Schede del vino. Chassagne Montrachet La Romanée 1er Cru 1989
Una bottiglia che sembrava dimenticata su uno scaffale di casa, souvenir di un viaggio in Côte-d’Or di qualche anno fa, che una sera, chissà perché, decidi di aprire senza aspettarti più nulla.
La sorpresa è stata straordinaria: dopo sette anni di scaffale e qualche minuto di aerazione il carattere è emerso integro e brillante insieme alla caratteristica, esuberante potenza della denominazione
Il vino è la Romanée, Chassagne Montrachet 1° cru del Domaine Morey-Coffinet che viaggiò in treno da Digione a Roma per restare quasi dimenticato a dormire fino all’autunno scorso. Il tappo è venuto via quasi come quello di uno Champagne e a tavola abbiamo lasciato ogni speranza ma è bastato solo qualche minuto per accorgersi del miracolo!
Colore intenso e brillante, note minerali fresche e complesse al naso, dominate da una nocciola perfettamente definita. L’assaggio rivela viva acidità e una complessa varietà di sfumature che si sono prolungate con eleganza. Grande annata, grande zona e ottimo viticoltore: una combinazione quasi perfetta!
Probabilmente negli ultimi anni abbiamo tutti sopravvalutato l’impatto delle condizioni di conservazione delle bottiglie sui vini. Una rondine non fa primavera ma quando il vino è fatto bene e la fortuna non si gira da un’altra parte basta veramente poco per conservare la qualità. Raccomando la posizione orizzontale e la scarsa illuminazione ma se la temperatura è quella di un’abitazione normale non credo che ci sia da preoccuparsi (e non mi parlate di fortuna perchè è un assaggio del 2011).