Selvaggia Lucarelli porta le prove: gelato più caro se paghi col POS
Selvaggia Lucarelli e il gelato: il ritorno.
La nota influencer si è scagliata contro una gelateria di Vittorio Veneto colpevole di aver emesso due conti identici, a qualche minuto uno dall’altro.
Con una sola differenza, segnala Lucarelli: il gelato pagato con carta di credito è maggiorato del 3%.
Nei suoi frequentatissimi social, dal 30 giugno 2022, cioè da quando il POS è diventato obbligatorio anche per i micropagamenti, la giudice di Ballando con le stelle ha avviato una delle feroci crociate contro le malefatte degli esercenti per cui si è distinta negli ultimi mesi.
Dalle recensioni solo negative dei ristoranti di Venezia agli affondi contro i locali che non chiedevano il Green pass.
Dalle reprimende al personale che non indossava la mascherina alle gelaterie che emettono scontrini più cari per chi paga con il POS.
Questa volta Lucarelli, nei panni del segugio che fiuta le creste sul gelato, ha puntato due scontrini emessi domenica 31 luglio dalla gelateria Flaminio di Vittorio Veneto.
Lucarelli: due scontrini per il gelato
Il primo dei due, emesso alle 17:21, segnala due voci:
- “normale”, con accanto il prezzo di 3 euro;
- “granita siciliana”, con accanto il prezzo 2,60 euro.
- Totale: 5,60 euro.
Totale “parziale”, se ci passate il gioco di parole. Perché ai 5,60 euro il gelataio ha aggiunto 0,17 euro, riportandoli come “maggiorazione 3%”.
Nella gelateria presa di mira da Lucarelli la vera spesa totale per il gelato ammonta dunque a 5,77 euro, saldati con pagamento elettronico, come precisato nel primo scontrino della gelateria Flaminio.
L’altro scontrino, sempre per un “normale” e per una “granita siciliana”, evidenzia invece un totale di 5,60 euro saldati in contanti alle 18:04.
Insomma, il video-racconto del segugio Selvaggia ha scovato una maggiorazione di 0,17 centesimi dovuti alla decisione di effettuare il pagamento del gelato tramite Pos.
Il video racconto sui social
Tutto provato dagli scontrini pubblicati sui social come la registrazione della conversazione telefonica avuta con il gelataio.
Già, perché Lucarelli ha chiamato al telefono il titolare della gelateria chiedendo perché sul gelato pagato con carta di credito c’è una maggiorazione del 3%.
Questa la spiegazione registrata dall’influencer all’insaputa del gelataio.
Nella telefonata con Lucarelli l’uomo ha parlato di prezzi del gelato cresciuti del 3% in tutto il listino a causa dei rincari in ogni settore.
Entrando nel dettaglio: “I cucchiaini in plastica prima costavano 5,60 euro a busta, ora perché sono compostabili 37 euro. Il latte è passato da 87 centesimi a 1,90 euro, lo zucchero da 0,66 a 1,30 euro, l’inulina da 3,80 a 12,50 euro.
Ecco perché – ha concluso l’esercente – davanti alla cassa ho messo un biglietto dove c’è scritto che a partire da luglio c’è stato un aumento del 3%”.
Lucarelli allora ha chiesto a cosa fosse dovuta la differenza di prezzo del gelato. Il titolare della gelateria Flaminio ha risposto così: “Si tratta di un regalo per i clienti che vogliono pagare in contanti”.
L’uomo ha detto che per ogni pallina di gelato (nel locale di Vittorio Veneto costa 1,50 euro), dopo aver levato tasse, Iva, costi di produzione e della corrente, gli restano 20 centesimi. Precisando che le banche trattengono il 3% sui pagamenti elettronici.
“Se mettessero il POS gratuito, non avrei problemi”, ha aggiunto il gelataio. Per poi concludere la telefonata con Lucarelli ribadendo che la differenza tra i due conti dipende dallo sconto praticato sul gelato a chi paga in contanti.
“Io posso fare quello che voglio”, ha concluso, “sono gestore del posto se decido di fare uno sconto a chi è biondo lo faccio”.
La replica a Lucarelli sul prezzo del gelato
Sentito poi dal Gazzettino Veneto il gelataio ha motivato le sue parole.
“Io con il gelato faccio girare l’economia, Lucarelli l’influencer, che al telefono non si è nemmeno presentata come tale, né come giornalista, mi fa girare altro”.
Il gelataio ritiene di essere nel giusto.
“Il cartello parla chiaro: dal primo luglio verrà applicato un aumento del 3% su tutti i prodotti a listino, c’è forse scritto per i pagamenti con il POS? No! Io vivo di lavoro materiale, mantengo una famiglia”.
Parole molto pratiche e anche condivisibili. Se non fosse per come l’uomo ha spiegato la differenza tra i due scontrini: ”Posso fare uno sconto a chi voglio?”.
Mica tanto! In questo Lucarelli ha ragione, la legge è esplicita nel sostenere che gli esercenti non possono applicare sconti o commissioni sul gelato in base alle simpatie.