora non era una bevanda che aveva acquisito il prestigio che invece comincia a vantare ora”.
Tutto molto interessante. Ma non vedevo l’ora di testare i fatti e far parlare i piatti. D’altronde dietro di me c’era una tavola imbandita, con tanto di regalo, a tema “Unconventional Christmas“: non convenzionale perché con la birra al posto del vino.
Dopo un aperitivo con pizza e mortadella e un breve corso di spillatura, ecco che arrivano i piatti.
Hummus con gamberi e pico de gallo. In abbinamento: Blanche, birra di frumento dalla schiuma abbondante e dal cuore lattiginoso, il cui aroma di coriandolo richiama quello del piatto senza sovrastare il gusto dei crostacei.
Tortellini in brodo di fieno. In abbinamento: Bock, una birra a bassa fermentazione, parente stretta della Lager, ma più alcolica, maltata e dai colori intensi. Ideale, secondo la chef, per abbracciare il sapore rotondo dei tortellini in brodo. E l’esperta Elena Di Martino conferma.
Baccalà en papillote. In abbinamento: Pils, perché la sua caratteristica nota luppolata è in grado di mediare tra il sapore deciso e sapido del baccalà e quello dolciastro dei broccoli.
Et voilà. E voi siete pronti a cambiare le vostre tradizioni natalizie, passando dal classico vino a una più “unconventional” birra?
[Immagini: Andrea Federici]