Searching for Italy: seconda stagione per la serie CNN sulle cucine d’Italia
Da vedere sulla CNN, Searching for Italy è una serie in sei episodi che segue Stanley Tucci mentre viaggia attraverso l’Italia.
L’attore newyorkese di origini italiane, già protagonista di “Big Night” e “Il diavolo veste Prada”, scopre segreti, interpreti, meraviglie e campanilismi della nostra cucina regionale.
Searching for Italy: ci sarà una seconda stagione
Già il primo episodio trasmesso lo scorso 14 febbraio è stato un successo (qualcuno lo ha caricato per intero su YouTube). Dopo il boom di ascolti del secondo, visibile in qualche sito di streaming, la CNN ha annunciato che si farà la seconda stagione.
La serie si apre con Stanley Tucci che percorre le vivaci strade di Napoli. Schiva gli italiani in Vespa, nel suo abito estivo perfettamente confezionato, scrutando l’orizzonte in cerca del prossimo pasto.
Il pittoresco scenario è proprio quello che gli americani sognano di trovare in una serie sui viaggi condotta dall’attore. Una guida affascinante che conosce e ama il cibo italiano.
Searching for Italy e il Covid-19
Eppure, le prime parole di Tucci in “Searching for Italy” sono per spiegare il fatto che l’episodio, insieme a quello ambientato a Bologna, è stato girato durante l’estate 2020. Pochi mesi dopo che il Covid si è presentato in Italia, devastandola. Un breve momento di normalità in cui i ristoranti erano aperti e all’esterno non si dovevano indossare le mascherine. Gli altri quattro episodi della serie, invece, sono stati girati nell’autunno 2019, mesi prima della pandemia.
Dal punto di vista narrativo “Searching For Italy” descrive l’amore degli italiani per i loro ristoranti e, in generale, quanto le famiglie italiane tengano a ritrovarsi per mangiare.
Forse Tucci e compagnia avrebbero potuto approfittare degli episodi girati nel 2021, per parlare in modo più specifico di come la pandemia abbia sconvolto anche a tavola le abitudini italiane. Ma si sarebbe assunta il rischio di mostrare un’Italia diversa da quella che la produzione si era prefigurata.
Perché la serie della CNN piace molto
Al netto di questo la serie è intelligente e accattivante. Il secondo episodio, per esempio, vede Tucci esplorare Roma, una città dall’enogastronomia viva e stimolante troppo spesso liquidata come mera trappola per turisti.
Tucci si sforza di non essere ovvio, esaltando la creatività con cui i cuochi della capitale hanno trasformato le frattaglie. O incontrando i protagonisti dei 4 grandi piatti di pasta romani: carbonara, amatriciana, gricia, cacio e pepe.
In un segmento particolarmente riuscito, l’attore incontra un’anziana ristoratrice sopravvissuta alla persecuzione nazista. Il menu del suo ristorante, ancora oggi ubicato nel ghetto di Roma, è costruito sui sapori della comunità gesuita come i cuori di carciofo. I migliori mai mangiati, secondo un estasiato Tucci.
In un altro episodio, Tucci torna in Toscana, la regione in cui ha vissuto un anno quando era un ragazzo. L’amore per la cultura toscana è palpabile e contagioso. Tucci si dimostra anche un abile mangiatore, capace di inghiottire più bocconi di quanti la sua corporatura autorizzerebbe a pensare.
Immaginiamo che per un americano impossibilitato a viaggiare in Italia causa Covid, sia un vero piacere avventurarsi attraverso un cicerone affabile e meticoloso come Tucci.
Alla fine, l’invito a unirsi a lui per conversare di generose forchettate di pasta, solari panzanelle, tagli di carne sontuosi accompagnati da un buon bicchiere di rosso, è un’offerta difficile da rifiutare.
Primo episodio. Napoli e la Costiera Amalfitana
L’attore incontra il pizzaiolo Enzo Coccia cercando di carpirgli i segreti della vera pizza napoletana che preparerà lui stesso. I due assaggi successivi, dopo un vorticoso tour, sono il pomodoro San Marzano e la mozzarella di bufala.
Una volta in Costiera Amalfitana, dopo aver chiacchierato di dolci campani con il pasticciere Sal De Riso, l’attore raccoglie gli zucchini per la pasta. Che divora più tardi al ristorante Lo Scoglio di Marina del Cantone.
Ischia è l’ultima tappa dell’episodio: Tucci cattura e gusta il prelibato coniglio dell’isola.
Secondo episodio. Roma
Il protagonista di Big Night rifugge i luoghi comuni dedicandosi a lauti piatti di pasta con le frattaglie. Attribuisce giusti meriti ai cuochi romani che sono stati capaci di trasformare ricette della cucina povera locale in piatti gourmet.
Dopo l’incontro con un’anziana ristoratrice del ghetto di Roma, Tucci si concentra su diversi pecorini prodotti nel Lazio.
Terzo episodio. Bologna e Emilia Romagna
Per l’attore di origine calabresi è la volta di esplorare Bologna che, puntualizza, molti considerano la capitale italiana del cibo.
Si sposta quindi a Modena per incontrare Massimo Bottura e scoprire insieme al più noto chef italiano prodotti unici come Parmigiano Reggiano e aceto balsamico tradizionale.
C’è spazio anche per la famigerata ricetta degli spaghetti alla bolognese, amata dagli americani ma assente dai menu italiani.
Quarto episodio. Milano e Lombardia
È Milano la tappa successiva di Stanley Tucci, irretito dai piatti della tradizione meneghina, primi tra tutti il risotto e la mitica costoletta di vitello.
Dopo essersi goduto il più classico degli aperitivi milanesi, Tucci apre alla Valtellina e alla sua ricetta di pasta più conosciuta, i pizzoccheri.
Affascinante l’incontro con il produttore di formaggi che lottando per difendere il suo prodotto ha letteralmente inventato il Bitto Storico Ribelle delle Alpi.
Quinto episodio. Toscana
Stanley Tucci torna dove era stato per un anno da ragazzo, a Firenze. È nel capoluogo toscano che ha imparato l’italiano, poi esercitato con frequenti viaggi.
Dopo il tour dei vinaini, minute osterie fiorentine, la sosta con una storica del Rinascimento per scoprire una buchetta del vino riaperta di recente, Tucci trova il tempo per celebrare il pane sciocco. Oltre alle ricette che utilizzano il pane raffermo come ingrediente chiave. Per esempio la panzanella.
Sesto episodio. Sicilia
La serie si chiude con un viaggio in Sicilia. Tucci addenta arancini catanesi già sul traghetto che lo conduce verso l’isola.
Dalla principessa Lanza si fa spiegare la ricetta segreta del timballo. Alla pasticceria Costa di Palermo addenta cannoli e frutta martorana. Dal padellarono di via Maqueda il proverbiale pane e panelle.
In una regione che investe poco sull’imprenditoria femminile incontra Arianna Occhipinti, giovane e ispirata vignaiola di Vittoria, zona di produzione del Cerasuolo. Sale e scende dall’Etna per scoprire i terreni unici dove vengono piantate le viti in Sicilia e riflette sul senso dell’ospitalità, sacro per i siciliani.