Roma. Michelino Gioia vs Kotaro Noda al ristorante sul mare The Cesar
Ormai sapete che da queste parti abbiamo un debole per Kotaro Noda, chef nippo-romano di Bistrot 64. E forse sapete anche che abbiamo apprezzato più volte la cucina di Michelino Gioia, chef stella Michelin al The Cesar de La Posta Vecchia Hotel di Palo Laziale.
Come si poteva mancare un quattro mani sulla terrazza incantata del ristorante affacciato sul mare di Roma?
Noi ci siamo andati per vedere quale dei due riusciva a piazzarsi meglio nelle nostre preferenze.
Vi dico solo che non è stato semplice scegliere con 8 portate perfettamente bilanciate tra terra e mare, Italia e Giappone.
Riscaldamento al tramonto con un finger food (caprese liquida, cheesecake salato di ricotta, carpaccio di gamberi e crema di burrata, uovo di quaglia e tartare di dentice con la gelatina di campari) e bollicine rosé francesi (Joseph Perrier). Sottofondo del pianoforte e panorama hanno contribuito a creare una perfetta cornice, aiutati anche da un gamberone, crema di pomodoro e crostino di pane.
Kotaro Noda ha scelto per antipasto la tartare di ricciola ai semi di sesamo con julienne di sedano e cetrioli, fragrante e rinfrescante.
Michelino Gioia ha preparato una tartare di petto di anatra marinato con liquirizia (un po’ troppa secondo i miei gusti) con foie gras, rabarbaro e uovo di quaglia.
Cous cous alle vongole, alghe wakame e verbena, creato da Noda, è stato il mio piatto della serata: fresco e sapido. Una secchiata di mare.
Gioia ha replicato con tortelli di animella, caprino, crema di patate e ricci di mare. Piatto complesso e straordinariamente leggero, chapeau!
Un trancio di branzino in padella con asparagi, salsa d’uovo al limone e tartufo estivo, uscito dalle mani dello chef italiano: impeccabile e ben equilibrato.
Lo chef giapponese ha superato se stesso con la presa iberica cotta a bassa temperatura, marinato con koji (pasta di riso maltato fermentato con acqua e sale) e servito con bucce di cocomero, patate e carote, glassate con zucchero e sale (qui c’è la ricetta).
Non rimaneva che coronare la cena con due dessert di gran classe: la patata dolce alla fava tonka, mousse di pistacchio e gelato al Baileys di Michelino Gioia.
E la Via Lattea, composta da una scia di meringhe allo vuzu, gelato all’olio d’oliva e un cioccolatino bianco con un cuore di lampone, di Kotaro Noda.
Davvero bravi, entrambi hanno dato il meglio di sé. E lascio a voi il piacere di mettere la spunta sul percorso che più vi ha intrigato.
Perché, più che una sfida, è stata una splendida collaborazione, riuscita come poche, da ripetere senz’altro.
[Immagini: Daniele Amato]