Legumi. Il ristorante che apre per cucinare il Maracuoccio di Lentiscosa, cioè la polenta del sud
Va bene, lo so: ormai, sotto questa tempesta di informazioni alimentari avrete ben compreso il potenziale nutrizionale degli amici legumi.
Utilizzati per lo più essiccati, fin dai tempi antichi, fagioli e piselli, lenticchie e fave, ceci e cicerchie, sono un’ottima fonte di proteine, un alimento buono, pulito e giusto, che ci riporta in un equilibrio biologico nel rispetto totale della terra.
Ma del maracuoccio ne avete mai sentito parlare? Nelle case cilentane c’è sempre stato: l’alimento che il contadino si portava in campagna, nell’area intorno a Lentiscosa, al di sopra delle spiaggie più belle d’Italia, a Marina di Camerota.
Era sufficiente condirlo con un po’ di dieta mediterranea: pane, vino e un pezzo di formaggio. Lo conoscono in pochi, ma c’è chi ci sta lavorando. Pensate che è uno di quei rari prodotti che non supera i 5 quintali circa di produzione.
Ricorda la polenta, perchè questo legume, sottospecie della cicerchia, viene abbinato con grano e olio, e mantecato con aglio, cipolla e crostini, dando vita ad un piatto dal carattere forte e saporito.
Di questi tempi, l’ideale. E infatti è proprio questa la proposta che vi lanciamo: sabato 28 novembre, cena a Marina di Camerota. Finalmente il turismo cilentano si muove nella direzione tanto auspicata della destagionalizzazione e inaugura un locale dedicato alla maracucciata, aprendo le porte proprio poco prima che si aprano quelle invernali.
Il responsabile della Comunità del Cibo Maracuoccio di Lentiscosa, Gaetano Belluccio, lo chiamano Nino. Lui, insieme al fratello, a Mimmo Caiazzo, responsabile biodiversità della Condotta Slow Food di Camerota e Golfo di Policastro, e al suo giovane fiduciario Giuseppe Rivello, in arte Jepis, sono gli artefici di questa nuova esplorazione, speriamo destinata a marcare la gastronomia cilentana.
Perché sì, le premesse ci sono tutte: un approfondito lavoro di ricerca sul prodotto, una rielaborazione culturale degli aspetti tradizionali legati al maracuoccio e infine, tratto spesso assente, un indirizzo con un carattere.
Un sorpasso rispetto alle classiche trattorie che, seppur nobili, si intrecciano e confondono tra di loro riducendosi reciprocamente ad un vago elenco di indirizzi. Invece, quello che ricerchiamo oggi nei ristoranti è un po’ lo stesso che cerchiamo nelle persone: un carattere, un’identità, un impercettibile che faccia la differenza.
Nino ci esorta a prestare attenzione ai falsi: in molti avrebbero iniziato nei dintorni a spacciare altri piatti per maracucciata. Ricordate queste parole: almeno il 50% dev’essere maracuoccio, l’altra metà può esser grano. Una curiosità sull’etimologia del nome, che deriverebbe da mar, posto dove cresce qualcosa di amaro e cuoccio, baccello.
E ora per assaporare il maracuoccio e il Cilento più autentico non avete che da fare rotta su Marina di Camerota dove vedrete il piatto finito.
Maricucciata. Via Lungomare Trieste, 11 presso il Villaggio Esca. Marina di Camerota (Salerno). Tel. +39 347 6433149