Salone del Gusto Torino 2022: il migliore o il peggiore di sempre?

No, scusate, mettiamoci d’accordo, Terra Madre Salone del Gusto di Torino edizione 2022 è il migliore di sempre? O è il peggiore di sempre?

Chi come me non è ancora stato al Parco Dora, nella zona nord di Torino, dal 22 settembre e per la prima volta sede del Salone del Gusto 2022, cerca di farsi un’idea scartabellando tra siti e social. 

Okay i 10 stand da provare assolutamente, ma si fatica a capire. Ci si perde tra i commenti che parlano in modo randomico una volta di successo e l’altra di flop. 

Salone del Gusto 2022 a Porta Dora: successo o flop?

Allora chiedo a voi: Slow Food, per il Salone del Gusto nato 40 anni fa da un’idea di Carlo Petrini, ha indovinato il luogo e il format 2022 con ingresso gratuito? O li ha sbagliati? 

Trovate che la decisione di abbandonare gli spazi chiusi di Lingotto Fiere per trasferirsi sotto la tettoia di un’ex area industriale come quella di corso Mortara, dove oggi c’è il grande Parco Dora, sia azzeccata? 

Le prime cronache dei quotidiani parlano delle lunghe file che si formano fin dalle prime ore del mattino davanti ai cancelli d’ingresso. Di “location accattivante”. Di scommessa vinta rispetto all’edizione precedente. 

Le polemiche

Ma altrove si legge di sede sì bellissima, “ma per farci altro”. 

E si parla apertamente di “disordine imbarazzante”, “stand sistemati alla rinfusa”, “bagni indegni”, problemi con il “cibo deperibile”, “traffico impazzito” nel quartiere oltre che di “effetto sagra della porchetta”. 

Sui social i pareri contrastano persino di più. 

Luca Iaccarino è tra le penne più note del giornalismo culinario, con un piccolo difetto: è una sorta di Fabio Fazio della gastronomia. Le sue critiche si leggono sulle dita di una mano, tende a elogiare tutto e tutti confondendo, a volte, il giornalismo con la promozione.

Per Terra Madre Salone del Gusto 2022 al Parco Dora di Torino Iaccarino ha usato su Facebook parole entusiaste. 

“Terra Madre va oltre ogni aspettativa, Slowfood ha portato la manifestazione  nel futuro”. Il giornalista ha poi aggiunto: “Ripensarla adesso in un centro fieristico sembra preistoria, che figata. Accorrete. Potremo dire: noi c’eravamo”.

A voler fare il quadro patologico dei commenti al post di Iaccarino si potrebbe parlare tranquillamente di bipolarismo. 

C’è chi sostiene l’opinione del giornalista e chi qualifica questa del 2022 come la peggiore edizione del Salone del Gusto mai vista a Torino. 

Sempre a Torino: storia del Salone del Gusto fino al 2022

Non è la prima volta che la festa del cibo pulito e giusto di Slow Food si svolge all’aperto.

La prima assoluta del Salone del Gusto “on the road” è stata nel 2016, distribuita tra il centro di Torino e il Parco del Valentino. Arrivata a causa del caro-affitti dei padiglioni che avevano accolto la kermesse al Lingotto fin dalla prima edizione del 1982.

Nel 2016 fu un successo enorme, addirittura imprevisto in quelle dimensioni. Con mezzo milione di visitatori e un’atmosfera di gioia vista poche volte prima in kermesse del genere.

Con qualche inconveniente. Problemi di sicurezza per merci e espositori, costretti a montare gli stand tra gli spacciatori stravaccati sulle panchine del Parco Valentino. Anche di orari, visto che la manifestazione chiudeva alle 19. 

Terra Madre Salone del Gusto 2022 al Parco Dora di Torino è invece aperta al pubblico dalle 10 alle 23,30. Ma non in tutti gli spazi.

Il mercato internazionale chiude alle 20,30, mentre le cucine di strada, i food truck, l’enoteca e i birrifici artigiani tirano fino alle 23,30. Nell’ultimo giorno, che poi è lunedì, l’orario sarà ridotto dalle 12 alle 20,30. Se volete saperne di più leggete la Guida per scegliere il cibo migliore.

È tutto sbagliato, tutto da rifare?

A questo punto, non avendo ancora capito se al Parco Dora di Torino si sta svolgendo la migliore edizione di sempre del Salone del Gusto, o la peggiore, mi rimetto al parere di voi che ci siete stati. 

Ha ragione chi tesse le lodi parlando di rinascita di un quartiere? E delle migliaia di giovani entusiasti per gli assaggi pescati negli stand dei 600 espositori a piene mani, “educati” dalle frasi scritte sui cartelloni sparsi lungo tutta la fiera?

O hanno ragione i criticoni alla Bartali secondo cui Terra Madre 2022 è tutta sbagliata, tutta da rifare?