Ristori: ridà 77.000 € avuti per errore dal ristorante: aiuti successivi bloccati
Non parlate di ristori con Alessandro Gullotto.
Quarantanove anni, di mestiere ristoratore, gestisce con la moglie La caletta. Un ristorante di pesce da 150 coperti con spiaggia privata sulle rive del lago di Anguillara Sabazia, vicino Bracciano.
Per la chiusura seguita al primo lockdown, Gullotto ha ricevuto 83.000 euro dalla Agenzia delle Entrate. In base al decreto Ristori, come prima tranche, la sua attività doveva ricevere 6.105 euro. Fanno oltre 77.000 euro in più.
Ristori: cos’avreste fatto voi?
Stupore. Sgomento, perfino. Cosa avreste fatto voi?
Il 49enne ha scritto all’Agenzia delle Entrate per segnalare l’errore. Senza ricevere risposte chiare. Non si è potuto recare di persona perché all’epoca gli uffici erano chiusi.
Un paio di settimane dopo, d’accordo con il direttore della sua banca, il ristoratore ha deciso di restituire il denaro eccedente. Mantenuta la somma cui aveva diritto, ha fatto un bonifico di 77.549 euro all’Agenzia delle Entrate. Stesso Iban che l’aveva erogata.
Il giorno dopo la sua commercialista ha mandato all’Agenzia delle Entrate una lettera di rinuncia. Ovviamente alla tranche dei ristori che non competeva al ristorante.
Questa volta la risposta è arrivata: spiazzante. Riconsegnare il denaro non è un’opzione prevista. A meno di fare un F24, come se fosse un ravvedimento. Cioè un errore del ristoratore, o una sua omissione.
Da allora Gullotto non ha più avuto un euro. Né per il secondo né per il terzo ristoro che pure andavano erogati in automatico.
Alla richiesta di spiegazioni l’Agenzia delle Entrate ha risposto che la lettera di rinuncia inviata dalla commercialista era stata accolta. Come dire che il ristorante La Caletta aveva rinunciato del tutto ai ristori.
Dopo aver raccontato l’accaduto in una nuova lettera, Gullotto ha avuto una risposta addirittura peggiore. Il software dell’Agenzia delle Entrate non riesce a sbloccare la pratica. Il personale informatico è al lavoro ma non si sa in quanto tempo risolverà il problema. Forse una settimana, due, ma potrebbero volerci anche sei mesi.
Il punto è che, per quanto modesti, i ristori servono presto. Tra sei mesi chissà, magari il bel ristorante in riva al lago sarà chiuso per sempre.
“Stupido o onesto?”
Il ristoratore ha detto a Repubblica che se potesse tornare indietro restituirebbe comunque il denaro in eccedenza. Però attendendo prima le istruzioni della Agenzia delle Entrate.
Quando racconta cosa gli è accaduto, molti gli danno dell’ingenuo. Gullotto di difende: “Non sono stupido sono solamente onesto”. Ma è maledettamente difficile esserlo in Italia.