Milano. Il ristorante cinese Wok Eat a Brera non mi fa ancora impazzire
Datemi l’impressione di avere tutto sotto controllo e mi sentirò a mio agio. Lasciatemi l’opportunità di decidere ogni singolo ingrediente del mio pasto e mi verrà ancora più fame. Partiva da queste ottime premesse la mia cena da Wok Eat, il nuovo avamposto della cucina cinese a Brera, un luogo perfetto per un pasto veloce, sfizioso e a costo ridotto e una valida alternativa al solito panino in pausa pranzo.
Io ve lo devo dire, al wok proprio non so resistere, tanto che questa padella semisferica e tonda l’ho anche comprata e a casa ci cucino pure le uova (ehi, sto scherzando!). Se a ciò si aggiunge che nella scala delle mie personalissime preferenze i noodles con gamberetti e verdure vengono quasi prima degli spaghetti al pomodoro, si comprende come abbia fatto capolino dalle due vetrine su via Cusani, a Milano, con aspettative altissime.
Dal menu del ristorante cinese si possono scegliere box consigliati già bell’e pronti, tutti tra i 7 e i 9 euro, oppure i singoli ingredienti con cui comporre il proprio box. Va da sé che io e il mio accompagnatore abbiamo optato per quest’ultima alternativa. Le (quasi) infinite possibilità: ecco la disgrazia dell’uomo moderno.
Scegliete voi tra otto diversi tipi di basi (udon o vermicelli? Riso basmati o riso rosso? Noodles o riso integrale?), una ventina di ingredienti diversi con cui arricchirle (c’è di tutto, dai gamberi al pollo fritto passando per il tofu, i peperoni e i funghi) e salse a volontà – curry, kung pao, chili e via dicendo – con cui annaffiarle.
Il mio dirimpettaio ordina del riso basmati con manzo, anacardi, bamboo e salsa curry. Buono, forse in cucina si erano lasciati un po’ sfuggire la mano sul curry, ma se piace non è un problema.
Io ordino tagliatelle di Tapioca con gamberi, broccoli e bamboo con salsa teriyaki, che in questo caso non abbonda. L’impressione, però, è peopeio quella che un mangiatore seriale di wok si augura che non accada mai: fatico a distinguere gli ingredienti e alla fine, tutto sa un po’ di tutto. Peccato.
Ci chiedono se vogliamo ordinare qualche accompagnamento: in menu campeggiano anche i ravioli, gli involtini primavera, i bocconcini di pollo e la frittura mista, ma la porzione è abbondante e decidiamo di fermarci lì. Il conto finale è di 27 euro, comprensivo dei due box e di due birre Poretti 4 luppoli (in lista anche la Pale Ale e la Brown Ale sempre di Poretti e la thailandese Chang). Pensavo di pagare un filo meno, visto che, nonostante il servizio al tavolo, il wok viene servito comunque nei contenitori di plastica che vedrei meglio soltanto per l’asporto.
La visita vale per una pausa pranzo veloce, ma per ora non mi sento di dire che sia un locale ‘che vale il viaggio’. La speranza è che, a un solo mese dall’apertura, si tratti di fare un po’ di rodaggio nella cucina a vista. Il margine di miglioramento c’è tutto, perché diventi non solo un’alternativa ‘al solito panino’ o, peggio, al fast food, ma un punto di riferimento per gli amanti del wok.
Se voi siete tra questi, mi dite dove lo mangiate solitamente?
Wok Eat. Via Cusani, 10, 20121 Milano. Tel. 02 8688 2290