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Birra
5 Dicembre 2020 Aggiornato il 5 Dicembre 2020 alle ore 12:57

Salviamo la birra artigianale italiana: il Covid si è bevuto il 90% del fatturato

La pandemia di Coronavirus ha messo in crisi birrifici e microbirrifici che producono birra artigianale. Il fatturato si è ridotto del 90%
Salviamo la birra artigianale italiana: il Covid si è bevuto il 90% del fatturato

La birra artigianale italiana sta attraversando il suo periodo peggiore.

Se da una parte i consumi degli appassionati sono aumentati, dall’altra la pandemia di Coronavirus sta mettendo in ginocchio birrifici e microbirrifici che producono birra artigianale.

Le fiere bloccate, come le sagre, gli eventi, le attività legate allo street food hanno messo in crisi l’intero settore. Per non parlare della chiusura di ristoranti e pub.

Parliamo di 900 microbirrifici artigianali che danno lavoro a 7.000 persone. Valgono il 4 per cento del mercato nazionale generando un fatturato pari a 250 milioni di euro all’anno.

Un comparto di nicchia che ha fatto molto bene negli ultimi tempi, sia a livello commerciale che di notorietà. La birra artigianale è anche entrata nel paniere Istat, a conferma del successo crescente nelle famiglie italiane. 

Le restrizioni emanate dal Governo per contenere il contagio del virus hanno praticamente azzerato il lavoro di birrifici e microbirrifici. Le perdite del fatturato arrivano al 90%.

La notizia è di Unionbirrai. Secondo l’associazione dei piccoli birrifici indipendenti è necessario “inserire fra le categorie a cui destinare ristori anche i produttori indipendenti di birra artigianale”.

Questo per una ragione precisa, sempre secondo Unionbirrai. “A differenza dell’industria, la birra artigianale ha poco sbocco commerciale nella grande distribuzione. Il mercato di vendita di questo prodotto è quasi esclusivamente connotato nei pub e ristoranti”.

La chiusura dei locali, quindi, tocca molto da vicino la produzione della birra artigianale. In particolare perché “manca nei Decreti Ristori e Ristori bis il codice Ateco dei microbirrifici che, essendo lo stesso delle multinazionali, accosta due categorie per vocazione molto diverse. Di conseguenza, le restrizioni a cui sono sottoposte le attività di somministrazione si ripercuotono negativamente sul settore della produzione artigianale di birra”.

Da quando la pandemia di Coronavirus si è diffusa in Italia, Unionbirrai ha fatto il possibile per collaborare con istituzioni e associazioni di categoria. Per esempio con Assobirra, allo scopo di portare le specificità dei microbirrifici all’attenzione del Governo.

È necessario trovare una soluzione definitiva per la produzione di birra artigianale. Serve l’assegnazione di un codice ATECO specifico. Poi la riduzione o la sospensione delle accise e del credito d’imposta al consumo. In moda da salvare la situazione –già di per sé critica– di tutti i microbirrifici.

Francesco Selicato
Publican per professione, amante della birra per vocazione. Di giorno scrive per il suo blog, di notte trasforma qualsiasi birra nella migliore esperienza sensoriale possibile.
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