Siete madri abbastanza? Time mette le donne sotto processo
Siete madri abbastanza? E’ la domanda con cui il Time di questa settimana sbatte in copertina un mostro inedito. Con un titolo che si presta ad una doppia chiave di lettura.
Apparentemente uno strale lanciato contro le mamme non a tempo pieno. In realtà il bersaglio è opposto: gli “eccessi” della maternità.
Per il Time, Jamie Lynne Grumet, la ventiseienne californiana che posa per il fotografo con un bambino grandicello attaccato al seno, è solo un pretesto per entrare a gamba tesa in un dibattito che, a quanto pare, si è riacceso in America sulla scia del successo di William Sears, pediatra e padre di otto figli, e delle sue teorie sull'”attachment parenting“, quel legame speciale che lega la madre al suo bambino.
Un legame che nell’interesse del bambino, secondo Sears, deve essere alimentato da un lungo allattamento e da un intenso rapporto di vicinanza fisica con la madre. Allattamento su richiesta e notti sul lettone tutti insieme appassionatamente gli ingredienti di questa ricetta della felicità.
Una posizione che apparentemente esclude dal novero delle madri “abbastanza madri” il nutrito popolo delle lavoratrici anche se Sears ammette che per una donna che lavora allattare il proprio bambino significa trovare quell’intimità violata dalla lontananza durante il tempo di lavoro.
In tutto questo, da che parte sta il Time? Non dalla parte di Sears visto che l’autrice dell’articolo, Kate Pickert, obietta in un’intervista che allattare al seno il bambino durante la notte pregiudica il rendimento lavorativo. E visto anche che, come recita il sottotitolo (“Why attachment parenting drives some mothers to extreme”) un attaccamento troppo forte con la prole può indulgere a qualche eccesso.
Tertium non datur. Nella polarizzazione del dibattitto non c’è posto per tutti quegli stratagemmi che, almeno nella calvinista America (e anche nella cattolica Italia), qualche madre si è inventata per non rinunciare né ai piaceri della maternità né a quelli del lavoro.
Come racconta Sabrina Parsons dalle pagine di Forbes che ribatte punto per punto alle obiezioni del Time. Donna in carriera e madre di 3 figli, allattati al seno per un anno e mezzo, accolti nottetempo nel lettone (che per il terzogenito è solo uno spazietto ai piedi della tribù) e portati nel marsupio in ufficio, in viaggio e persino in conferenza.
Né femminista (essere madri presenti non è necessariamente fonte di discriminazione con i maschi sul posto di lavoro, precisa), né realista più del re (allattare il bambino durante la notte non significa arrivare stanche a lavoro, obietta), né estremista della maternità (non c’è bisogno di allattare un figlio per 3 anni, che diamine!), Sabrina Parsons convince più della collega del Time.
E voi, da che parte state?
[Fonte: forbes.com Foto: time.com, soapweek.co.uk]