Rissa a Piazza San Marco: posso usare il bagno se non consumo?
Ieri il video di una rissa al Gran Caffè Chioggia di Piazza San Marco a Venezia è diventato virale in pochissime ore.
Botte, calci e sediate in testa, il tutto in pieno centro storico, a pochi passi da Palazzo Ducale.
La scena è da far west: quattro uomini, forse turisti, di origine straniera, si scazzottano con un gruppo di camerieri del locale.
L’innesco del parapiglia non è stato filmato, ma la conclusione della rissa a Piazza San Marco vede i camerieri allontanare violentemente i presunti “turisti” dai tavolini all’aperto.
Rissa a Piazza San Marco: cosa è successo davvero?
La fake news che gira sul web è che la rissa sia nata perché i camerieri non avrebbero consentito ai turisti di andare al bagno.
Una bufala, pare, accreditata ieri anche dai principali quotidiani locali, come confermano le forze dell’ordine che stanno indagando sull’accaduto.
Secondo le prime ipotesi, la rissa al Gran Caffè Chioggia di Piazza San Marco sarebbe stata una sorta di regolamento di conti tra gruppi di stranieri.
I camerieri coinvolti sarebbero infatti tutti di origine asiatica, mentre i turisti sarebbero di origine slava.
A confermare questa ipotesi ci sarebbe anche il fatto che, durante la rissa di Piazza San Marco, un inserviente della cucina del locale, una persona di origine asiatica, ha scagliato un tubo contro la schiena di uno dei turisti.
Insomma, una situazione grottesca, ma che la polizia veneziana non sottovaluta.
Una rissa non è mai la soluzione, e soprattutto non è mai accettabile, nei migliori bacari economici di Venezia e tanto meno in un luogo simbolo della bellezza e della cultura come Piazza San Marco.
La questione dei bagni
Ma se il motivo dei disordini fosse stato davvero il divieto da parte del personale del bar ai turisti di utilizzo del bagno senza aver consumato nulla, chi avrebbe avuto ragione?
Secondo Lino Enrico Stoppani, presidente della Fipe (Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi), i turisti protagonisti della rissa di Piazza San Marco avrebbero avuto torto.
Stoppani sostiene che mantenere un bagno significa costi di manutenzione, quindi delle spese.
Il Tar di Firenze ha sentenziato che i pubblici esercizi hanno il diritto di riservare l’uso dei bagni ai propri clienti paganti.
Questo il dispositivo della sentenza: “l’allestimento di un bagno per chiunque, turisti, passanti o chicchessia, non è compito dei pubblici esercizi”.
L’opinione dei giudici si basa sul fatto che i bagni rappresentano un costo per i pubblici esercizi, che devono essere puliti, tenuti in ordine e igienizzati.
La soluzione
E se, per evitare altre risse come quella di San Marco, venisse istituita una tariffa per usufruire dei servizi?
Secondo Stoppani, questa sarebbe una soluzione inaccettabile.
Una tariffa per il bagno sarebbe un modo per svalorizzare il mestiere di cameriere, sostiene Stoppani.
I camerieri dovrebbero essere lì per servire i clienti, non per riscuotere tariffe per i servizi igienici.