Quasi Rete. Il mondo della tripla A: Accademia Affamati Affannati
C‘è una sottile vena di poesia, evidente filo rosso che riannoda ricette di koresh al rabarbaro e trampolieri impigliati nelle nevi nordiche, assaggi di panini alla rosa in Georgia e soccorso ad ospedali per bambini con torte di mele estratte dal ricettario immaginario degli orsi. C’è una vena di poesia decò, delicata e malinconica, ma contemporanea e al fondo estremamente positivista, nella bambina/signorina quasi Alice che sfama il suo gatto stregatto estraendo pesci quasi volanti dalla tasca della sua gonna a palloncino, e che è l’immagine marchio del sito.
Non è insomma il solito blog di ricette, quello firmato da Artemisia Comina, che intanto spacca già dal nome: AAA, Accademia Affamati Affannati (che è un manifesto dolcemente ironico delle nostre vite).
Non è usuale che si ospiti in un apposito angolo erbe la serafica Isolina, e il suo orto toscano. Né che si ospitino lettere da L’Aquila (e qui sono profondamente di parte) che strapperebbero i lucciconi anche ad un aiutante in capo di Mahmud Ahmedinejad, per poi trasire, con lievissima aerea naturalezza alla ricezione ed elencazione analitica di un cesto di specialità abruzzesi, e allestirne una sorta di picnic-pranzo-festa per quindici amici a cui parlare della regione e dei suoi tesori.
Non è usuale che un blog di cucina abbia un capitolo intitolato “haiku e orsi”, e uno che si chiama “circa il cibo” e il cui sottotitolo è: “dalla letteratura all’arte figurativa ai mostri che divorano gli umani”. Ribaltando con disinvoltura la frittata, e riproponendo una verità assoluta secondo cui il cibo, in questo caso, in numerosi casi, in più casi di quanti abbiamo il coraggio di ricordare, tranne quando sogniamo, siamo noi.
C’è speranza nell’etere, there is life on Mars, non può esistere un solo sistema solare nell’universo dove sia scoccata la scintilla che ha portato al primo Dna. Allo stesso modo, lontanissimo dal mio, eppur consolante, il mondo sapido e iridescente di Artemisia entra in contatto con l’altra navetta in gita nel web, il qui presente “Quasi Rete”, nato programmaticamente per “parlare bene di altri blog”, nel seguente, fatidico modo.
Racconta ai suoi “ospiti” (li chiama così) Artemisia:
Già: quindi ☺ ☺ ☺
Attenzione: alla larga dai buonismi di risulta e d’accatto. Chi ha inventato e conduce “Quasi Rete” è un figliodiputtana garantito e come pochi. La panza, rafforzata da esercizi per gli addominali, è foderata a corredo del pelo che serve a sopravvivere, senza troppi stenti, e visitando fior di ristoranti, e bevendo fior di vini, nell’Italia dei MoraFedeFeltri e di chi ne regge la catena, a sua volta incatenato irreparabilmente a se stesso. Ma l’esperienza insegna che il primo segreto per vivere è riconoscere la vita dove c’è. Su affamatiaffannati c’è. Cribbio, collegatevi….!!!