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Vino
7 Luglio 2019 Aggiornato il 7 Luglio 2019 alle ore 23:12

Prosecco patrimonio Unesco con le colline di Conegliano e Valdobbiadene

Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono il 55° sito italiano “Patrimonio dell’Umanità”. Così ha decretato l’Assemblea
Prosecco patrimonio Unesco con le colline di Conegliano e Valdobbiadene

Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono il 55° sito italiano “Patrimonio dell’Umanità”. Così ha decretato l’Assemblea Unesco nella 43esima sessione del World Heritage Committee riunito a Baku, capitale dell’Azerbaijan.

L’iscrizione delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, rafforza il primato dell’Italia che vanta il maggior numero di siti riconosciuti a livello mondiale, ma il Belpaese può contare anche su molti  “tesori” iscritti nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco come  l’Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010) l’Arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014), l’arte dei pizzaiuoli napoletani (2017), la Falconeria, iniziativa cui l’Italia partecipa assieme ad altri 17 Paesi e dal novembre 2018 l’“Arte dei muretti a secco” sulla base della candidatura avanzata dall’Italia con Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera, ricorda la Coldiretti.

Prosecco patrimonio Unesco con le colline di Conegliano e Valdobbiadene
Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene Patrimonio Unesco (foto di Arcangelo Piai)

Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene si inseriscono dunque tra i siti Unesco Patrimonio dell’Umanità e vanno ad aggiungersi alle 1.092 località di tutto il mondo già presenti nella lista, di cui il 47% si trovano in Europa e nel Nord America, il 23% in Asia e nel Pacifico, il 12 % in America Latina e nei Caraibi, l’8,7 % in Africa e il 7,6% nei Paesi Arabi. La Nazione con più Patrimoni dell’Umanità è l’Italia con 54, seguita dalla Cina con 53 e dalla Spagna con 47.

Il busto di Antonio Carpenè

A portare il Territorio Veneto a tale riconoscimento, ha essenzialmente contribuito la lungimirante intuizione e la visione prospettica che il Fondatore della Carpenè Malvolti – Antonio Carpenè – ha avuto nel valorizzare un ambiente inizialmente spoglio di vigneti, ma da sempre ricco di tradizione vitivinicola. “Sarebbe certamente fiero del lavoro compiuto in 150 anni dai Viticultori del Territorio – spiega Etile Carpenè, attuale Presidente nonché testimone storico della Famiglia e dell’Impresa – e di come essi abbiano saputo modificare le sorti socioeconomiche delle proprie famiglie rendendo queste terre, che nel 1853 contavano un solo vigneto, un orgoglio nazionale. Ancora più significativo è il fatto che tale riconoscimento arrivi nel 95° Anniversario dalla prima iscrizione in etichetta del termine Prosecco. 

Una determinazione compiuta nel 1924 dalla seconda Generazione – Etile Carpenè – per conferire al vino spumante, che il Fondatore Antonio nel 1868 aveva prodotto per la prima volta con le uve del vitigno autoctono Glera, una precisa identità ed una specifica collocazione geografica”.

Un nuovo traguardo per il Territorio dunque, a cinquant’anni esatti dalla prima e di dieci anni dall’ultima determinazione con cui sono state istituite rispettivamente le Denominazioni D.O.C. – il cui riconoscimento ufficiale è avvenuto nel 1969 – e la D.O.C.G., avvenuto nel 2009.

Prosecco patrimonio Unesco con le colline di Conegliano e Valdobbiadene
Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene Patrimonio Unesco (foto di Arcangelo Piai)

Grande soddisfazione e immensa gioia per l’iscrizione a Patrimonio dell’Umanità delle Colline di Conegliano Valdobbiadene – dichiara Innocente Nardi, Presidente dell’Associazione Temporanea di Scopo “Colline di Conegliano Valdobbiadene Patrimonio dell’Umanità” e del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG. – “A Baku, l’Assemblea mondiale Unesco ha assegnato alle nostre colline quest’ambito riconoscimento, da oggi quindi rappresentano il 55° sito italiano da proteggere e tutelare per l’unicità del suo paesaggio culturale. Grazie al lavoro svolto da una squadra eccezionale capitanata dal governatore della Regione Veneto Luca Zaia, con il contributo dei Ministeri competenti e l’impeccabile lavoro del comitato scientifico, presieduta da Mauro Agnoletti, e, non ultimo, il supporto della Delegazione italiana Unesco, abbiamo raggiunto questo traguardo. Parlo di traguardo anche se il riconoscimento non rappresenta il punto di arrivo, ma un’importante tappa di un percorso che mira alla valorizzazione del patrimonio culturale, artistico ed agricolo presente in questo piccolo territorio, noto per il suo prodotto principe, il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore”.

Innocente Nardi

L’iter della candidatura è durato dieci anni, un percorso lungo e non privo di difficoltà, sebbene nella media degli altri siti iscritti, durante il quale è emersa grande coesione delle parti promotrici, dalle amministrazioni comunali alle associazioni di categoria, agli imprenditori del territorio fino agli abitanti. Entusiasmo e dedizione hanno fatto sì che si centrasse l’obiettivo.

Propulsore e anima della candidatura sono stati i produttori del Consorzio del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg” – aggiunge Innocente Nardi. – “Fin dall’inizio e per l’intero percorso della candidatura non hanno mai smesso di credere nell’unicità del paesaggio delle nostre colline ricamate dai vigneti, dai pendii impervi che richiedono fatica e lavoro interamente manuale. Questo impegno che generazioni di viticoltori hanno speso nelle vigne per forgiare “i mosaici”, che oggi ammiriamo, e i caratteristici “ciglioni”, che contraddistinguono la nostra viticoltura e quindi il nostro territorio, ha permesso di arrivare al riconoscimento Unesco”.

Da oggi l’impegno di tutti, in primis del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg in sintonia con l’Associazione di gestione del sito, di nuova costituzione, sarà rivolto alla conservazione e alla manutenzione dei beni paesaggistici iscritti, con particolare attenzione alle raccomandazioni Unesco per la tutela e la valorizzazione di questi a favore delle future generazioni, in coerenza con l’obiettivo di un equilibrato e armonico sviluppo economico e sociale.

L’obiettivo della valorizzazione comporta lo sviluppo sostenibile dell’area iscritta, possibile grazie a un piano di gestione studiato in accordo tra istituzioni private e pubbliche. La sostenibilità è un tema già presente da anni nei piani di governo del territorio grazie alla collaborazione tra imprenditori, viticoltori e amministrazioni pubbliche con il coordinamento del Consorzio del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg per la salvaguardia dell’ambiente e delle popolazioni che vi abitano.

Primo aspetto che sarà affrontato dalle parti coinvolte, e dal Consorzio di Tutela, sarà uno sviluppo controllato del turismo nel territorio. Particolare attenzione infatti sarà prestata al settore proprio per le sue prospettive economiche decisamente positive che però andranno gestite e indirizzate con un approccio sostenibile. 

Il paesaggio delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene è il 10° sito al mondo iscritto alla categoria di “paesaggio culturale” ed è caratterizzato da tre attributi unici, basati sulle differenti caratteristiche geomorfologiche e culturali, rispetto agli altri nove territori (Alto Douro – Portogallo, Tokaj – Ungheria, Pico Island – Portogallo, Lavaux – Svizzera, Langhe Roero e Monferrato – Italia, Champagne – Francia, Borgogna – Francia, Saint-Emilion – Francia, Wachau – Austria). Tutti e dieci i siti sono paesaggi culturali evolutiviil cui risultato visibile è dato dall’interazione uomo-ambiente, un’interazione vitale, in continua evoluzione.

“Sono enormemente orgoglioso perché il riconoscimento Unesco conferma il valore unico del paesaggio delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene, frutto del lavoro dell’uomo in armonia con la natura – conclude Innocente Nardi.

Prosecco

L’aumento record del 21% delle vendite in valore nel 2019 sui mercati esteri, dove il Prosecco è il vino Made in Italy maggiormente esportato, ha spinto il riconoscimento da parte dell’Unesco alle bollicine italiane più popolari. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’annunciare l’avvenuta iscrizione del sito veneto “Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene” nella Lista dei Patrimoni Mondiali dell’Unesco, approvata nel corso 43esima sessione dal World Heritage Committee riunito a Baku, capitale dell’Azerbaijan.

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